Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

"Quei minori «rapiti per legge» che non fanno notizia", di Carla Forcolin*

Tutta l’Italia si indigna o finge di indignarsi davanti al filmato che ci mostra un bambino di 10 anni, conteso dai genitori, mentre viene preso con la forza all’uscita da scuola e caricato in una macchina della polizia. Leonardo si oppone disperatamente al suo trasferimento forzato in una struttura di Cittadella, al suo allontanamento dalla madre, dalla zia, dai suoi compagni … Ma non viene ascoltato, viene preso a viva forza. Non entro in merito alle decisioni della Corte d’Appello del Tribunale dei Minorenni di Venezia, non ho gli elementi per farlo, ma non posso non vedere in questo bambino, che tutta l’Italia ha visto combattere una lotta impari contro i poliziotti che lo hanno prelevato all’uscita della scuola, tutti i bambini rapiti per legge. E per bambini «rapiti» intendo coloro che sono costretti a cambiare famiglia, ambiente e tutta la loro vita contro la loro volontà. Non solo i bambini contesi tra madre e padre, ma anche i bambini posti in affidamento e poi costretti a lasciare la famiglia affidataria, per finire in qualche …

"Quei minori «rapiti per legge» che non fanno notizia", di Carla Forcolin*

Tutta l’Italia si indigna o finge di indignarsi davanti al filmato che ci mostra un bambino di 10 anni, conteso dai genitori, mentre viene preso con la forza all’uscita da scuola e caricato in una macchina della polizia. Leonardo si oppone disperatamente al suo trasferimento forzato in una struttura di Cittadella, al suo allontanamento dalla madre, dalla zia, dai suoi compagni … Ma non viene ascoltato, viene preso a viva forza. Non entro in merito alle decisioni della Corte d’Appello del Tribunale dei Minorenni di Venezia, non ho gli elementi per farlo, ma non posso non vedere in questo bambino, che tutta l’Italia ha visto combattere una lotta impari contro i poliziotti che lo hanno prelevato all’uscita della scuola, tutti i bambini rapiti per legge. E per bambini «rapiti» intendo coloro che sono costretti a cambiare famiglia, ambiente e tutta la loro vita contro la loro volontà. Non solo i bambini contesi tra madre e padre, ma anche i bambini posti in affidamento e poi costretti a lasciare la famiglia affidataria, per finire in qualche …

"E ora mai più complici. Due giorni per dire no alla violenza sulle donne", di Daniela Amenta

A Torino oggi e domani l’incontro organizzato da Se non ora quando. Gabriella, Lucia, Elèna, Zineb. Avevano 50,40,36,22 anni. Erano italiane, moldave, nordafricane, asiatiche. Lavoravano, non lavoravano. Erano madri, non avevano figli. Erano single, erano sposate. La loro storia non esiste mai in questi casi. Cancellata, ridotta a una fototessera di un documento d’identità, icona lugubre ripetuta all’infinito. Un trafiletto su un giornale, se il delitto non è stato particolarmente efferato. «Solo» una coltellata a spaccare in due il cuore. Gabriella, Lucia, Elèna e Zineb morte ammazzate da mariti, fidanzati, amanti e conviventi. Uomini killer che vengono protetti da alibi concettuali, linguistici. Giustificati. «Ha ucciso dopo un raptus, ha ucciso per gelosia, ha ucciso perché aveva paura di essere lasciato». La vittima non esiste mai: il maschio assassino, ancora una volta, è il protagonista. Novantadue vittime in Italia dall’inizio dell’anno. Sono numeri da guerra. Perché la guerra è in atto ed è un conflitto di genere. Per questo, oggi e domani, le donne di «Se non ora quando» si ritrovano a Torino. Il titolo di …

"E ora mai più complici. Due giorni per dire no alla violenza sulle donne", di Daniela Amenta

A Torino oggi e domani l’incontro organizzato da Se non ora quando. Gabriella, Lucia, Elèna, Zineb. Avevano 50,40,36,22 anni. Erano italiane, moldave, nordafricane, asiatiche. Lavoravano, non lavoravano. Erano madri, non avevano figli. Erano single, erano sposate. La loro storia non esiste mai in questi casi. Cancellata, ridotta a una fototessera di un documento d’identità, icona lugubre ripetuta all’infinito. Un trafiletto su un giornale, se il delitto non è stato particolarmente efferato. «Solo» una coltellata a spaccare in due il cuore. Gabriella, Lucia, Elèna e Zineb morte ammazzate da mariti, fidanzati, amanti e conviventi. Uomini killer che vengono protetti da alibi concettuali, linguistici. Giustificati. «Ha ucciso dopo un raptus, ha ucciso per gelosia, ha ucciso perché aveva paura di essere lasciato». La vittima non esiste mai: il maschio assassino, ancora una volta, è il protagonista. Novantadue vittime in Italia dall’inizio dell’anno. Sono numeri da guerra. Perché la guerra è in atto ed è un conflitto di genere. Per questo, oggi e domani, le donne di «Se non ora quando» si ritrovano a Torino. Il titolo di …

"Un mondo di cattivi", di Adriano Sofri

Poveri parenti, poveri giudici, poveri esperti, poveri poliziotti. Già: e il bambino? Prendiamo il fotogramma in cui viene trascinato (vi ricordate le due madri e il giudizio di Salomone?). Ci sono quattro persone, maschi, tre sollevano di peso e trascinano: il padre, lo psichiatra, e il poliziotto. Il quarto è lui, Lorenzo. Ha dieci anni. Un bambino di dieci anni ha tre svantaggi enormi nei confronti dei grandi: è più intelligente, è più sensibile, è molto più debole. Può reagire (“in modo violento”, ha detto il dirigente della questura, “a testate, calci, pugni”): anche un capretto portato via può scalciare e belare e mordere. È vero, bisogna usare molta cautela, molta discrezione quando si è tentati di giudicare una famiglia andata in pezzi. Ma molta più occorre usarne quando si afferra un bambino che non vuole. Si legge che i giudici della Corte d’Appello avevano prescritto di farlo in modi discreti, poveri giudici. Si sente il padre che dice che la cosa è avvenuta “con le modalità che la situazione richiedeva”, che il bambino “ora …

"Un mondo di cattivi", di Adriano Sofri

Poveri parenti, poveri giudici, poveri esperti, poveri poliziotti. Già: e il bambino? Prendiamo il fotogramma in cui viene trascinato (vi ricordate le due madri e il giudizio di Salomone?). Ci sono quattro persone, maschi, tre sollevano di peso e trascinano: il padre, lo psichiatra, e il poliziotto. Il quarto è lui, Lorenzo. Ha dieci anni. Un bambino di dieci anni ha tre svantaggi enormi nei confronti dei grandi: è più intelligente, è più sensibile, è molto più debole. Può reagire (“in modo violento”, ha detto il dirigente della questura, “a testate, calci, pugni”): anche un capretto portato via può scalciare e belare e mordere. È vero, bisogna usare molta cautela, molta discrezione quando si è tentati di giudicare una famiglia andata in pezzi. Ma molta più occorre usarne quando si afferra un bambino che non vuole. Si legge che i giudici della Corte d’Appello avevano prescritto di farlo in modi discreti, poveri giudici. Si sente il padre che dice che la cosa è avvenuta “con le modalità che la situazione richiedeva”, che il bambino “ora …

"L’ultima spiaggia del Celeste" , di Piero Colaprico

Dove c’era la “capitale morale”, c’è adesso Mimmo Zambetti, il primo assessore regionale beccato a comprare il portafoglio dei voti della ‘ndrangheta. Ci sono le intercettazioni, una microspia nell’auto, e i carabinieri che lo fotografano dopo l’incontro con le persone che vanno a ritirare in un’associazione politica l’ultima rata, 30 mila euro. «Bisogna fare attenzione, quando si mangia», gli dicono, e lui, l’assessore pdl, è così stressato, spaventato, che a sessant’anni scoppia a piangere, e i boss si divertono. In Lombardia, a Milano, oggi. Non nel Sud di vent’anni fa. Roberto Formigoni, presidente della Regione, sotto inchiesta per corruzione, all’inizio sorvola la questione: «Riguarda lui, Zambetti, e non ha più le deleghe», dice. Come se bastasse. Come se non ascoltasse. E ci vuole la Lega, in tarda serata, per fargli capire che ormai il banco della Regione può saltare: «Ho in mano le dimissioni di tutti i consiglieri e assessori della Lega e lasciamo a Formigoni la scelta se fare un passo indietro o di lato», dice Matteo Salvini. E il suo ultimatum a Formigoni …