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"Quei minori «rapiti per legge» che non fanno notizia", di Carla Forcolin*

Tutta l’Italia si indigna o finge di indignarsi davanti al filmato che ci mostra un bambino di 10 anni, conteso dai genitori, mentre viene preso con la forza all’uscita da scuola e caricato in una macchina della polizia. Leonardo si oppone disperatamente al suo trasferimento forzato in una struttura di Cittadella, al suo allontanamento dalla madre, dalla zia, dai suoi compagni … Ma non viene ascoltato, viene preso a viva forza.
Non entro in merito alle decisioni della Corte d’Appello del Tribunale dei Minorenni di Venezia, non ho gli elementi per farlo, ma non posso non vedere in questo bambino, che tutta l’Italia ha visto combattere una lotta impari contro i poliziotti che lo hanno prelevato all’uscita della scuola, tutti i bambini rapiti per legge. E per bambini «rapiti» intendo coloro che sono costretti a cambiare famiglia, ambiente e tutta la loro vita contro la loro volontà.
Non solo i bambini contesi tra madre e padre, ma anche i bambini posti in affidamento e poi costretti a lasciare la famiglia affidataria, per finire in qualche struttura e da lì passare ad una famiglia adottiva. I bambini tolti ai genitori naturali perché considerati «inadeguati», anche se i bambini li amano e gli stessi genitori, con tutti i loro limiti, amano loro. I bambini sottratti ai genitori ingiustamente accusati di violenza (è successo tante volte). Sono rapiti tutti quei bambini che all’uscita dalla scuola trovano una persona diversa da quella che aspettavano e che da quella persona (assistente sociale o poliziotto) vengono costretti a cambiare residenza e a perdere tutti coloro che amano nel loro cuore.
La giustizia minorile, nei paesi che si ispirano alla «Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989», non potrebbe ignorare i desideri, i sentimenti e la volontà dei bambini, trattandolo come oggetti, ma lo fa lo stesso. La Convenzione, all’art. 12, stabilisce che il fanciullo ha «il diritto di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa, essendo essa debitamente presa in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità». Leonardo ha espresso ben chiaramente la sua opinione opponendosi a chi lo ha voluto rinchiudere in una comunità e tutto il mondo lo ha visto, ma ci sono bambini portati via da casa o da scuola in modo meno vistoso, ma ugualmente violento.
Già ieri sera il questore di Padova, intervistato in televisione, ci dice che il piccolo Leonardo sta bene. Anche Maria, Felice, Carlotta, che del padre aveva tanta paura ed è stata mandata da lui, stanno bene. Stanno tutti bene questi bambini, anche se costretti a separarsi in un momento da tutto ciò che è loro caro, proprio come succede nella morte.
Ormai tre anni fa fu lanciata dall’ associazione «La gabbianella e altri animali» la petizione «Diritto ai sentimenti per i bambini in affidamento». L’onorevole Francesco Paolo Sisto (PdL) è il relatore della materia, ma nessuna legge è stata ancora fatta. Si farebbe ancora in tempo a discutere le proposte di legge che giacciono in Commissione Giustizia e sono frutto di petizione popolare, se lui e i suoi onorevoli colleghi volessero.
Le migliaia di firmatari della petizione lo pregano di porre la questione di nuovo con urgenza, non lasciar cadere la legislatura senza avere fatto ciò che è in suo potere perché il problema sia risolto.
I bambini vengono rapiti per legge con grande frequenza, ma nessuno se ne occupa se non fanno notizia, se non c’è un filmato che li renda «famosi».
Ora ci si aspetta che almeno Lorenzo sia ascoltato, che la sua richiesta di aiuto urlata al mondo abbia un seguito, anche quando i riflettori della cronaca si spegneranno su di lui.
*(Presidente dell’associazione «La gabbianella e altri animali»)
L’Unità 13.10.12