Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

"Vendola alle primarie può aiutare Bersani (e condizionarlo)", di Stefano Folli

Finora alle primarie del centrosinistra c’era un solo candidato estraneo al Pd: Bruno Tabacci. Da oggi, a quanto pare, ce n’è un altro, il fatidico Nichi Vendola che scende in campo dopo lunga incertezza. È un ingresso da attore consumato, anche se rimane tutto da verificare se il suo nome, giunti a questo punto, riuscirà a raccogliere consensi significativi. In ogni caso la candidatura del presidente pugliese certifica che le primarie non riguardano la leadership del Pd, bensì la guida della coalizione. Il che comporta una serie di conseguenze. Ad esempio, Matteo Renzi ha già dichiarato che accetterà l’eventuale vittoria di Bersani e lo sosterrà nella successiva candidatura a Palazzo Chigi. Chissà se Vendola farebbe lo stesso nel caso di un’affermazione di Renzi. È lecito dubitarne parecchio. Del resto, il «corpo estraneo» in queste primarie non è certo Vendola: è proprio Renzi. Autorevoli esponenti del Pd hanno dichiarato in pubblico e in privato che la vittoria del sindaco di Firenze segnerebbe la fine del partito come lo abbiamo conosciuto in questi anni e la conseguente …

"Vendola alle primarie può aiutare Bersani (e condizionarlo)", di Stefano Folli

Finora alle primarie del centrosinistra c’era un solo candidato estraneo al Pd: Bruno Tabacci. Da oggi, a quanto pare, ce n’è un altro, il fatidico Nichi Vendola che scende in campo dopo lunga incertezza. È un ingresso da attore consumato, anche se rimane tutto da verificare se il suo nome, giunti a questo punto, riuscirà a raccogliere consensi significativi. In ogni caso la candidatura del presidente pugliese certifica che le primarie non riguardano la leadership del Pd, bensì la guida della coalizione. Il che comporta una serie di conseguenze. Ad esempio, Matteo Renzi ha già dichiarato che accetterà l’eventuale vittoria di Bersani e lo sosterrà nella successiva candidatura a Palazzo Chigi. Chissà se Vendola farebbe lo stesso nel caso di un’affermazione di Renzi. È lecito dubitarne parecchio. Del resto, il «corpo estraneo» in queste primarie non è certo Vendola: è proprio Renzi. Autorevoli esponenti del Pd hanno dichiarato in pubblico e in privato che la vittoria del sindaco di Firenze segnerebbe la fine del partito come lo abbiamo conosciuto in questi anni e la conseguente …

"Le primarie che vorrei: diritti, giovani e futuro", di Ignazio Marino

Nelle primarie è giusto crederci e io ci credo. Sono un’ottima occasione per elaborare idee, confrontarsi, coinvolgere. E con una società piagata dalla corruzione e una politica che disgusta gli italiani, dobbiamo considerarle uno strumento per non fare precipitare tutti, in particolare i più giovani, nella repulsione per l’impegno civico o, peggio, nel disinteresse totale. Questa volta il voto servirà per scegliere il candidato del centrosinistra alla Presidenza del Consiglio: una donna o un uomo che, se vinceremo le elezioni, deve avere ricca preparazione tecnica ma anche personale autorevolezza nazionale ed internazionale per affrontare la più grave crisi economica dal 1930. Prima ancora di vincere, quel candidato dovrà lavorare per convincere gli italiani ad andare a votare, e a votare centrosinistra, in un clima di antipolitica dilagante. Considerato l’obiettivo, va riconosciuto un coraggio fuori dall’ordinario a coloro che si dichiarano pronti per questa competizione ed è anche per questo che la sfida deve svolgersi sui contenuti, in modo che ogni elettore possa fare la propria scelta sulla base di programmi chiari e non della simpatia, …

"Le primarie che vorrei: diritti, giovani e futuro", di Ignazio Marino

Nelle primarie è giusto crederci e io ci credo. Sono un’ottima occasione per elaborare idee, confrontarsi, coinvolgere. E con una società piagata dalla corruzione e una politica che disgusta gli italiani, dobbiamo considerarle uno strumento per non fare precipitare tutti, in particolare i più giovani, nella repulsione per l’impegno civico o, peggio, nel disinteresse totale. Questa volta il voto servirà per scegliere il candidato del centrosinistra alla Presidenza del Consiglio: una donna o un uomo che, se vinceremo le elezioni, deve avere ricca preparazione tecnica ma anche personale autorevolezza nazionale ed internazionale per affrontare la più grave crisi economica dal 1930. Prima ancora di vincere, quel candidato dovrà lavorare per convincere gli italiani ad andare a votare, e a votare centrosinistra, in un clima di antipolitica dilagante. Considerato l’obiettivo, va riconosciuto un coraggio fuori dall’ordinario a coloro che si dichiarano pronti per questa competizione ed è anche per questo che la sfida deve svolgersi sui contenuti, in modo che ogni elettore possa fare la propria scelta sulla base di programmi chiari e non della simpatia, …

"Le primarie del Pd entrano nel vivo. Bersani: a scuola niente merito se non c'è parità di condizioni", da La Tecnica della Scuola

Nel giorno in cui Vendola ufficializza la sua candidatura, l’attuale segretario del Partito Democratico dice di non accettare di parlare di merito quando si fanno parti uguali fra disuguali. Esternando una così una politica sulla scuola decisamente tradizionalista. Nel giorno in cui le primarie del Partito Democratico si arricchiscono di un’altra presenza importante, quale quella del governatore della regione Puglia, Nichi Vendola, che si aggiunge al sindaco di Firenze, Matteo Renzi, dal segretario Pd, Pier Luigi Bersani, giungono affermazioni indicative sul suo pensiero a proposito della gestione della scuola pubblica. Nel corso del ‘Web-talk’, svolto su YouDem, Bersani ha affermato che a scuola non si può parlare di premiare il “merito” se non c’è “parità di condizioni”. Il segretario del Partito Democratico ha poi spiegato perché “prima di parlare di merito bisogna parlare di parità di condizioni: io non accetto di parlare di merito quando si fanno parti uguali fra disuguali”. Mettendo in luce, inoltre, la sua estrazione culturale di stampo filosofico (con tanto di laurea raggiunta a suon di 30 e lode), Bersani ha …

"Le primarie del Pd entrano nel vivo. Bersani: a scuola niente merito se non c'è parità di condizioni", da La Tecnica della Scuola

Nel giorno in cui Vendola ufficializza la sua candidatura, l’attuale segretario del Partito Democratico dice di non accettare di parlare di merito quando si fanno parti uguali fra disuguali. Esternando una così una politica sulla scuola decisamente tradizionalista. Nel giorno in cui le primarie del Partito Democratico si arricchiscono di un’altra presenza importante, quale quella del governatore della regione Puglia, Nichi Vendola, che si aggiunge al sindaco di Firenze, Matteo Renzi, dal segretario Pd, Pier Luigi Bersani, giungono affermazioni indicative sul suo pensiero a proposito della gestione della scuola pubblica. Nel corso del ‘Web-talk’, svolto su YouDem, Bersani ha affermato che a scuola non si può parlare di premiare il “merito” se non c’è “parità di condizioni”. Il segretario del Partito Democratico ha poi spiegato perché “prima di parlare di merito bisogna parlare di parità di condizioni: io non accetto di parlare di merito quando si fanno parti uguali fra disuguali”. Mettendo in luce, inoltre, la sua estrazione culturale di stampo filosofico (con tanto di laurea raggiunta a suon di 30 e lode), Bersani ha …

"Classi dirigenti e modernità", di Alfredo Reichlin

La sinistra non è contenta di se stessa. Si lamenta, si divide. Per tante ragioni comprensibilissime ma (a mio parere) per una sopra tutte: perché troppi leggono il mondo con gli occhi del passato. Perché il consenso per Renzi ci sorprende? Su questo tema veramente cruciale del rinnovamento, che se non ha una guida può portare l’Italia a una crisi di regime, vorrei dire qualcosa. Parto dalle cose di oggi. Dalla drammatica situazione in cui l’Italia continua a essere immersa. Un Paese che da un lato è sotto il peso di una crisi economica epocale, che non è congiunturale ma che lo rimette in discussione come grande Paese industriale e società del benessere. Dall’altro che non riesce a fare il salto nella modernità. Perché di questo si tratta. La modernità. Cioè non il «nuovo» (il banale cambiamento delle cose) ma quella rara vicenda in cui si apre una nuova storia e la politica – se non lo capisce – diventa vana chiacchiera condita con ostriche e champagne per le mezze calze. Io credo che di …