«Vent’anni dopo la Bolognina», di Pietro Spataro
«Sono quarant’anni che lotto con il Pci, sto piangendo da ieri sera…». La compagna Elvira ha 67 anni e si sfoga così con il centralinista di Botteghe Oscure. Enrico, un superstite di Cefalonia chiama a Bologna: «Ho un groppo alla gola ma sono con voi». S’è appena aperta la diga e viene giù di tutto: il dolore, il pianto, l’emozione, la rabbia, la curiosità. Toccare il nome del Pci sembra un sacrilegio. In un attimo le storie personali vengono travolte. Ed è commovente vedere come il «popolo comunista» reagisce. In quel 12 novembre dell’89 è avvenuto forse il più grande sussulto popolare che l’Italia ricordi. Era appena crollato il Muro di Berlino. Finiva una storia. Finiva la Storia. L’azzardo di Occhetto si consuma nel giro di 72 ore. Il 10 novembre è a Berlino dove incontra il leader del Labour Neil Kinnock. Ha appena visto in tv le immagini del Muro in pezzi. A Roma nell’ufficio di Petruccioli ci sono Veltroni, Mussi, D’Alema e Fassino che assistono alla stessa scena. Ognuno pensa che il mondo …
