Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

Stefano Rodotà promuove con riserva l'Italicum: "Soglia al 37% va nella giusta direzione", di Martina Cecchi De Rossi

Un passo avanti, e molti ancora da compiere, perché a voler seguire le indicazioni della Consulta sulla legge elettorale“la stabilità non deve sacrificare la rappresentanza”. E poi, le preferenze: troppo poco risolvere con le primarie perché “Forza Italia resta un partito personale”. Soprattutto, una bacchettata a Matteo Renzi sull’appello dei giuristi contro l’Italicum: l’aumento della soglia per il premio di maggioranza “va in quella direzione” e poi “bisogna abituarsi al confronto”. Stefano Rodotà, giurista e politico di lungo corso, difende quell’appello, pubblicato domenica sul Manifesto e siglato da altri 27 giuristi tra cui Lorenza Carlassare e chiarisce: nessun aut aut in Parlamento, “altrimenti che ci sta a fare?”. La soglia del 37 con un premio del 15 metterebbe la legge al riparo dai rischi di incostituzionalità? “C’è ovvia cautela, leggiamo i testi, una risposta è legata all’intreccio tra questa soglia e le altre, quelle che riguardano l’ingresso dei partiti minori, ma certamente questo è un primo passo nella direzione giusta. E a questo proposito..” Cosa? “Devo dire che le risposte infastidite arrivate da Renzi a …

"Movimento 5 stelle: tra l'Imu e il "Napolitano boia" i grillini, relegati ai margini del dibattito, esasperano lo scontro", da Pietro Salvatori

La politica del chiamarsi fuori sempre e comunque da qualunque tipo di accordo e da ogni possibile forma di mediazione ha come naturale conseguenza la necessità di alzare i toni. Sempre e comunque, per non rischiare di scivolare ai margini del dibattito politico. Così il Movimento 5 stelle, che avrebbe potuto sostituire come interlocutore Silvio Berlusconi nella trattativa di Matteo Renzi per riformare la legge elettorale, si trova invece a far votare ai propri attivisti un bizzarro “collegio intermedio proporzionale”, totalmente al di fuori da qualunque possibilità di incidere nel merito della legge che verrà. Così, se sull’Italicum si sono limitati ad annunciare un improbabile conflitto di attribuzione rispetto alle procedure regolamentari utilizzate dalla commissione Affari costituzionali, è sul decreto Imu Bankitalia che gli uomini di Beppe Grillo hanno provato ad alzare il tiro. Lo schema è sempre quello: tenersi al di fuori da qualunque tipo di soluzione condivisa per poter additare all’inciucio dei partiti tradizionali, rei di portare il paese allo sfascio. Ma se, in termini generali, qualche parte di ragione potrebbe essere contenuta …

"L’ultimo agguato nella palude", di Stefano Menichini

C’hanno provato. E ci proveranno fino all’ultimo, fino a stasera, fino a quando rimarrà una sola possibilità di fermare la corsa della riforma elettorale. Non è esagerato dire che queste sono le ore decisive per capire se l’Italicum è destinato al fallimento immediato, o a un primo e forse decisivo successo parlamentare. Negli ultimi giorni, il partito che ha lavorato di più è stato il partito dell’ostruzionismo. Lo compongono coloro (di tutti gli schieramenti) che vorrebbero trascinare il gioco della riforma all’infinito, con le tattiche dilatorie applicate negli ultimi anni. Non è che non vogliano una nuova legge: semplicemente, non la vogliono così esigente nei confronti dei piccoli partiti; e soprattutto non vogliono che il suo varo rappresenti una vittoria di Matteo Renzi e della sua leadership. Qui c’è la questione cruciale. Il punto forte e il punto debole dell’operazione tentata dal segretario del Pd. Si diceva la verità, quando si prendeva atto (come ha fatto anche il capo dello stato) che Renzi fosse l’unico attore sulla scena in grado di portare a casa il …

"Una ferita alla democrazia", di Giovanni Valentini

Non ha più la dignità di una questione politica. E neppure il decoro di una questione di galateo istituzionale o parlamentare. Ormai l’attacco frontale del Movimento 5 Stelle al presidente della Repubblica è diventato un insulto all’intero Paese. Un’offesa alla democrazia repubblicana e quindi a tutti i cittadini che a questa appartengono. Fa ribrezzo anche soltanto scrivere e riferire quella parola “boia” lanciata come un sasso o una bomba contro il Capo dello Stato nell’aula di Montecitorio da un “nominato” di Beppe Grillo. Un urlo selvaggio, da ultras del calcio, simile a quelli razzisti indirizzati ai giocatori di colore della squadra avversaria. Un atto d’inciviltà e di barbarie, più che di protesta o denuncia. Qui siamo oltre il confine della ragionevolezza e della decenza. E anche oltre il limite della critica, più o meno lecita, più o meno condivisibile. Una tale violenza verbale, anzi, toglie qualsiasi credibilità ed efficacia anche all’esercizio legittimo del diritto di critica, lo vanifica, lo sterilizza. È un’escandescenza, uno scatto d’ira o di rabbia, che rinnega la stessa funzione parlamentare: tanto …

"Legge elettorale, Renzi e Berlusconi ricuciono. Si tratta su premio di maggioranza al 37%", da repubblica.it

“E’ evidente che anche Berlusconi oggi è a un bivio. La partita è complicata, noi abbiamo fatto un accordo molto serio che prevede alcuni paletti, ci sono un paio di ipotesi di emendamenti, io confido che si possa chiudere rapidamente”. Così Matteo Renzi, intervistato a Ballarò, al termine di una giornata scandita dalle voci sulle telefonate intercorse tra il segretario Pd e il Cavaliere per rimettere nei binari giusti la trattativa sulla legge elettorale. Voci non confermate, ma nemmeno smentite, sia da fonti del Pd sia di Forza Italia. Mentre viene smentito dal portavoce della segreteria Pd Lorenzo Guerini un faccia a faccia Renzi-Berlusconi previsto per domani. “Credo che il problema non sia fare un nuovo incontro” con Berlusconi, spiega Renzi a Ballarò, “il problema è se riusciamo a stringere adesso. E anche se riusciamo a vincere le procedure parlamentari, che mi confermano una volta di più, per come sono complicate e farraginose, che bisogna superarlo il bicameralismo perfetto. Siamo veramente a un passo, è lì. L’accordo su legge elettorale e riforme è a un …

"Diseguaglianze il vero male", di Nicola Cacace

Dopo Davos che ha riscoperto il disvalore economico delle diseguaglianze, dopo i Nobel Stiglitz e Krugman, dopo il Fondo monetario internazionale è la volta di Bankitalia a ricordarci con lo «Studio sulla ricchezza delle famiglie», che l’Italia è al vertice delle classifiche mondiali per ineguale distribuzione della ricchezza. La Banca d’Italia ci dice che il nostro è un Paese ricco, anzi che gli italiani sono un popolo ricco con quasi 9mila miliardi di ricchezza, più di 6 volte il Pil, ma che questa ricchezza è altamente concentrata, essendo il 47% nelle mani di poco più di 2 milioni di famiglie su 24 milioni, mentre la metà del popolo, 12 milioni di famiglie ha meno del 10% della ricchezza totale e vive con redditi inferiori a 2mila euro al mese. Non sono dati nuovi, sono dati ignorati dai politici, che peggiorano dopo anni di crisi dura, con redditi personali calati di 7 punti solo negli ultimi tre anni, dati che non ve- do alla ribalta del dibattito politico, Jobs act incluso. Le diseguaglianze, da anni attaccate …

"L'uovo di Mastrapasqua", di Massimo Gramellini

Ma è mai possibile, si lamentano da alcuni giorni i miei cari, che il dottor Mastrapasqua riesca a fare il presidente dell’Inps, il vicepresidente esecutivo di Equitalia, Equitalia nord, Equitalia centro ed Equitalia sud, il direttore dell’ospedale israelitico e della casa di riposo ebraica, il dirigente di Italia Previdente, Eur spa, Eur Tel, Eur congressi Roma, Coni servizi spa, Autostrade per l’Italia, Fandango, Telecom Italia Media, il consigliere d’amministrazione di Quadrifoglio, Telenergia, Loquendo, Aquadrome, il presidente onorario di Mediterranean Nautilus Italy, Adr Engineering, Consel, Groma, Emsa Servizi, Telecontact Center, dell’immobiliare Idea Fimit Sgr e di chissà cos’altro ancora – insomma, che in un’epoca di disoccupazione diffusa il dottor Mastrapasqua sia in grado di gestire da solo venticinque incarichi, venticinque uffici, venticinque ficus da bagnare almeno venticinque volte l’anno, venticinque posti macchina e forse venticinque macchine, ma di sicuro venticinque chiavi d’ingresso e quindi un portachiavi immenso, un bigliettone da visita a venticinque strati e decine di riunioni, cene di rappresentanza, ricevute gonfiabili, conflitti di interesse, incontri e telefonate per litigare, mettersi d’accordo e combinare affari …