"Ecco perché può funzionare", di Roberto D'Alimonte
La riforma elettorale non c’è ancora. Ma l’accordo su quale debba essere c’è. La fine di questa storia ci sarà quando il Parlamento avrà varato il testo e il presidente della Repubblica lo avrà promulgato. Sono passaggi delicati e non scontati. Ma quello che comincia oggi in commissione Affari costituzionali della Camera è un processo che ha buone chance di arrivare a una conclusione positiva. Ha buone chance perché Pd e Fi, ma è il caso di dire Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, condividono lo stesso obiettivo. Entrambi si sono schierati fermamente a favore del bipolarismo e della democrazia della alternanza. Chi temeva che un Berlusconi indebolito volesse puntare a una riforma non maggioritaria sfruttando la decisione della Consulta che ha reintrodotto un sistema proporzionale si deve ricredere. Con il nuovo sistema elettorale saranno i cittadini a decidere chi debba governare. Le elezioni saranno, come diceva Popper, «il giorno del giudizio» su chi ha governato e su chi si candida a governare. Le coalizioni dovranno formarsi prima del voto, e non dopo. E spetterà agli …
