Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Il Porcellum a Cinque Stelle”, di Gian Antonio Stella

Il Porcellum è stato partorito dalle scrofe di destra con l’aiuto dei verri di sinistra», sentenziò tre mesi fa Beppe Grillo. Maiali di qua, maiali di là. Eppure, par di capire, quella legge sciagurata potrebbe restare in vigore anche alle prossime elezioni anche grazie ai grillini. È difficile infatti interpretare in maniera diversa, per quanto qualche pentastellato sia accorso a randellare i commenti sulla «retromarcia», le parole scritte dal leader genovese contro «il Nipote dello Zio», Enrico Letta, e quanti vorrebbero accelerare sulla riforma della legge che a parole tutti detestano: «Improvvisamente, dopo quasi otto anni di letargo sul Porcellum hanno fretta, molta fretta di cambiarlo. Sanno che con il Porcellum il rischio che il M5S vinca le elezioni e vada al governo è altissimo». Nessun confronto: «La legge elettorale la cambierà il M5S quando sarà al governo». E basta, «alle elezioni subito, con buona pace di Napolitano». Sottinteso, con la legge che c’è. Ma come: è lo stesso Grillo che ad aprile diceva che «il Porcellum ha trasformato i parlamentari in yes men» e …

“Il richiamo delle colombe”, di Nadia Urbinati

Nel nome dell’interesse del Paese e affinché prosegua l’opera del governo: il caso giudiziario del leader del Pdl viene usato come argomento emergenziale. Si cerca di rovesciare, come scrive Ezio Mauro, la realtà, facendo apparire un caso di giustizia ordinaria come un caso di eccezionale gravità da risolvere con interventi politici ad hoc. Si sta in altre parole usando ad arte un argomento, quello dell’emergenza, che è diventato familiare in questi ultimi anni, impiegato per far fronte a calamità naturali ma anche per far digerire scelte politiche ostiche, siglare alleanze innaturali e ora, alcuni sperano, per sollevare il leader del Pdl dai guai giudiziari dei quali lui solo è responsabile (guai rispetto ai quali i cittadini italiani, ovvero lo Stato, sono i soli danneggiati). Si sta facendo strada in questi giorni il tentativo pericoloso di convincere l’opinione che si può utilizzare l’argomento dell’emergenza e aprire un fronte di trattativa con l’alleato di governo, dopo aver constatato che probabilmente il Quirinale non dà sufficienti garanzie. Per questa ragione alcuni esponenti del Pdl, quelli che vengono definiti …

“L’ultima furbizia sulla pelle di chi soffre”, di Gad Lerner

Mai registrata a memoria d’uomo cotanta sensibilità umanitaria della destra italiana di fronte alla piaga del sovraffollamento nelle carceri. Nel novembre 2002 non bastò l’appello rivolto da Giovanni Paolo II davanti alle Camere riunite per convincere il governo Berlusconi a promulgare un atto di clemenza nei confronti dei detenuti. Né si ricordano pressioni in tal senso dai cattolicissimi ciellini riuniti a Rimini, dove quest’anno scrosciano applausi per i ministri Mauro e Cancellieri fautori di un provvedimento d’amnistia. Per la verità un indulto fu poi approvato nel luglio 2006 su iniziativa del governo Prodi, che ne pagò per intero il prezzo d’impopolarità, anche perché la destra, per votarlo, ne impose l’estensione a reati per cui era sotto processo, guarda un po’, Silvio Berlusconi. Il quale, ritornato alla guida del Paese, introdusse nuovi reati (come quello di clandestinità) e aggravi di pena, che contribuirono in maniera determinante all’abuso della custodia cautelare e al sovraffollamento incivile delle nostre carceri. Fino alla condanna della Corte di giustizia europea; del tutto ignorata dai forcaioli che oggi si riscoprono estimatori di …

“La porta chiusa del Quirinale”, di Liana Milella

Più che un’autostrada pare un viottolo di campagna, sconnesso, arduo e pieno di buche, quello su cui ormai, dall’inizio di agosto, cerca di avventurarsi il Cavaliere con la storia della grazia. Lui è convinto che sia una sorta di “atto dovuto”, che gli vada concessa solo perché si chiama Berlusconi, per via della sua storia personale e politica.MA I precedenti, le norme, la Costituzione stessa, nonché la volontà del presidente Napolitano vanno in direzione opposta alla sua. Berlusconi ha parlato direttamente con Napolitano per chiedergli la grazia? Suoi emissari lo hanno fatto? Fino a oggi la grazia è un chiacchiericcio affidato ai retroscena politici. Se ne fa un gran parlare, gli amici, i consiglieri più intimi, gli avvocati di Berlusconi ripetono da giorni che la grazia è “un atto necessario e dovuto” e che il capo dello Stato avrebbe dovuto già firmarla per l’ex premier il giorno dopo la sua condanna. Berlusconi in persona intende chiederla? Il Cavaliere non intende affatto chiederla. Per due ragioni. Ritiene che se lo facesse ciò equivarrebbe a un’ammissione di …

“Semmai Barabba”, di Massimo Adinolfi

Tutto ci si può aspettare in questi giorni delicati, meno un’uscita di Angelino Alfano che dia un sostegno smaccato ai giudici della Cassazione che hanno condannato in via definitiva Silvio Berlusconi per frode fiscale. Eppure è accaduto (o quasi). Perché chiamato a riflettere sull’esempio di Cristo, Alfano non si è fatto ripetere due volte l’invito e ha detto: «l’esempio di Cristo non poteva essere più pertinente perché evidenzia l’esigenza di un giusto processo e i limiti di un giudizio popolare». Ora, vi ricordate come andò quella volta? Pilato invita la folla a scegliere fra Gesù e Barabba e la scelta cade su Barabba: il furfante è salvo e l’innocente in croce. Di qui l’acuta osservazione del vicepremier: la giustizia dell’epoca funzionava veramente male, e una bella riforma avrebbe evitato un esito così scandaloso. Orbene, veniamo al secondo processo più famoso della storia dopo quello di duemila anni fa: Berlusconi vi è stato condannato non dal giudizio popolare, ma dai giudici della Cassazione! Non solo, ma la condanna è giunta dopo tre gradi di giudizio, con …

Il muro del Pd: “Nessun baratto sulla giustizia”, di Rodolfo Sala

Nessuno spiraglio, il Pd fa muro. E respinge quello che Dario Franceschini definisce senza giri di parole il «baratto» proposto dal Pdl. Baratto un po’ indecente, Letta può andare avanti solo se i Democratici salveranno il Cavaliere dalla decadenza in Senato. «Alle minacce e agli ultimatum — avverte il ministro per i Rapporti con il Parlamento — basta rispondere con un principio molto semplice: non si barattano legalità e rispetto delle regole con la durata di un governo. Mai». La linea è tracciata, tutte le anime del partito si compattano e le conseguenze non possono che essere quelle annunciate ieri a Rimini da un altro ministro, il renziano Graziano Delrio: niente salvacondotti per l’uomo di Arcore condannato in via definitiva per frode fiscale, quando la vicenda arriverà alla Giunta del Senato, «il Pd voterà per la decadenza, non ci sono altre soluzioni; non si può trovare dentro la politica la soluzione a un problema giudiziario». Lo impone la legge Severino, che il Pdl vorrebbe mettere in discussione magari con l’aiuto dei partner di governo. «Non …

“La strategia della paralisi”, di Claudio Tito

Nonostante le roboanti minacce del Pdl, l’attuale sistema politico appare sempre più bloccato. E anche l’arma delle elezioni anticipate si mostra spuntata. In primo luogo perché il Presidente della Repubblica (lo ha confermato anche ieri nel colloquio con il presidente del Consiglio) non ha alcuna intenzione di sciogliere le Camere se prima non si è messo mano alla legge elettorale, ossia a quel Porcellum che costituisce la prima causa di questa impasse senza precedenti. IN SECONDO luogo perché il risultato di una nuova consultazione elettorale, senza la riforma delle legge Calderoli, rischia di riprodurre la medesima situazione. Ancora pareggio e ancora larghe intese. E infatti, sebbene i falchi del centrodestra siano in questa fase scatenati, i dubbi del Cavaliere per un immediato show down non mancano. «Non mi vogliono lasciare una via d’uscita — ha ripetuto ieri il capo del centrodestra spinto dalle colombe Gianni Letta e Fedele Confalonieri — ma basterebbe poco per evitarmi un’umiliazione». Ma quella che Berlusconi chiama un’umiliazione, rappresenta per il Pd un passaggio obbligato. Enrico Letta e i democratici non …