Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Il dramma dei più deboli se cade la rete dei servizi”, di Chiara Saraceno

Costo dei trasporti urbani aumentato, a fronte di drastiche riduzioni del servizio. Riduzione, se non chiusura, dei servizi cosiddetti a domanda individuale (asili nido, mense scolastiche, trasporto scolastico, servizi domiciliari e diurni per la non autosufficienza), con contestuale aumento dei contributi richiesti agli utenti e possibile eliminazione delle condizioni di favore per i meno abbienti. Rifiuto di farsi carico del costo delle scuole per l’infanzia, un servizio educativo a carattere universale che tuttavia in molti casi continua a rimanere una responsabilità economica ed organizzativa dei Comuni, nell’assenza, o insufficienza, degli istituti statali. Se il Comune non può più sostenerne i costi, una parte di bambini rischia di rimanere esclusa da un servizio pure definito da ben due leggi (la 53 del 2003 e il Dl 59 del 2004) un diritto educativo dei bambini ed uno strumento di contrasto alle disuguaglianze sociali tra bambini. Drastico taglio, se non eliminazione, ai sussidi per chi si trova in povertà, inclusi i sostegni al costo dell’affitto. Manutenzione delle strade e degli spazi pubblici ridotta al minimo o assente. Perdita …

“Il rebus del Cavaliere”, di Massimo Mucchetti

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna penale di Silvio Berlusconi a quattro anni di reclusione, di cui tre condonati per indulto, e ha annullato l’interdizione dai pubblici uffici rinviando a un’altra sezione della Corte d’Appello di Milano la rideterminazione di questa pena accessoria. Il decreto sulla incandidabilità, varato dal governo Monti, fissa in due anni la condanna definitiva minima che lo escluderebbe dalle liste. Berlusconi, d’altra parte, non aspira a una candidatura. Egli è un eletto. La giunta delle elezioni del Senato dovrà decidere se sia eleggibile, ma su questo fronte la legge 361 del 1957 non aiuta a chiarire ancorché il decreto anticorruzione dell’aprile 2013 introduca il concetto di incandidabilità sopravvenuta. In ogni caso, molto dipenderà dalle scelte dello stesso capo del centro-destra, tenuto conto del fatto che una condanna definitiva per frode al Fisco lede profondamente la sua reputazione sul piano interno e internazionale. Ma se pure ci si arrivasse subito sull’onda di questa sentenza, la fuoriuscita di Berlusconi dal Senato non scioglierebbe la questione Berlusconi. Il padre-padrone del centro-destra potrebbe …

“Trucchi, tribunali, verdetti il derby lungo vent’anni tra il Cavaliere e la Giustizia”, di Filippo Ceccarelli

Tra apoteosi e piazzale Loreto, gloria e sconfitta, salvezza e disastro, ma sempre sotto l’ala inconfondibile della commedia, e quindi con la partecipazione straordinaria dell’Esercito di Silvio e del cagnolino Dudù, di pochi altri capi politici si potrà dire, come di Silvio Berlusconi, che in questi venti anni se l’è voluta, cercata e trovata — e adesso si spera che un po’ si metta tranquillo. Ma non è detto. Nei primi anni del decennio, ai tempi del suo secondo e anch’esso non irresistibile governo, il presidentissimo impose all’allora Guardasigilli, il non rimpianto pure lui ingegner Castelli, leghista esperto in congegni per l’abbattimento del rumore, di apporre nelle aule dei tribunali di tutto il paese al fianco della targa “La Legge è uguale per tutti”, un’altra targa che doveva ridimensionare, per così dire, l’impatto di quell’uguaglianza, e perciò detta Legge “era amministrata in nome del popolo”. Il quale popolo, sottinteso, era il medesimo che aveva fatto largamente vincere il Cavaliere, che a sua volta tutto desiderava fuorché farsi disturbare e magari rovinare dalla magistratura quella che …

“La fine di un’epoca”, di Claudio Sardo

Si chiude un ciclo politico. Silvio Berlusconi, per nove anni presidente del consiglio, è colpevole. La Cassazione ha confermato la condanna a quattro anni per frode fiscale. E potrebbe decadere presto da senatore (ai sensi della legge anti-corruzione), prima ancora che la corte d’Appello rimoduli i tempi dell’interdizione dai pubblici uffici. In ogni caso, per il leader della destra è la prima condanna definitiva.La sconfitta politica del Cavaliere (che ieri ha perso anche il titolo di cavaliere), in realtà, si era già consumata nel 2011, quando lasciò Palazzo Chigi a causa del discredito internazionale, di una crisi sociale non governata, di una maggioranza dissolta tra contrasti e trasformismi. Eppure l’insuccesso del Pd alle elezioni, combinato con il cinismo di Grillo, ha regalato a Berlusconi e al suo partito un potere di sindacato sulla legislatura e sul governo. Berlusconi da tempo non ha più l’ambizione di guidare l’Italia: vuole però partecipare al potere, condizionarlo. È questo il contesto nel quale è stata pronunciata la sentenza della Cassazione. In qualunque Paese democratico una condanna simile segna irrevocabilmente …

“Ma il conto non lo paghi il Paese”, di Mario Calabresi

Ora c’è da chiedersi se bisogna far pagare il conto della condanna di Berlusconi al Paese, a tutti gli italiani, o se per una volta la razionalità può prevalere. Se possiamo provare ad uscire dalla crisi in cui siamo sprofondati o se ci dobbiamo imbarcare in una nuova stagione di grida, lacerazioni e campagna elettorale (sempre con la stessa terribile legge, dettaglio da non dimenticare mai). Enrico Letta ieri mattina, mentre i giudici della Cassazione entravano in camera di Consiglio, si riuniva per cominciare a preparare il semestre di presidenza italiana della Ue che inizierà il primo luglio dell’anno prossimo. L’unica salvezza pare quella di guardare avanti, caparbiamente, senza farsi travolgere dai colpi di coda di un ventennio di rissa continua. Il Paese può immaginare un percorso, può sperare di vedere crescere quei fili d’erba di ripresa che vengono segnalati in alcuni segmenti produttivi (grazie soprattutto alle esportazioni), può sperare di vedere il segno positivo di fronte ai dati sul Pil a partire dal prossimo anno e avrebbe diritto ad avere un governo che su …

“Tante procedure poca sinistra”, di Michele Prospero

Per capire come debole e smarrita sia diventata la politica occorre riflettere sulla fuga dal principio di realtà che coinvolge un po’ tutte le culture esistenti. Un intreccio di emergenze impone come centrali nella sfera pubblica questioni procedurali che, enfatizzate da schieramenti agguerriti e pompati dai media, determinano un completo appannamento della società e delle sue contraddizioni. Di legittimità processuale si dibatte al Palazzaccio, con telecamere di mezzo mondo fuori dall’aula pronte a captare qualche indiscrezione sulle sorti penali del principale capo politico della seconda Repubblica. Attorno a regole congressuali si lacera da tempo il Pd, ancora alla ricerca di una identità e per questo aggrappato ai gazebo come alla sua unica ragione vitale. E ad una battaglia all’ultimo sangue contro le modiche alterazioni dell’articolo 138 si dedica un radicalismo giustizialista che minaccia fuoco e fiamme contro i costituzionalisti traditori. E la società? E le classi e il loro rapporto sempre più segnato dalle incolmabili diseguaglianze di status e di potere che fine fanno in questa totale epifania delle regole, delle procedure, delle tecniche? La …

“Due palle al piede frenano il mondo del lavoro”, di Walter Passerini

Non deve trarre in inganno il calo di giugno rispetto a maggio (da 12,2 a 12,1%): la disoccupazione su base annua è cresciuta di 1,2 punti. Siamo sempre sopra i tre milioni di senza lavoro. Il tasso di occupazione (55,8%) è al minimo dal 2000. A pagare ancora una volta il prezzo più alto sono i giovani, il cui tasso di disoccupazione è salito di 0,8 punti al 39,1%, vale a dire 4,6 punti in più su base annua. Ogni volta che escono i dati mensili dell’Istat, la sensazione è quella di partecipare a un incontro di boxe con le mani legate dietro la schiena. In attesa della trasformazione in legge delle misure per l’occupazione, in particolare giovanile, che diventano sempre più urgenti, operatori ed esperti stanno chiedendosi come uscirne, misurando le forze in campo per affrontare la sfida del lavoro. Dalle risorse europee (che nel recente passato siamo riusciti a spendere solo per il 40%), ci si aspetta una boccata di ossigeno per gli under 30, ma anche un salto di qualità nel modo …