Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Riforme, ultima spiaggia”, di Marco Olivetti

Da più parti nel centrosinistra – dentro e fuori il Pd, tra i cittadini e tra i loro rappresentanti – si levano con frequenza voci che chiedono di modificare subito la legge elettorale e consigliano di abbandonare il tentativo di riformare la Costituzione che il governo ha posto in marcia. Questa tesi – ripresa in forme più rozze dal Movimento Cinque stelle – muove dall’idea che la riforma costituzionale in itinere sia, nella migliore delle ipotesi, una perdita di tempo che porterebbe con sé, come danno collaterale, il rischio di tornare a votare con la legge Calderoli, e che, nello scenario peggiore, aprirebbe un grave vulnus nella Costituzione: nella forma, per via della deroga all’art. 138 Cost. delineata nel disegno di legge ora all’esame della Camera, e an- cor più nei contenuti, in quanto molti sospettano che si stia tramando uno stravolgimento della Carta del 1947. In realtà vi sono solide ragioni che inducono a connettere strettamente la riforma elettorale con alcuni interventi per nulla marginali sulla forma di goveno, che appaiono quanto mai necessari, …

“Rating e democrazia”, di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini

Il recente declassamento del nostro Paese ad opera di Standard & Poor’s costituisce una prova ulteriore della contrapposizione tra i mercati finanziari e le politiche economiche dei Paesi in recessione. I mercati vengono pesantemente influenzati dai giudizi emessi dalle agenzie di rating: spesso si tratta di vere e proprie scomuniche che hanno l’effetto di condizionare l’azione dei governi i quali ne attendono trepidanti le sentenze. Mai prima d’ora si era verificata una condizione di soggezione politica così umiliante. L’attesa spasmodica del giudizio delle agenzie di rating assume i tratti di un imperscrutabile destino e rivela fino a che punto è stata compromessa la sovranità politica delle democrazie. Le sentenze emesse da queste agenzie vengono presentate all’opinione pubblica come se fossero giudizi oggettivi e neutrali, ma la realtà è tutt’altro. In primo luogo perché il settore del rating è dominato da un oligopolio anglo-americano costituito dalle tre sorelle Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch le quali possiedono un potere di mercato enorme. E poiché esiste uno scontro di grandi proporzioni tra il Vecchio Continente e il …

“Voto di scambio, si modifica la legge il Pd vuole norme più severe ma il voto ora rischia di slittare”, di Silvio Buzzanca

Fermi tutti: l’appello lanciato su Repubblica da Roberto Saviano e i pm antimafia è fondato. Il disegno di legge sul voto di scambio, approvato alla Camera e in discussione in commissione Giustizia al Senato, non va bene: bisogna riscrivere quelle parti del 416 ter del codice penale poco chiare che finirebbero per fare un favore ai mafiosi e rimetterebbero in discussione alcuni processi in corso. Lo stop arriva dal capogruppo del Pd Luigi Zanda. e di conseguenza il gruppo democratico ieri ha chiesto riaprire i termini per la presentazione degli emendamenti. Mantenendo però la sede deliberante, concessa dal presidente di Palazzo Madama. convinto che in quella sede si possono fare le modifiche. Così i democratici potrebbero presentare due novità. «Vorremmo modificare le parti che riguardano il termine “procacciamento” aggiungendo la fattispecie della “promessa” che ora manca. – spiega il capogruppo in commissione Giuseppe Lumia -Occorre poi riportare il massimo della pena a 12 anni». Un colpo di scena che ha portato alla decisione di rinviare tutto ad un ufficio di presidenza che si riunirà lunedì …

“In attesa della Cassazione Letta cerca di dare senso a una difficile estate”, di Stefano Folli

Il presidente del Consiglio Enrico Letta è molto attivo in questi giorni afosi che precedono la pausa estiva. Forse perché quest’anno le vacanze non presentano quel carattere ineluttabile che la tradizione suggerisce. Non c’è niente di veramente certo nell’Italia politica di oggi e si capisce che il premier abbia voglia di scuotere la maggioranza, anche per impedire che si produca uno “scollamento” rispetto all’attività dell’esecutivo. Si fa presto a ricadere nella sottospecie del “governo amico”, vale a dire una compagine che cammina per la sua strada senza essere sostenuta in modo convinto dai partiti dell’alleanza. Questo non è ancora il caso del governo Letta. Ma il presidente del Consiglio è consapevole che il rischio esiste e che le prospettive delle larghe intese poggiano in buona misura sulla sua personale leadership, sulla sua capacità di prendere iniziative e di trasmettere messaggi convincenti all’opinione pubblica. La sonnolenza estiva della maggioranza e la perdita di coesione sono pericoli dietro l’angolo e solo il premier può esorcizzarli. Ma è una fatica quotidiana di non poco conto, anche perché i …

“Un patto chiaro o sarà il collasso”, di Claudio Sardo

La ferita profonda, inferta alla nostra dignità nazionale dal caso di Alma Shalabayeva, ha indebolito il governo. Ma ad essere sinceri non è il solo motivo di affano per Enrico Letta, stretto da un lato da una crisi sociale drammatica e dall’altro da una maggio- ranza senza alcuna solidarietà politica. Il bisogno di governo, che, oltre la coltre di sfiducia e di rabbia, il Paese esprime in ogni suo punto di sofferenza, non è di per sè sufficiente a garantire stabilità ed efficacia. E tanto meno lo è in ragione dei vincoli che impongono ancora politiche restrittive nel 2013, e aprono (forse) qualche spiraglio solo nel prossimo anno. Per tornare a respirare abbiamo assoluta necessità e urgenza di un cambio delle politiche. Abbiamo bisogno di un’Europa che pensi e agisca diversamente da come ha fatto finora. E dobbiamo fare con coraggio la nostra parte, costruendo una nuova, vera alleanza per il lavoro, che sappia incidere sugli interessi e i poteri reali, riducendo i vantaggi delle rendite finanziarie e di quelle corporative. Non torneranno gli equilibri …

“Segnali di crescita ma lo sviluppo va sostenuto” di Alberto Quadrio Curzio

Le buone notizie congiunturali-previsive sull’inversione di tendenza della decrescita europea vanno prese con soddisfazione ma anche con cautela e vanno sempre collocate nelle prospettive e nelle valutazioni strutturali di medio-lungo termine. Anche perché, come vedremo, spesso non ci troviamo di fronte ad un passaggio alla crescita ma solo ad un rallentamento della decrescita. Per questo, per noi, è tuttora difficile pensare che la grande crisi che la Uem sta vivendo dal 2008, anche a causa di politiche economiche sbagliate, si stia risolvendo da sola. Non vorremmo che qualcuno tragga dai sintomi la conclusione che le politiche del rigore fiscale, non controbilanciate da investimenti europei in partenariato pubblico-privato (su cui ci sono progetti importanti elaborati dalla Commissione europea), siano state e siano la ricetta giusta. A meno che ci si accontenti di una crescita di lungo periodo del Pil sotto l’1% annuo e con una disoccupazione al 10%, associata ad un crollo nel tasso di attività che andrebbe ad incidere pesantemente sui bilanci pubblici. Consideriamo tuttavia le odierne, buone, notizie sull’economia reale e sul credito. Un …

“M5S come la peggior partitocrazia, così salta tutto”, di Andrea Carugati

«Un comportamento irresponsabile del movimento 5 Stelle, un ostruzionismo degno della peggiore partitocrazia». Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera, è furioso con i grillini che «hanno costretto il governo a mettere la fiducia sul decreto del fare e che rischiano di bloccare il Parlamento e di far slittare provvedimenti importanti come l’omofobia e lo stop ai fondi per i partiti». È stata una giornata parlamentare caotica. Cerchiamo di riannodare alcuni fili… «Il decreto del fare contiene provvedimenti importanti, come il Fondo di garanzia per credito e imprese, il wi-fi libero, mediazione e semplificazione per le opere pubbliche. Abbiamo aperto alle proposte delle opposizioni fin dai lavori in commissione e saremmo stati disposti a farlo anche in Aula. Ma ci siamo trovati di fronte a 800 emendamenti, 500 dei quali solo del M5S. Era necessario ridurre quel numero ma abbiamo trovato un muro. Sembra quasi che i grillini volessero il voto di fiducia». Loro sostengono che avevano ridotto a 8 i loro emendamenti. «La questione l’hanno messa così: se la maggioranza avesse approvato tutti i loro …