Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Tfa, la Funzione Pubblica smentisce il Miur: confermati i 23mila posti!", da La Tecnica della Scuola

Il dietrofront rispetto a quanto detto nei giorni scorsi ai sindacati dagli alti dirigenti di viale Trastevere è arrivato tramite un freddo comunicato di Palazzo Vidoni pubblicato su un quotidiano: il contingente approvato in extremis dalla Gelmini, compresi i 15mila posti alle superiori, non verrà dunque ridotto. Una buona notizia per i candidati all’abilitazione, ma davvero pessima per come è stata gestita la questione a livello di ministeri. Anche il nuovo Governo conferma l’inadeguatezza nel gestire la “patata bollente” dei Tfa, i nuovi percorsi universitari di formazione abilitanti: lo scorso 29 dicembre, mentre i rappresentanti del Miur comunicavano con in certo imbarazzo ai sindacati che i 23mila posti individuati dall’ex ministro Gelmini dovevano essere ridimensionati a seguito di alcuni rilievi del dicastero della Funzione Pubblica, dallo stesso dicastero di Palazzo Vidoni partiva una nota, completata il giorno successivo, con la quale il contingente da selezionare veniva invece clamorosamente confermato in toto. A completare quella che appare una vicenda a lieto fine per i candidati, ma che Miur e Funzione Pubblica potevano sicuramente gestire meglio, è …

"Poco media, molto inferiore", di Marina Boscaino

Il Rapporto della Fondazione Agnelli sulla scuola in Italia, appena pubblicato, conferma dati noti: ad alimentare la dispersione scolastica è la media. Da sempre anello debole del sistema di istruzione, la secondaria di primo grado registra e spesso rende definitiva la correlazione tra condizioni socio-culturali ed esiti, ancora contenuta nella primaria: gli studenti con genitori con la licenza media rischiano un ritardo scolastico infatti quattro volte più dei figli di laureati. È tradito il mandato che la Costituzione affida alla scuola: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. È sconfessata la grandiosa idea di scuola come ascensore sociale, concepita nel 1962 con la “media unica”, termine dell’obbligo scolastico, per garantire a tutti lo stesso diritto all’apprendimento fino a 13 anni. Qualcosa non ha funzionato, invece: le carenze che diventano incolmabili nelle superiori hanno origine proprio in una fascia di …

"Bufera sui tirocini: sono troppi. Patroni Griffi blocca il decreto sui 23 mila Tfa, vanno ridotti", di Alessandra Ricciardi

Semplicemente sono troppi, vanno ridotti. I posti autorizzati dal ministero dell’istruzione, uno degli ultimi atti firmati dall’ex ministro Mariastella Gelmini, vanno riportati al fabbisogno «reale» di nuovi docenti. É con questa motivazione che il ministro della funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ha rispedito al mittente il decreto che si apprestava ad avviare in questi giorni 23 mila Tfa, i percorsi universitari di formazione. Nel minino in particolare i tirocini per le scuole secondarie superiori: 15 mila, quasi il triplo rispetto al fabbisogno stimato. Il decreto sui Tfa era stato uno dei motivi di frizione interna già nball’ex maggioranza di governo, con Comunione e liberazione che spingeva perché i numeri fossero ben più sostanziosi di quelli inizialmente indicati dalla Gelmini. Alla vigilia della caduta del governo, la Gelmini apre i cordoni e autorizza più posti di quelli preventivati, rispondendo così a quanti chiedevano più giovani da immettere nel sistema, scalzando l’unicità di fatto delle graduatorie permanenti (da cui lo scorso anno sono state fatte 65 mila assunzioni). Ora tocca al nuovo responsabile di viale Trastevere, Francesco …

"Non c'è crescita senza istruzione", di Patrizio Bianchi

Dopo i decreti «Salva Italia», ora è il momento degli interventi «Cresci Italia». Tuttavia è legittimo domandarsi se l’intero apparato produttivo italiano sia oggi effettivamente in grado di sostenere quell’accelerazione necessaria per tirarci fuori dal pantano in cui ormai da oltre quindici anni siamo finiti. È infatti dalla metà degli anni novanta che il nostro Paese presenta tassi di crescita annuali inferiori a quelli di ogni altro Paese avanzato. L’enfasi sulla finanza e sulla macroeconomia, che oggi tengono banco nel dibattito quotidiano, rischia di confondere la semplice verità dei fatti: se non ripartono produzione e lavoro non c’è crescita. Ma nel mondo d’oggi la crescita è legata alla capacità di essere competitivi, non solo sui prezzi,ma anche sulla qualità dei prodotti e questa è direttamente connessa con le competenze e le conoscenze delle persone. Ed è qui che il nostro sistema produttivo presenta oggi il suo deficit più significativo. I dati che abbiamo di fronte sono chiari: nonostante una significativa crescita delle esportazioni, il paese nel suo insieme non cresce, il che significa che gli …

"Scuola, obbligo di trasparenza tutte le informazioni in rete" di Salvo Intravaia e Federica Carvero

Parte la scuola “open”, la svolta voluta dal ministro Profumo per garantire alle famiglie trasparenza. Dal 12 gennaio basterà collegarsi al sito del Miur per avere tutte le informazioni sugli istituti di ogni ordine e grado: dai corsi attivati alle dotazioni informatiche, dalle statistiche alle performance. Per i genitori sarà anche possibile iscrivere online i propri ragazzi. «Andiamo verso la misurazione di tutto. Va bene, è meglio di niente, ma è triste». È una riflessione amara quella di Paola Mastrocola, 56 anni, scrittrice e insegnante torinese, a proposito del piano trasparenza sulla scuola avviato dal ministro Francesco Profumo. Mettere in rete caratteristiche e performance può aiutare nell´orientamento? «Si tratta certo di un contributo importante. Ma divento triste a pensare che di questo passo finiremo per scegliere tutte le cose della vita grazie a misurazioni e statistiche». Invece? «Invece le cose importanti sono altre. Per esempio potrò scoprire grazie a una tabella quanti insegnanti ci sono, ma mai quanti sono gli insegnanti bravi. D´altra parte, però, da tempo la scuola ha preso questo indirizzo, da quando …

"CresciItalia, studia e poi..Vai via?", di Mila Spiccola

Italia ha 12 anni ed è la più brava della sua classe. Ma di molto più brava. Da grande vuole fare il Presidente della Repubblica e studia come una matta. Persino nei momenti di massima popolarità del “velinapensiero” lei niente: “Da grande farò il Primo Presidente della Repubblica Donna, del resto mi chiamo Italia, e studio”. Glielo abbiamo ripetuto fino alla nausea: se non studi non vai da nessuna parte. Le mento spesso quando la rassicuro e le nascondo la verità. Ma è furba, la verità la conosce perfettamente. Perché, anche se studi, non vai mica chissà dove, contano le conoscenze più deicurricula. Se poi sei donna oltre un certo punto non puoi andare. O no? A meno che non ti accontenti di fare il vicesindaco a Salemi. In quel caso devi essere “anche” carina. Italia è normale. Una bimba normale a vederla che è anormalmente brava. Basterà? Quelli che fanno finta di sconoscerla la realtà sono proprio coloro che dovrebbero mutarla. Donne e posizioni apicali. Di questo sto parlando. Nel nostro Paese le donne …

"Un giorno davanti alla scuola", di Francesco Piccolo

Per l’Istat entro 50 anni gli stranieri saranno un quarto della popolazione.
In classe è già tutto chiaro. Sono una fortuna che arriva dal mare e noi respingiamo. Nel 2065 gli immigrati saranno il 25% così ci dice lo studio demografico dell’Istat. Ogni lettore che ha incamerato questa notizia, sembra si debba chiedere: È una notizia buona? È una notizia cattiva? Sembra che in sintonia con il suo grado di civiltà, ognuno sappia darsi una risposta. E invece sono le domande che non funzionano, a prescindere dalla risposta. Siamo dovremmo essere più avanti. Anzi: siamo più avanti, senza saperlo ancora bene (o averlo accettato). Non sto parlando della politica dell’immigrazione: in quella siamo indietro anni luce ma non c’è da scandalizzarsi troppo: la politica dell’immigrazione è immobile e vetusta come la quasi totalità delle scelte politiche italiane. Ma guardiamo un po’ alla realtà: le nostre scuole sono il luogo giusto per guardare al futuro che è già presente, per comprendere che ciò che costituisce una delle grandi questioni in Europa negli ultimi decenni, in realtà è …