Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

“Mi presento, sono l’avvocato degli scolari”, di Mila Spicola

Buongiorno, sono l’avvocato della categoria studenti 0-12, quella che in genere non parla non si lamenta, non scende in piazza e non occupa. I miei assistiti assistono (non voglio cercar sinonimi) da parecchio tempo allo scontro tra due opposte fazioni ideologiche: a sinistra quella della tesi del «docente eroe, bistrattato, non capito, che lavora in condizioni svantaggiate, pagato poco, dileggiato da tutti, che rimane a soffrire anni di precariato e dopo anni di precariato viene buttato per strada» e a destra quella del «docente non all’altezza, impreparato, che lavora poco, solo 18 ore, in una categoria troppo numerosa e che fa comunque rimanere gli studenti italiani ultimi in lettura e matematica». Esattamente per questo ultimo passaggio i miei assistiti hanno deciso di rivolgersi a me e di agire per le vie legali adombrando accuse di totali incompetenza e superficialità nell’affrontare problemi e questioni che in fondo in fondo riguarderebbero per primi loro. Primo punto. Le ragioni e le cause per i mali addotti da entrambe le fazioni sono ascrivibili a responsabilità individuali dei docenti, a …

“Piccoli bulli crescono in tempi di crisi”, di Carlo Buttaroni

Benvenuti nel mondo dei giovani senza identità, dove le storie di vita s’incrociano, dove innocenza e violenza si mescolano senza soluzione, dove il disagio è negli sguardi anche di chi ha l’aria sfrontata e l’atteggiamento da «bullo». Benvenuti nel mondo dei giovani oltre i limiti, bambini diventati adolescenti sulle note del Grandefratello, con i sogni presi in prestito da una pubblicità che trasforma la vita in un videogame e i sentimenti condensati sul display di un cellulare. Giovani cresciuti sotto il segno della globalizzazione, della comunicazione mobile, di internet e delle classi multietniche. Lo abbiamo immaginato come un mondo di speranze, lo abbiamo scoperto carico di incognite. Benvenuti nel mondo dove vittime e carnefici si nutrono dello stesso disagio, condividono le stesse paure e le stesse insicurezze. E insieme percorrono il miglio verde che separa la vita dalla sua dissolvenza. L’ultimo tratto di strada di una generazione sulla quale nessuno ha investito nulla. Non i politici, alla ricerca di consensi e voti; non i media, perché ci sono copie da vendere e obiettivi di audience …

“Apprendimento permanente e competenze dei cittadini”, di Fabrizio Dacrema

La prima indagine Piaac (Programme for the International Assessment of Adult Competencies) dell’Ocse sulle competenze dei cittadini di 24 paesi in età compresa tra 16 e 65 anni conferma il grave deficit formativo italiano. Lo studio ha misurato le competenze linguistiche e matematiche della popolazione adulta e ha messo in evidenza per l’Italia una pesante situazione di analfabetismo funzionale, cioè l’incapacità di utilizzare le abilità di lettura, scrittura e calcolo in modo adeguato per lavorare e vivere nella società contemporanea. L’Italia, infatti, si colloca all’ultimo posto nelle competenze linguistiche e al penultimo in quelle matematiche. I risultati non dovrebbero stupire: il 45% degli italiani tra 25 e 64 anni arriva al massimo alla licenza media contro una media OCSE del 27%, mentre i laureati tra 55 e 64 anni sono il 10% contro il 22% OCSE e quelli tra 25 e 34 anni sono il 20% contro il 37% OCSE. Inoltre gli adulti che accedono alla formazione sono solo il 6% e l’obiettivo europeo di averne almeno il 15% entro il 2020 appare molto lontano. …

“L’alfabeto perduto dell’Italia: una educazione per gli adulti”, di Benedetto Vertecchi

Trascorso oltre un quarto di secolo da quando Allan Bloom, in un libro che suscitò un enorme scalpore, affermò che era in atto un’enorme regressione nel possesso di competenze alfabetiche, la cui conseguenza era che decine di milioni di americani, malgrado avessero fruito mediamente di nove anni di educazione scolastica, era incapace di comprendere un semplice messaggio scritto. Per porre fine alle polemiche seguite alla pubblicazione del libro, importanti organizzazioni di ricerca, degli Usa e del Canada, decisero di rilevare i dati direttamente su un campione della popolazione: il risultato fu che il quadro era ancora peggiore di quello che Bloom aveva ipotizzato. L’allarme derivante da quelle prime rilevazioni fu tale che l’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) decise di proseguire nella misurazione delle competenze alfabetiche degli adulti in età compresa tra i 16 e i 65 anni. Quell’iniziativa ebbe in- dubbiamente il merito di diffondere la consapevolezza circa i fenomeni involutivi che stavano interessando la cultura delle popolazioni, ma anche il limite di collegare troppo strettamente il possesso di competenze alfabetiche …

“Emergenza alfabetica”, di Maurizio Tiriticco

La recente pubblicazione del rapporto OCSE PIAAC, realizzato in Italia dall’ISFOL circa i livelli di alfabetizzazione della popolazione del nostro Paese – gli adulti tra i 16 e i 65 anni, tra cui anche i laureati – mi ha veramente preoccupato. Occupiamo soltanto il 23esimo posto!!! E menomale che la ricerca ha riguardato solo 26 Paesi e non tutti i 34 che fanno parte dell’Ocse! Altrimenti, dove ci saremmo collocati? E’ anche vero che nel nostro Paese, in fatto di scuola, non si investe come si dovrebbe. Ci troviamo al penultimo posto (31esimo su 32 paesi) per la spesa destinata all’istruzione con il 9% del totale degli investimenti pubblici, contro una media Ocse del 13%. L’allarme è alto! Ed per questo che ieri ho scritto una preoccupata lettera a Tullio De Mauro che trascrivo: “Caro Tullio! A volte ho paura di vedere nero perché i vecchi sono sempre laudatores temporis acti, ma non è così! Proprio in coincidenza con la Giornata mondiale dell’insegnante l’Ocse pubblica quei dati disastrosi relativi alla nostra montante incompetenza alfabetica. Ho …

“Quei ragazzi perduti”, di Gianna Fregonara

C’è un battaglione di giovani perduti nei dati pubblicati ieri dall’Ocse: si tratta di oltre un milione e mezzo di ragazzi che ancora non hanno trent’anni e non hanno neppure le «competenze adeguate» per potersi muovere nel mondo del lavoro. Più di un milione — sono ragazzi tra i 16 e i 24 anni — non ha un titolo di studio sufficiente per poter lavorare, si legge nelle pagine del rapporto che ci condanna ancora all’ultimo posto, fanalino di coda dell’educazione per quanto riguarda la lettura/scrittura e penultimi nella matematica. La novità triste di questi dati — che invece segnano finalmente una parità di competenza tra uomini e donne almeno per quanto riguarda la lingua italiana, per la matematica non è ancora così — è che non è soltanto il cosiddetto analfabetismo di ritorno, cioè quello di chi per troppo tempo non si è più occupato della propria formazione, il problema principale degli italiani. Ma un vero e proprio analfabetismo: chi va a scuola — soprattutto al Nord — ha performances molto più simili a …

Italiani, un popolo di nuovi analfabeti “Ultimi in classifica tra i paesi sviluppati”, di Simonetta Fiori

Siamo gli ultimi. Dopo il Giappone e gli Stati Uniti, dopo l’Australia e la Germania, e anche dopo l’Estonia, Cipro, l’Irlanda e i ventitré paesi che fanno parte dell’Ocse, ossia del mondo sviluppato e democratico. L’Italia è all’ultimo posto per competenze alfabetiche e al penultimo per quelle matematiche, in sostanza per quelle facoltà ritenute essenziali per la crescita individuale, l’inclusione sociale e un corretto esercizio di cittadinanza. I primi dati dell’indagine Piaac (Programme for the International Sessment of Adult Competencies)— svolta tra il 2011 e il 2012 presso la popolazione tra i 16 e i 65 anni, su iniziativa dell’Ocse e realizzata in Italia dall’Isfol — confermano un primato drammatico. Soltanto una piccola parte della popolazione italiana — meno del 30 per cento — possiede quei livelli di conoscenza che sono considerati «il minimo per vivere e lavorare nel XXI secolo». Con un netto divario tra Centro-Nord e Mezzogiorno. E un deficit crescente — tra il nostro e gli altri paesi — man mano che avanziamo nei livelli di istruzione. Per le università italiane, una …