Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Così si è ristretto il vocabolario", di Mariapia Veladiano

È la lingua del mercato. Mi piace, non mi piace. Voglio, non voglio. Compro, non compro. Stupendo, orrendo. Santo, delinquente. Italiano, straniero. Fascista, comunista. Amico, nemico. Noi, loro. Semplificata, poche parole, scalpellate e puntute, da tirarsi in testa all’occorrenza. Poche idee. Scalpellate anche loro. Niente sfumature, solo quelle di grigio, rosso o nero, all’occorrenza. Chi insegna conosce bene questa lingua. La trova nei temi e nei saggi brevi, che dovrebbero argomentare e invece hanno la protervia (superbia insolente, arroganza ostinata, sfrontata, petulante, scrive il dizionario Treccani) di un oracolo a fine carriera. È fatta di frasi brevi, assertive. Parole pochissime, come fendenti. Gonfie, retoriche, slogan. Si spiega con rigore che la propria tesi va sostenuta con parole il più possibile chiare e condivise, che la tesi contraria ci deve essere sempre presente, perché qualche elemento di ragione ha da avere con sé e comunque si deve essere pronti a confutarla. Si ricorda che è un’arte il pensare, come il parlare. E invece. La lingua che la maggior parte di noi conosce e usa quasi non …

"Il M5S e quell'altezzosa voglia di non partecipare", di Giuseppe Grasso

Gli esponenti del M5S cominciano a farsi conoscere (o meglio riconoscere). Ieri, nel colloquio avuto con Bersani, ripreso in diretta streaming, un loro drappello ha espresso il suo no categorico a ogni tipo di appoggio. La cittadina Roberta Lombardi forse non sa che il Pd può essersi anche giocato la propria «credibilità» sulla ribalta della politica; ma il neonato Movimento di cui lei è portavoce – e su cui un terzo degli elettori italiani ha scommesso – dovrà tagliare il suo nastro, a un certo punto, se non vuole che la fiducia che gli è stata accordata possa sfuggirgli come sabbia tra le dita. Non sapere non è una colpa. Diventa però difficile anche solo interloquire con chi è inconsapevole e crede di sapere mentre è vittima della più completa ignoranza. Sono stati i Cinque Stelle a voler andare in onda, e sembrava un nobile desiderio di trasparenza civica. In soli 31 minuti, invece, lo spettacolo si è fatto imbarazzante. Si è capito che non era un desiderio elevato. Era un bisogno, e di quelli …

"Libri digitali, aspra polemica editori-Profumo", da Tuttoscuola

L’Aie, Associazione italiana editori, alza ulteriormente il tiro contro il decreto ministeriale che dispone di adottare dall’anno scolastico 2014-2015 solo libri nella versione digitale o mista. Una nota dell’associazione definisce il provvedimento “dannoso e inapplicabile” perché non tiene conto della “insufficienza infrastrutturale delle scuole (banda larga, WiFi, dotazioni tecnologiche…), rappresentata, con dati e confronti molto eloquenti, poche settimane fa dall’indagine dell’Ocse” e ignora le “pesanti ripercussioni sui bilanci delle famiglie, sulle quali si vogliono far ricadere i costi di acquisto delle attrezzature tecnologiche (pc, portatili, tablet…), quelli della loro manutenzione e quelli di connessione, che nelle altre esperienze europee e degli altri paesi a ovest e a est dell’Europa sono solitamente affrontate con consistenti finanziamenti pubblici”. Ben diverso il punto di vista del titolare di viale Trastevere, riflesso nel decreto, secondo cui nel caso in cui l’intera dotazione libraria sia composta esclusivamente da libri in versione digitale la sforbiciata ai tetti di spesa arriverebbe al 30% e i risparmi ottenuti potrebbero essere utilizzati dalle scuole per dotare gli studenti dei supporti tecnologici necessari (tablet, PC/portatili). …

Lingue e laboratori ecco che cosa vogliono gli studenti del futuro", di Flavia Amabile

Materie scientifiche, lingue, manualità: è questo che hanno scelto buona parte delle famiglie e degli studenti italiani alle prese con le iscrizioni alle scuole superiori per l’anno scolastico 2013/2014, dopo un anno di crisi durissima che ha portato altri tagli anche alle speranze oltre che ai posti di lavoro.mÈ lì che gli italiani immaginano che esista ancora un futuro: nei numeri o nella scienza, nella fuga all’estero o in un’attività manuale. Finita l’epoca degli italiani popolo di umanisti e letterati, quasi azzerate le possibilità di guadagnare qualcosa con le parole, i nuovi adolescenti si affidano ad altro. Calano quindi le iscrizioni al liceo classico: sono in 31591 ragazzi a sceglierlo, ma dal 6,6 per cento del totale dello scorso anno sono scesi al 6,1 per cento del totale. Calano anche gli iscritti al liceo scientifico: sono 85008 ad averlo scelto, il 16,5 per cento del totale contro il 18,1 per cento dello scorso anno. Inarrestabile invece, l’ascesa di licei linguistici e scientifici applicati. Il primo è stato scelto da 43172 ragazzi, l’8,4 per cento del …

"Tagli all'istruzione, l'Ue contro l'Italia", di Salvo Intravaia

L’Italia ha tagliato più di qualsiasi altro Stato europeo sull’istruzione e da Bruxelles arriva una autentica strigliata. “Sono tempi difficili per le finanze nazionali ma abbiamo bisogno di un approccio coerente in tema di investimenti pubblici nell’istruzione e nella formazione poiché questa è la chiave per il futuro dei nostri giovani e per la ripresa di un’economia sostenibile nel lungo periodo”. Come dire: la crisi c’è ma occorre capire cosa tagliare. La tirata di orecchie all’Italia arriva direttamente dalla Commissione europea che ha passato in rassegna i bilanci dei 27 Paesi membri scoprendo che negli ultimi tre anno soltanto otto hanno tagliato sull’istruzione. E l’Italia è la prima. “Se gli Stati membri non investono adeguatamente nella modernizzazione dell’istruzione e delle abilità – ha affermato Androulla Vassiliou, commissario europeo responsabile per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù – ci troveremo sempre più arretrati rispetto ai nostri concorrenti globali e avremo difficoltà ad affrontare il problema della disoccupazione giovanile”. Un vero e proprio avvertimento neppure troppo velato al nostro Paese che soprattutto dopo il 2008 …

Convegno: "La scuola prima di tutto", riflessioni

Mentre l’Italia taglia alla scuola pubblica, prelevando risorse quasi fosse un bancomat – come potete leggere in sintesi in questo articolo https://preview.critara.com/manughihtml/?p=41284 – in Emilia abbiamo affrontato il terremoto a partire dall’investimento nell’istruzione e in nuove scuole. È una differenza di scelte che non può passare inosservata e che dimostra che la buona politica esiste già. Ne stiamo discutendo a Mirandola al convegno “La scuola prima di tutto” Ricomporre le ragioni dello stare insieme a partire dalla scuola: questo è stato l`obiettivo dopo la tragedia del terremoto. In queste poche parole si racchiude il senso di quanto abbiamo fatto per ripartire. Ce lo riconoscono anche coloro i quali non mancano – giustamente – di ricordarci quanto ancora non va nella ricostruzione ( a partire dalle difficoltà nell’erogazione dei contributi per gli edifici privati e produttivi): leggere ieri questo articolo dal Sole 24 ore https://preview.critara.com/manughihtml/?p=41273 ci ha inorgoglito e ci ha dato la conferma che iniziare dalla scuola è stato il passo giusto per intraprendere il lungo cammino della ricostruzione. Siamo consapevoli che il nostro percorso …

"Docenti inidonei, firmato il decreto che li fa diventare Ata", da Tuttoscuola

Il ministro Profumo ha firmato il decreto che dispone il passaggio nei ruoli Ata (ausiliari, tecnici, amministrativi) dei docenti inidonei. Lo rende noto la Flc-Cgil che parla di “decreto della vergogna”. Il ministero ha consegnato ai sindacati il testo del decreto che dà attuazione al disposto della legge n. 135 del 7 agosto 2012, la quale ha previsto il passaggio dei docenti inidonei fuori ruolo della scuola e i titolari nelle classi di concorso C999 e C555 nei ruoli Ata. Dall’ultima rilevazione fatta dal Miur questo provvedimento – informa la Flc – riguarderà, ad oggi, 3.084 docenti inidonei, 460 titolari sulla C999 e 28 titolari sulla C555. “Un ministro, che è stato inadempiente su tanti obblighi di legge, ad esempio le mancate immissioni in ruolo del personale Ata, l’attivazione dell’organico funzionale e l’attivazione dell’organico di ‘reti di scuole’ dove questi docenti avrebbero potuto trovare un qualificato utilizzo che avrebbe valorizzato la loro esperienza lavorativa (e anche in funzioni non didattiche), decide di firmare come suo ultimo atto – osserva il sindacato – proprio questo decreto! …