“La condizione per arrivare al 2015”, di Claudio Sardo
In un Paese normale oggi si discuterebbe soprattutto dei timidi, eppure importanti segnali di ripresa europea: di come rafforzarla – a fronte del rallentamento delle economie emergenti – e di come evitare che la disoccupazione resti una variabile indipendente. In un Paese normale si discuterebbe con serietà di riforme, dopo il fallimento della seconda Repubblica. Altro che presidenzialismo! Dobbiamo ammodernare e rendere efficiente quel sistema parlamentare, che i nostri costituenti ci hanno consegnato e che nell’ultimo ventennio è stato manomesso (mentre nel resto d’Europa funziona bene). Invece, mentre l’Egitto diventa l’epicentro di un Medio oriente destabilizzato e potenzialmente esplosivo, mentre l’Occidente mostra la sua drammatica impotenza, in Italia si parla di Berlusconi che non ha ancora deciso se ribellarsi (?) o accettare la condanna a suo carico. Si parlasse almeno del futuro della destra dopo Berlusconi, dell’ormai inevitabile cambiamento di uomini e di strategie, dell’apporto (o della rinuncia) della destra al governo Letta e a questa breve legislatura, che comunque non potrà spingere le elezioni politiche oltre la primavera del 2015. Invece no. Da noi …