Anno: 2013

“La condizione per arrivare al 2015”, di Claudio Sardo

In un Paese normale oggi si discuterebbe soprattutto dei timidi, eppure importanti segnali di ripresa europea: di come rafforzarla – a fronte del rallentamento delle economie emergenti – e di come evitare che la disoccupazione resti una variabile indipendente. In un Paese normale si discuterebbe con serietà di riforme, dopo il fallimento della seconda Repubblica. Altro che presidenzialismo! Dobbiamo ammodernare e rendere efficiente quel sistema parlamentare, che i nostri costituenti ci hanno consegnato e che nell’ultimo ventennio è stato manomesso (mentre nel resto d’Europa funziona bene). Invece, mentre l’Egitto diventa l’epicentro di un Medio oriente destabilizzato e potenzialmente esplosivo, mentre l’Occidente mostra la sua drammatica impotenza, in Italia si parla di Berlusconi che non ha ancora deciso se ribellarsi (?) o accettare la condanna a suo carico. Si parlasse almeno del futuro della destra dopo Berlusconi, dell’ormai inevitabile cambiamento di uomini e di strategie, dell’apporto (o della rinuncia) della destra al governo Letta e a questa breve legislatura, che comunque non potrà spingere le elezioni politiche oltre la primavera del 2015. Invece no. Da noi …

“La mossa del Colle che toglie ogni alibi”, di Claudio Tito

Gli alibi a questo punto sono caduti per tutti. Per il centrodestra, per il centrosinistra e soprattutto per il governo. La mossa di Napolitano ha strappato il velo delle contrapposte ipocrisie. Adesso nessuno può avere giustificazioni. Ognuno deve dimostrare di essere in grado di svolgere il compito che gli è stato affidato dal Quirinale e, in primo luogo, dagli elettori. La mossa del presidente della Repubblica, infatti, produce potenzialmente effetti già dalla prossima settimana. Di fatto, ha consegnato a Palazzo Chigi una sorta di lasciapassare per un altro anno. Una green card per arrivare a luglio 2014, quando prenderà il via il semestre di presidenza dell’Unione europea. Si tratta di una boccata d’ossigeno rilevante per un esecutivo che fino ad ora è stato strattonato dalla tempesta giudiziaria che ha investito il capo del Pdl, Silvio Berlusconi, e anche dagli imbarazzi del Pd a far parte di una coalizione di larghe intese. Una difficoltà che ha impedito al Partito democratico di imporre almeno segmenti della sua linea al governo. Lasciando che fosse il centrodestra a caratterizzare …

“Dalle tasse alle riforme, le affinità elettive a Cinque stelle”, di Toni Jop

Mille anni fa, eravamo più piccoli. Nel movimento, quello che avevamo alimentato con i nostri corpi e con le nostre fervide coscienze spesso sfidando l’incoscienza, veleggiava una parola d’ordine, tra le altre: presalario per tutti, all’università. Cioè: il contributo pubblico per affrontare gli studi doveva essere esteso agli studenti, senza badare al censo. Ci pareva una cosa buona: era il modo, così riflettevamo, per cancellare almeno all’interno del recinto scolastico l’odiosa separazione che la classe sociale imponeva anche ai ragazzi per le strade del mondo. Ci sembrava, in altre parole, una via per garantire alla scuola una sorta di extraterritorialità benevola, garantita, molto tecnica. Andammo a sbattere contro il senso del Pci per le cose, per la giustizia sociale: il partito di Berlinguer non cedette un millimetro, il presalario doveva andare solo a chi non aveva i numeri bancari per sostenere un corso di studi. Volò anche qualche ceffone, in assemblea, ma noi sbagliavamo e aveva ragione il Pci: che senso aveva caricare sulle spalle dei contribuenti, in genere non facoltosi, il peso di una …

“Stage o buccia di banana?”, da ScuolaOggi

Ha fatto discutere e inquietare i sindacati, ma qualcuno dice anche i vertici ministeriali, la mossa “feriale” dell’INVALSI, il nostro istituto di valutazione, di promuovere una scuola estiva di valutazione (un Vcamp, uno stage, quasi per rinverdire gli allori dei campi estivi scout) e di rivolgerla a 100 fortunati partecipanti, convocati a Roma dal 25 agosto al 1° settembre 2013. Dove sta lo scandalo? Forse che un ente pubblico, con una sua riconosciuta autonomia istituzionale, amministrativa e scientifica, non può liberamente organizzare uno stage di formazione? Qualche approfondimento tecnico-scientifico? Qualche evento culturale? Messa in questi termini la proposta dello stage non fa una piega, ma evidentemente c’è dell’altro se il 1° agosto u.s. i cinque sindacati più rappresentativi della scuola hanno preso carta e penna ed hanno esternato il loro disappunto al Ministro M.C. Carrozza per il modo in cui l’INVALSI si sta muovendo, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 4 luglio 2013 del DPR 28-3-2013, n.80 che regolamenta l’avvio del Sistema Nazionale di Valutazione. E proprio qui sta la commedia degli equivoci. Il …

Intervista a Carlo Padoan «I mercati iniziano a crederci», di Bianca Di Giovanni

I segnali ci sono, gli indici cominciano a cambiare di segno, le aspettative sembrano più rosee. Eppure nessuno sa veramente se il ciclo è a una svolta o meno. «Quello che ancora non si vede sono gli investimenti delle imprese», spiega Pier Carlo Padoan vicesegretario generale dell’Ocse. Insomma, siamo su un crinale che potrebbe condurre ad esiti imprevedibili. Tutta l’Europa condivide questa incertezza, perché soffre ancora di problemi strutturali profondi. Intanto in Italia si dibatte sull’Imu. «La questione delle tasse va affrontata in un quadro complessivo: non si risolve con un unico tributo», avverte Padoan. Professore, dopo i dati diffusi da Eurostat si può parlare di ripresa in Europa? «La questione è che ci sono vari indicatori che messi assieme indicano un punto di svolta, e che nei prossimi mesi il Pil in Europa avrà un segno positivo. La domanda è: si tratta di una vera inversione del ciclo?». E come risponde a questa domanda? «Per rispondere bisogna chiedersi da dove sta venendo questa ripresa. I segnali positivi sono sostenuti soprattutto dalla crescita delle esportazioni, …

“La destra oltre il Cavaliere”, di Carlo Galli

Il Capo dello Stato ha fatto chiarezza sulla vicenda Berlusconi, riportandola alle sue giuste dimensioni, cioè privatizzandola. Non può essere fatto valere, di fronte alla legge, un plusvalore politico; non si può giocare la legittimità derivante dal voto popolare contro la legalità degli ordinamenti; non esistono eccezioni personali davanti alla norma uguale per tutti; non si può pensare a patteggiamenti fra un reo e lo Stato come se fossimo davanti a due Stati sovrani che cercano un punto d’equilibrio fra i loro interessi. In quanto rappresentante della nazione, Napolitano ha anteposto l’interesse collettivo (la stabilità politica necessaria in questa delicata fase economica) al caso personale di un pur importante uomo politico; ha distinto il pubblico dal privato; ha, insomma, disgiunto quello che Berlusconi ha sempre confuso, l’Italia e il proprietario di Mediaset. E ha implicitamente invitato il Cavaliere a fare altrettanto, ossia a non far cadere il governo, da una parte, e, dall’altra, ad affrontare l’iter che il verdetto della Cassazione gli prospetta: decadenza dal Senato, accettazione della pena, sottomissione all’incandidabilità. Quale che sia l’esito …