Anno: 2013

“Non si gioca con le istituzioni”, di Massimo Luciani

Scaricare tensioni sulle istituzioni è pericoloso. Bisogna evitarlo, nell’interesse del Paese. «Quale furia di genti straniere, quale ferocia dei barbari può essere paragonata a questa vittoria di cittadini su altri cittadini»? Così, ne La Città di Dio, scriveva Sant’Agostino, riflettendo sulle guerre civili che avevano insanguinato a lungo Roma. E non lo scriveva a caso. Già i classici più antichi avevano posto la guerra civile tra i mali peggiori che possano affliggere una comunità politica, e più avanti l’avrebbero pensata nello stesso modo i fondatori del pensiero politico moderno. Quando si evoca la guerra civile, dunque, si tocca un oggetto esplosivo, da maneggiare con cura. Questa cura non la mostrano tutti: lo spauracchio della guerra civile, anzi, è agitato sempre più frequentemente e senza la minima riflessione sulla storia dei concetti e sul significato profondo delle parole che si usano. Sarebbe sciocco affettare un’ingenua sorpresa o uno scandalizzato sdegno. In politica la tattica ha una sua importanza, sempre più evidente in periodi di accelerazione dei tempi di formazione dell’opinione pubblica, sicché l’uso tattico e ad …

“Il punto di rottura”, di Claudio Sardo

Alla favola di Berlusconi colomba tra i falchi cattivi del PD può credere solo un fesso. Il falco è Berlusconi, che muove i ricatti dei suoi sullo scacchiere politico, e che ancora non ha deciso se far cadere il governo e tentare la corsa al voto. Un punto però è fermo nella sua strategia: la colpa di un even- tuale crollo della legislatura deve ricadere tutta sul Pd. Ciò spiega la propaganda, la tattica, le parole oltre il limite dell’eversione, fino alle minacce al Capo La condanna penale definitiva del leader della destra italiana ha segnato uno spartiacque. La Cassazione ha smentito tutti co- loro che scommettevano sul «salvacondot- to», che straparlavano di «inciucio», che deliravano sulla «pacificazione». La divisione dei poteri e l’autonomia costituzionale dell’ordine giudiziario erano la pre-condizione di questo governo, che mantiene nel- la propria missione il ripristino di una normalità e di una efficienza democratica. L’esecutivo guidato da Letta, che non si fonda su una vera alleanza politica, non po- teva certo fondarsi su uno scambio ignobile tra politica e giustizia. …

“Il governo è un’istituzione ed è bene ricordarselo”, di Eugenio Scalfari

Qualche settimana fa, già in vista della sentenza che la Cassazione ha emesso giovedì scorso, il direttore di questo giornale, Ezio Mauro, aveva usato la parola “dismisura” per definire l’influsso improprio che Silvio Berlusconi ha esercitato per vent’anni sulla fragile democrazia di questo paese. La parola dismisura mi colpì molto per la sua efficace rappresentatività. Un uomo posseduto da un’egolatria straripante, con capacità di imbonire non solo una parte rilevante di popolo ma addirittura di deformare il funzionamento di istituzioni da tempo asservite ai partiti politici dominanti, guidava il paese con una ricchezza di assai dubbia provenienza, un impero mediatico di proporzioni inusitate, una spregiudicatezza politica senza limiti. Del resto l’allarme di Repubblica nei confronti di quel personaggio così anomalo ad ogni principio democratico era scattato da tempo, quando Silvio Berlusconi non aveva ancora fatto il suo ingresso in politica ma già aveva con i politici contatti e rapporti di complicità e addirittura di compravendita. La nostra campagna era cominciata fin dagli ultimi anni Ottanta ed è del ’92 l’articolo da me pubblicato con il …

“Ispiratori e mandanti, la caccia infinita”, di Gigi Marcucci

Un filo nero che collega stagioni diverse della strategia della tensione. Un bandolo afferrato tra i primi da Mario Amato, il magistrato assassinato dai neofascisti dei Nar, Nuclei armati rivoluzionari, un mese e pochi giorni prima che la stazione di Bologna esplodesse. Intuito da Tina Anselmi, infaticabile presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2. E forse anche da Giovanni Falco- ne, che quando decise di lasciare la magistratura aveva da poco messo a fuoco il centro Scorpione, emanazione trapanese di Gladio. Forse si griderà al complottismo, alla riesumazione della teoria del “Grande Vecchio”, dopo le parole che la presidente della Camera Laura Boldrini e Paolo Bolognesi, deputato e presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage del 2 agosto, hanno dedicato ai mandanti del più gra- ve attentato del dopoguerra. Ma punti di contatto o semplici coincidenze, collegamenti e veri e propri intrecci, continuità e contiguità emergono prepotentemente da milioni di pagine digitalizzate allegate alle memorie che l’Associazione 2 agosto ha depositato in Procura a Bologna. Atti dei processi per mafia o per fatti …

“In fuga dal mare bollente lo strano caso dei pesci spiaggiati sull’Adriatico delle vacanze”, di Jenner Meletti

Piccoli pescatori sono contenti: il mare sembra la vasca di un grande allevamento. Milioni di piccoli cefali, di paganelli e di altri pesci nuotano nell’acqua alta appena due spanne e i bambini li inseguono con i loro retini. Sembra una festa ma invece è un’agonia. I pesci sono a riva perché cercano l’ossigeno. E se non lo trovano rischiano di morire, come è successo a milioni di altri pesci, su questo litorale piatto che parte dal delta del Po e arriva fino alle dighe del porto di Ravenna. Li hanno portati via con i camion, i pesci morti per asfissia. Milioni di cannolicchi, granchi e anche anguille. La strage è cominciata lunedì, quando si è alzato il vento di libeccio, dalla terra verso il mare. E potrà ripetersi perché il caldo — una delle cause della morìa — crescerà ancora per almeno una settimana. Fa impressione, il mare che uccide i suoi pesci. «I banchi si spingono fin quasi a toccare la spiaggia — dice Attilio Rinaldi, biologo del Centro ricerche marine di Cesenatico — …

Quella “piccola evasione” che ha fruttato a Silvio 360 milioni di fondi neri, di Piero Colaprico

«Con quello che pago di tasse, è ridicola l’accusa di aver evaso così poco», andava ripetendo Silvio Berlusconi, poco prima della batosta in Cassazione. È vero, l’ex presidente del consiglio è rimasto impigliato per un «pezzettino » di tasse non pagate: ma la realtà racconta una storia totalmente diversa. La contabilità gonfiata sulla compra-vendita dei diritti tv ha permesso la creazione almeno di 360 milioni di dollari di fondi neri: e se si è potuto procedere solo per i circa 6 milioni di euro sottratti al fisco nel 2002 e 2003, «vi è la piena prova, orale e documentale, che Berlusconi – questo si legge in sentenza definitiva – abbia direttamente gestito la fase iniziale dell’enorme evasione fiscale realizzata con le società off shore». Pochi fatti, nudi e crudi, bastano. I PREZZI GONFIATI «Picchia giù con i prezzi» si sentiva dire un’impiegata dell’ufficio contratti dal suo superiore. Per comprendere il senso della frase bisogna sapere che c’era un pugno di manager di provata fede berlusconiana. E questi adottavano per la compravendita dei diritti tv un …