Anno: 2013

“Cambiare, non farsi cambiare”, di Claudio Sardo

In un paese normale Roberto Calderoli si sarebbe dimesso da vice-presidente del Senato dopo l0oltraggio alla Ministra Kyenge, Angelino Alfano si sarebbe dimesso da titolare degli Interni dopo la rendition della signora Shalabayeva avvenuta nel disprezzo della dignità nazionale, e anche la ministra Emma Bonino starebbe riflettendo sul da farsi. Ma non siamo un Paese normale. Come dimostra anche lo stato della maggioranza che sostiene il governo. Una maggioranza che ha le sembianze delle Grande coalizione, che viene contestata dai suoi oppositori come l’espressione dell’inciucio, ma che in realtà non si fonda sulla benché minima alleanza politica. Il governo Letta è il comitato esecutivo di un Parlamento privo di maggioranza, ha un programma di ricostruzione emergenziale (lavoro, crisi sociale, riforme in grado di scongiurare l’esito nullo delle prossime elezioni), tuttavia è indebolito quotidianamente da conflitti e tatticismi di ogni genere. Ad ogni tornante si spalancano le porte della crisi: che si parli di Imu o delle sentenze su Berlusconi, del caso kazako o di legge elettorale. Il paradosso è che a rendere fragile il governo …

“Zanonato: in autunno via Imu e stop all’Iva”, di Roberto Petrini

Il governo è al lavoro per eliminare l’Imu sulla prima casa. E per stoppare l’aumento dell’Iva. Lo ha detto ieri il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato: «Penso che all’inizio dell’autunno sarà possibile dare l’annuncio». La dichiarazione dell’ex sindaco di Padova giunge dopo gli esiti incerti della riunione della “cabina di regia” e il giorno dopo il rilancio ufficiale della spending review. E al G20 a Mosca il governatore di Bankitalia, Visco, lamenta: «L’instabilità politica frena la ripresa». «Penso che all’inizio dell’autunno sarà possibile annunciare che non ci sarà un punto di Iva in più e non ci sarà l’Imu sulla prima casa». Il ministro per lo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, in una intervista al Tg1, serve la soluzione dell’»ingorgo fiscale» ben prima della pausa di Ferragosto e prima ancora dell’impegno preso dalla «cabina di regia» governo-maggioranza, nella riunione di giovedì scorso, di agire sulle due tasse «incombenti » entro il 31 agosto. Il governo, ha aggiunto Zanonato, sta lavorando per «stabilizzare » le misure prese prima dell’estate: ovvero i due contestati «rinvii», quello dell’Imu (dal …

“Il solo modo per salvare un governo ammaccato”, di Eugenio Scalfari

La mozione di sfiducia individuale contro il ministro dell’Interno (e vicepresidente del Consiglio) Angelino Alfano è stata respinta con il voto pressoché compatto dei tre partiti della “strana maggioranza”. Nel Pd ci sono stati tre astenuti e tre assenti nei confronti dei quali (voglio sperare) non ci sarà alcuna censura. Si tratta infatti di un tipico caso di obiezione di coscienza motivato dal fatto che sia Enrico Letta, sia il segretario Epifani e sia il presidente della Repubblica avevano definito il caso kazako come incredibile e intollerabile al punto da rivolere indietro madre e figlia incautamente e inopportunamente estradate in Kazakhstan. Resta tuttavia in piedi la questione della permanenza al governo di Alfano, sanata solo parzialmente dalla non del tutto provata sua ignoranza dei maneggi dei suoi più intimi collaboratori, in parte già sostituiti nei ruoli che avevano. Enrico Letta ha assunto su di sé la certificazione di quella ignoranza-innocenza, ma resta comunque aperta la questione della responsabilità politica che rappresenta uno dei cardini della pubblica amministrazione. L’ha ricordato ieri su questo giornale Stefano Rodotà, …

“Passo indietro indispensabile”, di Michele Prospero

Forse nessuno più di Alfano è consapevole che il voto del Senato non ha chiuso un pasticciaccio che lascia in giro molte ruggini. La crisi è stata al momento riassorbita, senza gravi contraccolpi. Solo grazie all’autorevolezza del Colle e al senso di responsabilità per l’ennesima volta mostrato dal Pd le istituzioni non precipitano nel caos. Non è certo su queste precarie condizioni, di uomo salvato per grazia ricevuta, in ragione cioè di reiterate e sin troppo costose prove di ragion di Stato, che però Alfano confidava per accreditarsi come il capo dell’ala politica della destra, capace di trarre un qualche senso politico costruttivo dall’esperienza controversa del governo di servizio. Ora, se non coglie le ineluttabili conseguenze politiche della vicenda, il segretario del Pdl rischia di essere risucchiato proprio dalle componenti più oltranziste del suo schieramento. Cioè da quelle pattuglie barricadiere che, al progetto di una destra capace di avventurarsi oltre le spine della custodia giudiziaria del capo, non guardano neppure alla lontana. E non aspettano altro che gli echi di sentenze scomode per mettere in …

Alta tensione nel Pd «Teniamo aperto il caso», di Maria Zegarelli

Il Pd compatto contro la sfiducia ad Alfano per salvaguardare il governo. Tre senatori non partecipano al voto. Ma le tensioni e i malumori in casa democratica restano per l’affare inaudito che ha coinvolto il Viminale. Il Pd tiene aperto il caso. Lo dice Zanda in aula, ma lo dicono anche senatori e deputati: è stata danneggiata la credibilità dell’Italia, bisogna riparare al più presto. La frase che più deve aver fatto saltare i nervi ad Angelino Alfano è quella che il capogruppo Pd Luigi Zanda pronuncia quasi al termine del suo durissimo intervento in aula: «Lo dico per inciso, onorevole Alfano, ma forse può essere utile valutare se nelle 24 ore della sua giornata ci sia sufficiente tempo per la segreteria del suo partito, la vice presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero dell’Interno». Alfano sbraccia, guarda Silvio Berlusconi, si chiede dove voglia arrivare il senatore Pd. Poche ore più tardi il segretario del Pd Guglielmo Epifani, intervistato dal Tg, è ancora più esplicito: «Il problema che io vedo è che di fronte …

“Ventimila imprese per spingere l’export. Il piano del governo”, di Daniele Taino

Se vuole uscire dalla lunga stagnazione dell’economia, diventata poi recessione, l’Italia dovrà smettere di concentrarsi sul proprio ombelico, dovrà alzare lo sguardo e puntare ai mercati esteri. Il governo Letta ne sembra convinto. In realtà, a parole lo sono tutti: l’esecutivo, però, ha individuato alcune tendenze internazionali che le imprese del Paese possono potenzialmente cavalcare e si sta dando un programma per spingerle a farlo. Una volta tanto con obiettivi misurabili. Le esportazioni, per dire, nel 2012 hanno raggiunto un valore di 474 miliardi, il 30% del Prodotto interno lordo (Pil); entro il 2015, dovranno arrivare a 545 miliardi, il 33% del Pil. Altro esempio: in Italia, ci sono almeno 73 mila aziende (stima Unioncamere) che hanno la possibilità di esportare le loro merci e i loro servizi ma lo fanno solo saltuariamente: Carlo Calenda, viceministro allo Sviluppo economico incaricato dei problemi dell’internazionalizzazione, dice che l’obiettivo del governo è trasformare 20 mila di queste in «aziende stabilmente esportatrici». Il piano di spinta all’internazionalizzazione è stato messo a punto e approvato da una «Cabina di regia» …

“L’eredità di Borsellino”, di Pietro Grasso

Ricordo come fosse ieri quel 19 luglio del 1992, quando appresi dell’uccisione. Erano trascorsi poco meno di due mesi dalla morte di Falcone e l’Italia perdeva nuovamente un valoroso magistrato, un fedele servitore dello Stato. Paolo Borsellino ha sacrificato la sua vita perchè la nostra fosse migliore; ha vissuto e lavorato per la giustizia, considerandola non solo una professione, ma prima di tutto una missione. Oggi voglio ricordare non solo il magistrato con il quale ho avuto la fortuna di lavorare, ma anche l’uomo che ho avuto il privilegio di conoscere e di apprezzare nelle sue qualità più intime e personali. Ricordo benissimo l’anno in cui conobbi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: era il 1979. Ero stato chiamato a collaborare al maxiprocesso e mi sentii onorato e emozionato, perché sapevo che da loro avrei imparato tanto. Delle numerose giornate passate a studiare gli atti non posso dimenticare l’affetto e il sostegno di Paolo, il suo entusiasmo, la tenacia con la quale affrontava ogni giorno il suo lavoro, pur sapendo che questo gli sarebbe costato la …