"Idee. L’immaginazione al potere", di Salvatore Veca
Gli esercizi di immaginazione politica mirano a estendere l’ombra del futuro sul presente. Dovrebbero essere coerenti con la virtù della lungimiranza. Dovrebbero prendere sul serio diritti e aspettative e qualità di vita di donne e uomini su un orizzonte temporale esteso. Nel tempo e nello spazio. Perché, allo stesso modo, dovrebbero adottare gli «occhi d’umanità» o le massime del pensiero largo, come usava dire Kant, il filosofo dell’Illuminismo e di Per la pace perpetua. Noi abbiamo un disperato bisogno di idee nuove, di prospettive inedite e audaci che forzino i vincoli della falsa necessità e ci orientino nell’esplorazione dello spazio delle possibilità. Molti sono convinti che, per incentivare l’innovazione e mettere in moto l’immaginazione, siano un must inevitabile l’azzeramento e l’elisione del senso del passato. Il disegno di modi inediti di convivenza richiede l’azzeramento del retaggio. Al macero, i vocabolari di politica e moralità ereditati. Credo che questa sia una credenza profondamente sbagliata. Come nel celebre quadro di Paul Klee, Angelus Novus, su cui ha scritto pagine luminose Walter Benjamin nelle sue tesi sulla filosofia …
