Dopo una lunga trattativa, quest’anno il Comune di #Carpi dovrebbe riuscire, finalmente, ad acquistare il terreno da cui sono emersi i resti delle antiche #mura che circondavano la città. Una dichiarata assurdità per coloro i quali in quel fazzoletto di terra su via Catellani non vede altro che quattro pietre. Inutili. Prive di alcun valore. Stante questa premessa, mi chiedo quanto quantificherebbero l’anno e mezzo – perché tanto ci volle – trascorso fra archivi e documenti, per ricostruire la storia di quelle “quattro pietre” che un tempo furono le mura di Carpi, oggetto della mia tesi di laurea. Ancora meno immagino, ma non sto certo scrivendo per quello. Nessuno metterebbe in dubbio il valore (storico, artistico, architettonico e non economico) del nostro “Castello”: è inestimabile per chiunque. Ma lo stesso Palazzo Pio e tutto il nostro pregevole centro storico potrebbero essere ben diverso senza quelle quattro pietre, che oggi qualcuno guarda con tanta sufficienza, limitandosi ad attribuire loro, impropriamente, un mero valore commerciale trascurandone però quello storico e urbanistico. Quelle mura, costate fatica e sudore a tanti “mastri” e manovali che prestarono le loro “opere”, sono parte della città e ne hanno determinato la forma urbana da metà del XVI. Quattro pietre, quindi, che dicono molto del nostro passato, ma che, a saperle leggere e qui ovviamente sta il vero punto, possono dire ancora molto anche del nostro presente. Di quello che la nostra città è diventata.
Pubblicato il 2 Febbraio 2017