Tutti gli articoli relativi a: lavoro

“Lavoratori e voto: c’era una volta l’identità di classe”, di Carlo Buttaroni

C’era una volta il lavoro, paradigma di una società che faceva perno in- torno alla fabbrica e all’ufficio. Ritmi scanditi, spazi organizzati, sincronie che comprendevano l’attività lavorativa vera e propria, ma anche l’educazione dei giovani, la sfera personale, il tempo libero, le relazioni sociali, lo spazio dedicato alla famiglia. La scuola accompagnava il giova- ne all’età lavorativa, la sanità pubblica si occupava di ridurre i rischi individuali derivanti dalle malattie, le pensioni di anzianità garantivano la sicurezza economica all’uscita dal mondo del lavoro. Un modello di organizzazione sociale riflesso di una pienezza che copriva l’intero ciclo di vita, il cui tracciato essenziale era stato incastonato nel primo articolo della Costituzione: una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Nell’epoca del lavoro multiforme, instabile, discontinuo, la politica ha perso gran parte dei rispecchiamenti che avevano origine da quell’organizzazione sociale. Il lavoro non è più il «pentagramma» della politica su cui erano scritti i «fini generali», i partiti non affondano più le radici nelle fabbriche, i discorsi pubblici dei leader non ambiscono più a scandire il ritmo dei processi …

«Più export per l’impresa È pronto il Piano Italia», di Massimo Franchi

«A settembre affronteremo i problemi del settore auto, con massima priorità alla Fiat». In un pausa del percorso della ferrata delle trincee sulle Dolomiti, immortalato anche su twitter, il ministro Flavio Zanonato, figlio di un operaio Fiat, annuncia le sue sfide di settembre: dagli investimenti del Lingotto al Piano Italia per internazionalizzare le nostre imprese, dal decreto per ridurre dell’8 per cento la bolletta energetica degli italiani alla soluzione dei tavoli di crisi. Ministro Zanonato, istituti di statistica e investitori internazionali parlano di un inizio di ripresa per l’Italia che parte pro- prio dall’industria. Come la vede dal suo punto di osservazione? «Come ci insegna il fondatore del vostro giornale Antonio Gramsci, bisogna operare con l’ottimismo della volontà e il pessimismo dell’intelligenza. Ci sono molti segnali che danno l’idea di una ripresa. Proprio per questo non dobbiamo adagiarci, ma lavorare alacremente per rafforzarla e riportare l’Italia a quei trend di crescita che sono consoni ad un grande Paese». E come si può agganciare la ripresa velocemente, fare politica industriale e fermare la disoccupazione? «La nostra …

“Il premier: ora misure per le imprese. Varrà la pena di investire in Italia”, di M. Antonietta Calabrò

Letta annuncia il decreto «Fare 2». «L’Europa non può essere solo sacrifici». «Dobbiamo, prima di tutto, avere maggiore fiducia in noi stessi. Uscire da quella cappa di sottovalutazione, autolesionismo, che troppo spesso ci toglie ossigeno. Dimostrare all’Europa e al mondo che non c’è più bisogno che ci si dica di fare i “compiti a casa”. I sacrifici li abbiamo fatti e li stiamo facendo non perché ci sia qualcuno ad imporceli, ma perché siamo un Paese adulto che vuole ricominciare a costruire il futuro dei propri figli. L’Italia può farcela: questo è il messaggio». Intervistato dal Sussidiario.net, il premier Enrico Letta anticipa le linee guida dell’intervento che pronuncerà domani per l’apertura del Meeting di Rimini. Dopo una pausa estiva-lampo, 5 giorni con figli e famiglia a Pisa, la prima uscita pubblica di Letta sarà al dibattito su «Un’Europa unita, dall’Atlantico agli Urali» che inaugurerà il tradizionale appuntamento di Comunione e Liberazione. Discorso incentrato sull’inevitabilità del nostro ruolo in Europa, ma in un Europa che «sia veramente l’Europa dei popoli» e «non del rigore e basta». …

“A fine anno 3,5 milioni di disoccupati”, di Massimo Franchi

I segnali di ripresa ci sono, ma non sul fronte occupazione. Anzi. A fine anno, secondo la Cna, sarà sfondata la quota di 3,5 milioni di disoccupati con un aumento di ben 400mi1a posti di lavoro in meno rispetto agli ultimi dati di giugno. La confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa dunque non vede la ormai celeberrima «luce in fondo al tunnel». Il suo Centro studi, elaborando i dati sulle richieste di ore di cassa integrazione, parla apertamente di «allarme rosso» perché l’Italia ha raggiunto il picco più basso nel numero degli occupati: i 22,5 milioni circa di fine giugno sono il valore più basso del nuovo secolo con una emorragia di ben 407mi1a unità rispetto allo stesso periodo del 2012, che equivalgono all’1,8% in meno. ALLARME CNA Situazione difficile specie per i settori dell’industria e delle costruzioni. Sono loro ad aver «sofferto la crisi degli ultimi cinque anni», ma «risultano anche in questa fase i settori più esposti al rischio di ulteriori emorragie occupazionali, presentando entrambi incrementi consistenti delle ore autorizzate (+6,4% …

“Crisi dimenticate: da Nord a Sud persi 180mila posti”, di Massimo Franchi

Se proprio il settore industriale pare trainare la ripresina italiana, l’elenco infinito di aziende in crisi dice tutt’altro. A fianco dei casi che fanno notizia (Indesit, Acciaierie di Terni, Alcoa e Fiat) ci sono tantissime crisi che passano inosservate, ma sono quelle che più colpiscono sul territorio, quelle che, sommate una all’altra, formano i numeri della crisi. Secondo la Filctem Cgil dal 2008 tra licenziamenti, mobilità, cassa integrazioni e processi di ristrutturazione, i lavoratori coinvolti nei settori chimici, tessili, energia e farmaceutico (tutto il comparto industriale tranne il metalmeccanico) ha già coinvolto più di 180mila lavoratori. Una cifra in costante aumento. Perché la crisi continua a colpire e la luce in fondo al tunnel i lavoratori non la vedono per niente. DESERTIFICAZIONE INDUSTRIALE Ecco dunque una mappa della crisi invisibile, un Giro d’Italia nei territori più colpiti dalla de-industrializzazione. Si parte da Marghera, un tempo la Mecca della chimica italiana. Accanto agli operai della Vinyls, che se all’Asinara hanno occupato l’isola dei cassintegrati a Marghera sono saliti sul campanile e sulle torce spente del petrolchimico, …

Intervista a Carlo Padoan «I mercati iniziano a crederci», di Bianca Di Giovanni

I segnali ci sono, gli indici cominciano a cambiare di segno, le aspettative sembrano più rosee. Eppure nessuno sa veramente se il ciclo è a una svolta o meno. «Quello che ancora non si vede sono gli investimenti delle imprese», spiega Pier Carlo Padoan vicesegretario generale dell’Ocse. Insomma, siamo su un crinale che potrebbe condurre ad esiti imprevedibili. Tutta l’Europa condivide questa incertezza, perché soffre ancora di problemi strutturali profondi. Intanto in Italia si dibatte sull’Imu. «La questione delle tasse va affrontata in un quadro complessivo: non si risolve con un unico tributo», avverte Padoan. Professore, dopo i dati diffusi da Eurostat si può parlare di ripresa in Europa? «La questione è che ci sono vari indicatori che messi assieme indicano un punto di svolta, e che nei prossimi mesi il Pil in Europa avrà un segno positivo. La domanda è: si tratta di una vera inversione del ciclo?». E come risponde a questa domanda? «Per rispondere bisogna chiedersi da dove sta venendo questa ripresa. I segnali positivi sono sostenuti soprattutto dalla crescita delle esportazioni, …

“Il piano per i dipendenti pubblici”, di Raffaello Masci

Dando una generosa sforbiciata alle spese per auto blu e aerei ancora più blu, il governo guidato da Enrico Letta vuole fare una duplice operazione: da una parte dare il buon esempio cominciando a tagliare proprio in casa propria e proprio in quei settori che maggiormente catalizzano il risentimento collettivo verso «la casta», e – seconda aprendo la strada ad una serie di tagli di spesa che da settembre in avanti verranno messi in cantiere. L’intervento più rilevante riguarda i dipendenti pubblici – tutti: statali, degli enti locali, degli enti pubblici controllati e ha un obiettivo assai ambizioso: 200 mila persone in meno in tre anni. Come, dove, con quali modalità è il compito a cui stanno lavorando i tecnici dei tre ministeri investiti di questo incarico: Funzione pubblica, Lavoro e previdenza sociale e – ovviamente – Economia. L’ipotesi, che ancora non è stata formalizzata e che verrà sottoposta ai sindacati solo a settembre, dovrebbe essere quella di una serie di prepensionamenti agevolati ma non incentivati. Spieghiamo: i dipendenti pubblici che hanno almeno 57 anni …