Tutti gli articoli relativi a: lavoro

“Legge di stabilità corretta. Ora è più equa ed efficace”, di Pier Paolo Baretta

La ragione di questo repentino cambio di rotta è dipesa, a mio avviso, dalla esigenza del governo di rassicurare le autorità europee ed i mercati del nostro stato di salute. Il ragionamento deve essere stato più o meno questo: se raggiungiamo il pareggio di bilancio e in più diamo un segnale di riduzione della pressione fiscale possiamo evitare di chiedere prestiti europei. Ma, la ragionevolezza di questa impostazione è franata nella scelta di merito. La decisione affrettata di ridurre l’Irpef, che dava un debole vantaggio generalizzato a tutti i contribuenti (ma proprio a tutti, anche a chi non ne ha bisogno) era annullata, soprattutto per i ceti medi e medio bassi, dalla introduzione dei tetti e delle franchigie sulle detrazioni e dalla conferma dell’aumento dell’Iva. Un errore grave dal punto di vista degli effetti redistributivi. Per riparare a questo errore era necessario un intervento chirurgico in profondità sul corpo della legge predisposta dal governo. Per garantirci che questo necessario intervento parlamentare potesse essere avallato dal governo stesso, senza che apparisse una totale smentita, era necessario …

“Cgil, sui precari il Governo non la dice giusta: sono 230mila, l’apice nella scuola”, da La Tecnica della Scuola

Altro che qualche migliaio, come sostiene la Funzione Pubblica: per il sindacato siamo di fronte ad una vera e propria “bomba sociale”. Solo tra docenti e Ata si contano 70mila supplenti annuali. A complicare le cose “la Spending Review che elimina posti di lavoro e le ultime manovre”. Il Governo non può abbandonare questi lavoratori: servono le proroghe. Ogni tre precari “stabili” dell’amministrazione pubblica appartengono alla scuola. A sottolinearlo è la Cgil, dopo una ricognizione sui contratti precari del pubblico impiego svolta nei giorni in cui la Funzione Pubblica ha riavviato quel tavolo sul precariato chiesto da tempo e a gran voce dai sindacati. Secondo le stime del sindacato Confederale, i precari con contratto in scadenza che operano nel pubblico sono circa 230 mila precari. “Una vera e propria bomba sociale – sostiene la Cgil – che potrebbe esplodere il 31 dicembre”, quando cioè alla gran parte degli oltre 160 mila precari della pubblica amministrazione scadrà il loro contratto di lavoro. Senza dimenticare che al termine dell’anno scolastico saranno oltre 70 mila persone del settore …

“Produttività, accordo separato: Cgil non firma. Camusso: “così si riducono salari lavoratori”, di Massimo Franchi

Si è persa un’occasione e si è scelto di ridurre i salari dei lavoratori. Gli appelli di Monti sono più segno di imbarazzo che di volontà di trovare soluzioni unitarie”. Susanna Camusso parla in nottata dalla sede della Cgil e non da Palazzo Chigi. Lo sguardo e il volto sono sereni nonostante la firma separata all’accordo sulla produttività da parte di governo, imprese e altri sindacati. “È stata una scelta di politica economica coerente con quelle fatte finora dal governo che scaricano sul lavoro le scelte per uscire dalla crisi” e questo è il primo capitolo dei punti che la Cgil non ha accettato. Il secondo è il mettere mano al modello contrattuale senza risolvere il problema della democrazia e della rappresentanza. “Se si sposta al secondo livello una quota del salario, è ancora più importante la rappresentanza” negata, ad esempio, alla Fiom nella trattativa sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Il terzo capitolo riguarda “le modifiche alla legislazione sul demansionamento che è figlio della scelta sull’allungamento dell’età pensionabile”. Ai lavoratori anziani viene chiesto di …

“Donne e lavoro l’Italia è in serie B”, di Flavia Amabile

Al lavoro quanto ai pari diritti uomo-donna, superano l’Italia anche Kenya e Brasile L’Islanda ottiene la prima posizione. «Essere donna in Italia è motivo di differenziazione, è un ostacolo oggettivo», dirà stasera il ministro Elsa Fornero agli italiani durante la trasmissione «Porta a Porta» registrata ieri. E la conferma è in tutte le cifre pubblicate. Le ultime arrivano dai dati Inps presenti in un’analisi del coordinatore generale statistico attuariale dell’istituto, Antonietta Mundo. Nel 2011 la retribuzione media annua lorda dei dipendenti privati (esclusa l’agricoltura) è stata di 21.678 euro per le donne contro i 30.246 euro degli uomini. Quasi un terzo in meno, lo svantaggio è del 28,3%, come è stato sottolineato durante il convegno sulle «Donne al lavoro» promosso dal Centro studi Progetto Donna, in collaborazione con Abbott e il patrocinio del ministro del Lavoro e delle politiche sociali con delega alle Pari opportunità. Non è l’unico dato inquietante. Secondo il Global Gender Gap 2012 del World Economic Forum pubblicato un mese fa, le donne italiane si piazzano all’ottantesimo posto su 135 Paesi, vivendo …

“Metà dei pensionati sotto i mille euro”, di Giuseppe Caruso

Un pensionato su due, in Italia, prende meno di mille euro al mese. È quanto emerge dai dati pubblicati dall’Inps nel suo bilancio sociale, dove si riporta che si tratta di 7,2 milioni di persone. Così le fasce: il 17% dei pensionati può contare su un reddito sotto 500 euro, il 35% tra 500 e 1000 euro. Il 24% ha assegni tra 1000 e 1500 euro, il 2,9% oltre i 3000. MEDIE L’Inps segnala anche che il reddito pensionistico medio lordo mensile erogato nel 2011 dallo stesso istituto e dagli enti previdenziali è stato pari a 1.131 euro (1.366 euro per gli uomini, 930 per le donne). Per quanto riguarda l’età, oltre il 75% dei titolari ha 65 anni e oltre (gli ultra 80enni sono il 25%) e il 22% circa si colloca in una fascia compresa tra i 40 e i 64 anni. Inoltre, quasi la metà dei percettori (6.915.733) si concentra nelle regioni settentrionali, mentre nel Meridione e al Centro risiedono, rispettivamente, il 31% (4.292.312) ed il 19% (2.733.757) del totale con redditi …

“L’austerità funziona male la pagano i giovani e i poveri e i debiti aumentano comunque”, di Tonia Mastrobuoni

L’ austerità sta chiedendo un prezzo troppo alto ai giovani e alle fasce più indifese della popolazione. Soprattutto, è fondata su dati sbagliati, contraddetti da una recessione più pesante del previsto. È ora di cambiare, secondo il direttore generale dell’Organizzazione internazionale del Lavoro (Ilo), Guy Ryder. Occorre abbandonare l’approccio «ideologico» adottato ad oggi in Europa nei confronti della Grecia e di altri Paesi. Altrimenti l’austerità «non farà che peggiorare la situazione». L’austerità ha fallito? «Sappiamo che è indispensabile abbassare i deficit e i debiti e rendere sostenibili i conti pubblici. Ma il primo problema è il ritmo. L’evidenza dimostra che gli effetti dei risanamenti, a causa dei cosiddetti moltiplicatori, sono stati molto più pesanti del previsto, molto peggiori di quanto i politici europei potessero immaginare». Lo ha riconosciuto il Fmi, che fa parte della trojka. È il motivo per cui Lagarde dice che 2 anni in più non bastano, che bisogna tagliare il debito greco. «Esatto, il Fmi l’ha capito. Oggi siamo dinanzi alla certezza che le politiche economiche sono eccessive e stanno aggravando la …

“Il dividendo della crisi più pesante per i poveri”, di Nicola Cacace

Il 2012 con un Pil -2,3%, sarà l’anno più duro dopo il 2009. Chi paghera? i costi di questa ulteriore caduta del reddito, ancora la popolazione più povera? Come mostrano i dati Bankitalia elaborati da un gruppo di economisti (Peragine e Brunori, nel Merito.com, 16/11) «nel periodo 2006-2010 gli effetti della crisi non sono stati eguali per tutte le famiglie, le fasce a basso reddito hanno sofferto di più e complessivamente la recessione ha avuto un effetto regressivo sulla distribuzione dei redditi. A una riduzione annua del Pil nel quadriennio dello 0,7%, corrisponde una perdita di reddito del 3,5% annuo per il primo decile della popolazione (il 10% più povero), dell’1,5% per il secondo decile e così via; solo per l’ultimo decile cioè per i 2,4 milioni di famiglie più ricche, la crisi non ha prodotto riduzioni del reddito». Nel biennio successivo, 2011-12 non c’è alcun dubbio che anche le politiche di risanamento, quelle precedenti e quelle attuate da novembre in poi dal governo Monti, hanno avuto carattere altrettanto regressivo. Monti, pur avendo avuto il …