Tutti gli articoli relativi a: memoria

“Quella volta nel 1925”, di Carlo Lucarelli

Il tre gennaio del 1925 Benito Mussolini andò in Parlamento e con aria molto truce pronunciò un discorso. Giacomo Matteotti, uno dei principali esponenti dell’opposizione, era stato ucciso da una squadraccia fascista e le indagini della magistratura stavano coinvolgendo Mussolini. Così lui andò in Parlamento ad assumersi la responsabilità morale di quello che era successo, e attenzione, responsabilità morale è una cosa grossa, per concorso morale in omicidio, per averlo ispirato o suggerito, si va in galera come ad averlo commesso per davvero. Cosa dice Mussolini? Poche parole. Eccole: «Io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere». Quindi Mussolini ammette. Poi però dice anche che l’Italia è con lui e che se magistrati e opposizione vogliono andare avanti salta per aria tutto, dà mano libera ai fascisti e finisce in un casino. Tra stabilità sociale e legalità democratica l’Italia rappresentata nel Parlamento sceglie la prima e da quel momento in poi le …

“Stragi, vergogna «bis»”, di Giulia Gentile

C’è un elenco della vergogna tutto bolognese, rimasto ignoto per sessant’anni e che racconta due anni di stragi e crimini nazifascisti sulla linea gotica. A compilarlo, durante la guerra, erano stati i Reali Carabinieri, su richiesta del colonnello Romano Dalla Chiesa il 12 agosto 1944: un lavoro imponente e preziosissimo, svolto in condizioni difficili, ma che è stato rinvenuto solo nel 2005 negli archivi del Comando regionale dell’Arma. Nelle sue pagine ci sono riferimenti a 163 episodi che portarono a 422 vittime, circostanziati con date, descrizioni, testimonianze, nomi dei morti e persino l’indicazione dei presunti colpevoli. Alcuni sono celebri, come l’eccidio di Casteldebole o Molinaccio di Sotto, ma in gran parte si tratta di crimini di cui è rimasta memoria solo tra la gente del luogo. La scoperta, resa pubblica dal senatore Walter Vitali che è entrato in possesso dei documenti durante i lavori della Commissione parlamentare, costringe a aggiornare i dati delle vittime: 1400. Fascicoli che avrebbero dovuto riflettere l’agghiacciante verità dei crimini nazifascisti lungo la Linea gotica, dall’armistizio dell’8 settembre 1943 alla Liberazione. …

25 aprile: nascita della democrazia italiana

Stamane l’on. Manuela Ghizzoni ha tenuto il discorso ufficiale nell’ambito delle celebrazioni del 25 aprile a Novi di Modena. Di seguito pubblichiamo l’intervento. «Sono onorata e ringrazio l’amministrazione per l’invito a tenere il discorso ufficiale nel giorno della Liberazione. Quando vengo invitata a celebrare il 25 aprile, o a ricordare vicende del periodo della guerra nei comuni della Prima Zona partigiana (Carpi, Soliera, Campogalliano e Novi), avverto sempre il peso – l’onore sì, ma anche l’onere – dell’eredità morale e civile che deve caricarsi sulle proprie spalle chi parla di Resistenza nel nostro territorio. Anche per me, che ho le mie radici famigliari in queste terre, non è mai semplice ricordare le vicende belliche nei comuni della Prima Zona, dove è stato pagato un tributo di sangue altissimo negli anni più bui del nostro Novecento, dove ad ogni crocevia c’è un cippo che ricorda il sacrificio di partigiani morti per la libertà, dove la terra su cui appoggiamo i piedi ha accolto corpi senza vita di tanti civili vittime della guerra e delle rappresaglie. E …

Presidente partigiano? Dica no all’onorificenza per i repubblichini

L’on. Manuela Ghizzoni lancia un appello al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: “Chieda il ritiro dell’inaccettabile proposta di legge che istituisce l’Ordine del Tricolore”. L’on. Manuela Ghizzoni del Pd chiede il ritiro della proposta di legge del centrodestra che prevede un’onorificenza per i soldati della Repubblica sociale. La parlamentare modenese sarà domani, sabato 25 aprile, a Novi per partecipare alle celebrazioni della Liberazione. Ecco di seguito la sua dichiarazione. «Domani si celebra il giorno della Liberazione. Quest’anno pare finalmente si sia posto fine al deprecabile, non saprei come altro definirlo, atteggiamento del Presidente del consiglio che ha sempre evitato di partecipare alle celebrazioni del 25 aprile. In nessun paese democratico un Premier si sarebbe mai permesso di trascurare la Liberazione del proprio paese dal nazifascismo o la fine della guerra. Siamo lieti del fatto che sia stata interrotta questa brutta tradizione. Ci attendiamo però dal Premier parole chiare e dalla sua maggioranza atti coerenti. Berlusconi potrebbe chiedere il ritiro dell’inaccettabile proposta di legge della sua maggioranza che prevede l’istituzione di una nuova onorificenza, denominata “Ordine …

“La Resistenza non ha colore”, di Giorgio Bocca

Silvio Berlusconi, accogliendo l’invito del segretario pd Franceschini, parteciperà per la prima volta al 25 aprile. È una decisione che va giudicata positivamente perché in essa oltre che a un diritto si riconosce il dovere del presidente del Consiglio di celebrare assieme a tutti gli italiani la festa della Liberazione e i valori della Resistenza, dell’antifascismo e della Costituzione. Ma quando aggiunge che lo farà perché di questa festa non se ne appropri soltanto la sinistra il premier rivela di essere ancora lontano da una autentica maturità democratica e storica. Più fallace di lui si dimostra il ministro della Difesa Ignazio La Russa. La Russa, uno dei neofascisti sdoganati da Berlusconi, dichiara che “i partigiani rossi meritano rispetto ma non possono essere celebrati come portatori di libertà”, cioè fra i fondatori della democrazia italiana. È difficile capire su cosa si basi l’affermazione di La Russa dato che il Partito comunista italiano che organizzò e diresse i partigiani rossi, meglio noti come garibaldini, fece parte e parte decisiva dell’Assemblea costituente da cui è nata la Repubblica …