IL PDL non ha mantenuto la promessa fatta al Guardasigilli Severino. Le avevano garantito che avrebbero ritirato tutti gli emendamenti al ddl anticorruzione. Non è stato così. Tutt’altro. Hanno traccheggiato un intero pomeriggio, hanno fatto slittare il termine degli emendamenti in commissione al Senato. Alla fine ecco rispuntare le modifiche per salvare Berlusconi dal processo Ruby. Norme che cambiano e attenuano la concussione, firmate da Luigi Compagna (l’altra co-firmataria Alessandra Gallone si defila quando capisce di che si tratta). E pure l’anti-Fiorito, articolo scritto da Ghedini per punire i politici ladri e che lui assicura non essere affatto un doppione edulcorato del peculato (così sostiene il Pd). Per com’è scritto oggi l’articolo sulla corruzione per induzione già il processo può essere messo in crisi. Con le ulteriori modifiche del Pdl è definitivamente spacciato perché il reato cambia completamente. Ma non c’è solo questa mossa a terremotare la legge contro i corrotti. A sorpresa, da un’intera pagina del Messaggero, il sottosegretario alla Presidenza Catricalà lancia un siluro ben peggiore. Rivela di essere già d’accordo con il ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi per inserire nella legge la figura di un commissario anti-corruzione, nominato dal governo e con pieni poteri. Escono i giornali e si scatena la rissa nel governo. Catricalà, considerato a palazzo Chigi vicino al Pdl, viene subito scaricato da Patroni Griffi e poi da Severino. Ma si fa strada il sospetto che le due mosse — emendamenti salva-Berlusconi e ipotesi del commissario — siano due missili pilotati per rallentare, se non addirittura bloccare, il cammino della legge che oggi avrebbe dovuto essere chiusa dalla commissione e domani passare in aula. Ma la formula usata dai capigruppo — «in aula fatta salva la chiusura del dibattito in commissione» — apre la porta a un rinvio qualora la stessa commissione non abbia ultimato i lavori.
Un fatto è certo. Patroni Griffi reagisce come se l’avesse punto una vespa. Nega che lui e Catricalà fossero già d’accordo sul testo di un possibile emendamento, ridimensiona tutto a un «pour parler da corridoio», ma l’ex presidente dell’Antitrust conferma che l’intesa c’era. Adesso che si trova isolato dice che il super-commissario potrà anche finire nella legge di stabilità. Ma il danno resta. E se ne avvede Severino che, ormai a sera, ribadisce che «la legge va approvata in fretta» e che semmai della nuova figura del commissario «si potrà discutere in futuro».
Ma non c’è solo il Pdl a presentare modifiche mirate. C’è pure il Pd, su cui incombe lo spettro del caso Penati. L’ex presidente della Provincia di Milano ed ex braccio destro di Bersani, di buon mattino, chiarisce: «Se la nuova legge dovesse avere effetto su qualche reato sono pronto a rinunciare alla prescrizione». Certo che c’è un effetto, tutte e tre le concussioni che gli hanno contestato nel caso Falk sono destinate a cadere, due già quest’anno e una a febbraio prossimo. Il Pd si premunisce e presenta, firmato da tutti ex magistrati (Della Monica, D’Ambrosio, Casson, Carofiglio, Maritati) un lungo emendamento che allunga tutti i tempi di prescrizione raddoppiandoli e annullando gli effetti della famosa legge Cirielli. Ma è evidente che ormai una simile proposta è tardiva. Gli stessi vogliono aumentare la pena per la corruzione per induzione, la “pietra dello scandalo” di questa legge, il frutto della divisione in due della concussione. Punita da 4 a 12 anni, adesso scende da 3 a 8, prescrizione ridotta da 15 a 10 anni. Il Pd propone di aumentare di nuovo la pena, fino a 12 o almeno fino a 10 anni. Ma è chiaro che questo spaccherebbe la maggioranza. Inutilmente il capogruppo Finocchiaro vagheggia una legge «per abrogare la Cirielli, inasprire la concussione, reintrodurre il falso in bilancio». Tutto questo nella Alfano-Severino non c’è. Di Pietro la bolla come «acqua fresca», una legge che non ha dentro norme fondamentali come quelle sull’aumento della prescrizione, sull’auto-riciclaggio, su ritorno al vero falso in bilancio,
una legge che «illude i cittadini » perché non ha al suo interno le norme sulla non candidabilità dei condannati «ma solo una delega al governo». Il suo responsabile Giustizia Li Gotti corre ai ripari proponendo la figura del pentito della corruzione, colui che collabora con la giustizia e per questo evita i tre anni di pena previsti da Severino con il nuovo reato di corruzione per induzione, una norma che preoccupa moltissimo i magistrati e che rischia di chiudere i rubinetti delle future rivelazioni visto che chi parla sarà incriminato.
Dice Severino che tutti i grandi temi, prescrizione, falso in bilancio, reati societari, «vanno rivisti, ma in un provvedimento adeguato». In questo, nonostante sia in discussione da due anni, non s’è trovato l’accordo politico sufficiente. Tuttavia la legge resta un segnale. Per questo l’opinione pubblica continua a sottoscrivere l’appello lanciato da Repubblica, giunto ormai a 300mila firme. Firmano nomi di prestigio, Susanna Camusso, Innocenzo Cipolletta, Mogol, Nada e Mario Martone. Vogliono una vera legge contro la corruzione. Questa presenta delle falle, ma si può ancora migliorare in un punto strategico — due anni in più per la corruzione per induzione — per evitare almeno che saltino i processi.
La Repubblica 09.10.12
Latest Posts
"Ecco l'Italia dei Diritti per Bersani", di Anna Paola Concia, Aurelio Mancuso, Pina Picierno, Andrea Benedino, Rosaria Iardino,
Nella Carta di Intenti del Pd, per la prima volta si inserisce il tema dei diritti come uno dei punti centrali del nostro agire per i prossimi anni.
Tutti i diritti umani, civili e sociali insieme, costituiscono quella visione necessaria a un partito democratico e progressista per generare un concreto cambiamento e combattere le disuguaglianze che sono la causa del ristagno economico e sociale dell’Italia. Urge un riscatto dopo decenni bui del trionfo dell’egoismo a detrimento della solidarietà tra le persone, dell’individualismo a scapito in primo luogo delle donne, e di molte altre cittadinanze negate, tra cui quelle delle persone lgbt, i/le migranti, i/le disabili. L’Italia oggi è la Repubblica delle disuguaglianze, non solo economiche. Per noi la promozione della laicità costituzionale, come strumento regolatore di una convivenza civile composta da pluralità culturali e sociali, è il terreno su cui si costruisce una piattaforma di riforma civile e di ampliamento delle libertà, base essenziale per un vero sviluppo sociale, culturale ed economico. Sosteniamo Pier Luigi Bersani alle primarie del centrosinistra, perché lo riteniamo in grado di concretizzare le proposte su cui da molti anni siamo impegnate e impegnati. Nell’ottica di una Europa politica che salvi l’Europa economica chiediamo a Bersani di sostenere tutte le Risoluzioni, Direttive, Convenzioni internazionali ed europee a tutela di tutti i diritti umani e civili. Con questo documento costitutivo del Comitato tematico L’Italia dei Diritti per Bersani lanciamo un appello a chi condivide le nostre idee: chiediamo non solo di sottoscriverlo, ma anche di attivarsi per la costituzione di Comitati locali promuovendo iniziative, così da poter tenere alto il confronto con chi sosterrà altre candidature Che cosa significa promuovere L’Italia dei diritti:
– La democrazia è tale quando donne e uomini paritariamente sono protagonisti dello spazio pubblicoe privato.Una società che non valorizza il 50% del suo capitale umano, e cioè le energie e i talenti delle donne, è una società più povera economicamente e socialmente. A partire dalla legge 120 del 2011 (che introduce quote femminili nei consigli diamministrazione nellesocietà quotate e a partecipazione pubblica), chiediamo di estendere il principio di promozione femminile a tutti i settori della società, nelle istituzioni, nel mercato del lavoro e nelle responsabilità familiari. Principio che necessariamente porta a ripensare le politiche di welfare.
– Riconoscere l’autonomia e la libertà delle personenelle loroscelte individualiaccompagnata alla responsabilità nella relazione con gli altri. Vogliamo uno Stato che non legiferi nella sfera privata solo sulla base di obblighi e divieti,masul principio della libertà individuale come responsabilità.
– Adottare il Piano europeo di contrasto alle discriminazioni: di genere, di orientamento sessuale (legge contro l’omofobia e la transfobia), di etnia, religione, di età(bambini e anziani), di portatori di differenti abilità.Questo è un parametro del livello di sviluppo economico e culturale del paese.
– Dare piena cittadinanza alle coppie omosessuali attraverso una legge che riconosca gli stessi diritti e gli stessi doveri delle coppie eterosessuali. Pur nella convinzione che tale obiettivo si raggiunge attraverso l’estensione del matrimonio agli omosessuali riteniamo che il principio di uguaglianza possa essere raggiunto anche attraverso un istituto giuridico equivalente ed equipollente a quello del matrimonio come il modello tedesco proposto da Bersani (che ricomprenda anche la questione delle adozioni, a partire dalla tutela dei molti bambini e ragazzi che già vivono in famiglie omogenitoriali).
– Essere d’impulso in tutti gli organismi sovranazionali al riconoscimento dei diritti umani fondamentali come base delle costruzioni democratiche moderne. Rilanciare il ruolo della nostra cooperazione nella convinzione che la pace sia il presupposto per l’effettiva promozione dei diritti, a partire daquelli dei bambini, ancora adesso i più colpiti da miseria, fame e malattie.
– Proseguire nell’impegno contro la pena di morte, e le tratte di esseri umani, contro le persecuzioni religiose, dei cristiani in diversi Paesi, come dei musulmani dissidenti nei confronti di regimi autoritari e teocratici, contro l’antisemitismo. In questo quadro sono urgenti la legge quadro sulla libertà religiosa e quella contro la tortura;
– Combattere, e con forza, la nuova guerra di liberazione che abbiamo di fronte. Quella contro tutte le mafie. Per ridare speranza al nostro Paese. Per guardare al futuro con la certezza che sarà migliore. Le mafie ingrassano dove i legami sociale sono allentati, sono forti dove la persona viene violata e crescono, sempre, nella scarsa conoscenza dei fenomeni malativosi.Lo strumento più prezioso che abbiamo per batterle è ilr acconto della verità. Per questo, occorre che la politica smettadiguardare dall’altra parteeassumal’impegno per la legalità e contro le mafie come la premessa fondamentaledi qualsiasi altra azione.
– Estendere la cittadinanza ad ogni bambino nato in Italia,
– Affrontare con rigore, sia sul piano legislativo che culturale, la violazione sistematica dei diritti umani nelle carceri e nei Cie e, difendere le garanzie dei cittadini sancite all’art 27 della nostra Costituzione.
– Proporre una legge sul testamento biologico fondata sul diritto del cittadino a scegliere liberamente le terapie alle quali essere sottoposto, affidando in caso di sua incapacità la responsabilità su tali decisioni al fiduciario o alle persone a lui più prossime nel rispetto delle volontà espresse. Alla persona non può essere sottratta la possibilità di rifiutare l’idratazione e l’alimentazione artificiali.
– Rimarcare che il diritto alla maternità deve prevedere l’applicazione integrale della legge 194 a partire dalla prevenzione e dal rilancio dei consultori. Le strutture pubbliche, tenendo conto del diritto individuale all’obiezione di coscienza, devono garantire l’applicazione della legge quindi l’interruzione volontaria della gravidanza intervenendo, col personale necessario, dove a oggi la legge risulta inapplicata o inapplicabile.
– Garantire, entro i codici deontologici e nella continuità di un dibattito pubblico, la libertà e l’autonomia della ricerca. Ciò anche per prevenireun accesso “classista” alle cure e terapie che la scienza dovesse elaborare nel tempo. In questo senso è doveroso, attraverso linee guida rigide, affrontare l’avvio di protocolli che permettano di utilizzare le cellule di quegli embrioni, altrimenti inutilizzabili, abbandonati nelle cliniche. – Riscrivere la legge 40 dopo le sentenze d’innumerevoli tribunali, della Corte costituzionale edella Corteeuropeaprevedendol’accessoatecniche diverse di fecondazione anche per le coppie eterosessuali, omosessuali e per i single per i quali è impossibile “emigrare” all’estero. – Sostenere, con norme e strumenti adeguati, la democrazia economica, il diritto alla rappresentanza della persona che lavora e il diritto alle libertà sindacali nei luoghi di lavoro.
"Ecco l'Italia dei Diritti per Bersani", di Anna Paola Concia, Aurelio Mancuso, Pina Picierno, Andrea Benedino, Rosaria Iardino,
Nella Carta di Intenti del Pd, per la prima volta si inserisce il tema dei diritti come uno dei punti centrali del nostro agire per i prossimi anni.
Tutti i diritti umani, civili e sociali insieme, costituiscono quella visione necessaria a un partito democratico e progressista per generare un concreto cambiamento e combattere le disuguaglianze che sono la causa del ristagno economico e sociale dell’Italia. Urge un riscatto dopo decenni bui del trionfo dell’egoismo a detrimento della solidarietà tra le persone, dell’individualismo a scapito in primo luogo delle donne, e di molte altre cittadinanze negate, tra cui quelle delle persone lgbt, i/le migranti, i/le disabili. L’Italia oggi è la Repubblica delle disuguaglianze, non solo economiche. Per noi la promozione della laicità costituzionale, come strumento regolatore di una convivenza civile composta da pluralità culturali e sociali, è il terreno su cui si costruisce una piattaforma di riforma civile e di ampliamento delle libertà, base essenziale per un vero sviluppo sociale, culturale ed economico. Sosteniamo Pier Luigi Bersani alle primarie del centrosinistra, perché lo riteniamo in grado di concretizzare le proposte su cui da molti anni siamo impegnate e impegnati. Nell’ottica di una Europa politica che salvi l’Europa economica chiediamo a Bersani di sostenere tutte le Risoluzioni, Direttive, Convenzioni internazionali ed europee a tutela di tutti i diritti umani e civili. Con questo documento costitutivo del Comitato tematico L’Italia dei Diritti per Bersani lanciamo un appello a chi condivide le nostre idee: chiediamo non solo di sottoscriverlo, ma anche di attivarsi per la costituzione di Comitati locali promuovendo iniziative, così da poter tenere alto il confronto con chi sosterrà altre candidature Che cosa significa promuovere L’Italia dei diritti:
– La democrazia è tale quando donne e uomini paritariamente sono protagonisti dello spazio pubblicoe privato.Una società che non valorizza il 50% del suo capitale umano, e cioè le energie e i talenti delle donne, è una società più povera economicamente e socialmente. A partire dalla legge 120 del 2011 (che introduce quote femminili nei consigli diamministrazione nellesocietà quotate e a partecipazione pubblica), chiediamo di estendere il principio di promozione femminile a tutti i settori della società, nelle istituzioni, nel mercato del lavoro e nelle responsabilità familiari. Principio che necessariamente porta a ripensare le politiche di welfare.
– Riconoscere l’autonomia e la libertà delle personenelle loroscelte individualiaccompagnata alla responsabilità nella relazione con gli altri. Vogliamo uno Stato che non legiferi nella sfera privata solo sulla base di obblighi e divieti,masul principio della libertà individuale come responsabilità.
– Adottare il Piano europeo di contrasto alle discriminazioni: di genere, di orientamento sessuale (legge contro l’omofobia e la transfobia), di etnia, religione, di età(bambini e anziani), di portatori di differenti abilità.Questo è un parametro del livello di sviluppo economico e culturale del paese.
– Dare piena cittadinanza alle coppie omosessuali attraverso una legge che riconosca gli stessi diritti e gli stessi doveri delle coppie eterosessuali. Pur nella convinzione che tale obiettivo si raggiunge attraverso l’estensione del matrimonio agli omosessuali riteniamo che il principio di uguaglianza possa essere raggiunto anche attraverso un istituto giuridico equivalente ed equipollente a quello del matrimonio come il modello tedesco proposto da Bersani (che ricomprenda anche la questione delle adozioni, a partire dalla tutela dei molti bambini e ragazzi che già vivono in famiglie omogenitoriali).
– Essere d’impulso in tutti gli organismi sovranazionali al riconoscimento dei diritti umani fondamentali come base delle costruzioni democratiche moderne. Rilanciare il ruolo della nostra cooperazione nella convinzione che la pace sia il presupposto per l’effettiva promozione dei diritti, a partire daquelli dei bambini, ancora adesso i più colpiti da miseria, fame e malattie.
– Proseguire nell’impegno contro la pena di morte, e le tratte di esseri umani, contro le persecuzioni religiose, dei cristiani in diversi Paesi, come dei musulmani dissidenti nei confronti di regimi autoritari e teocratici, contro l’antisemitismo. In questo quadro sono urgenti la legge quadro sulla libertà religiosa e quella contro la tortura;
– Combattere, e con forza, la nuova guerra di liberazione che abbiamo di fronte. Quella contro tutte le mafie. Per ridare speranza al nostro Paese. Per guardare al futuro con la certezza che sarà migliore. Le mafie ingrassano dove i legami sociale sono allentati, sono forti dove la persona viene violata e crescono, sempre, nella scarsa conoscenza dei fenomeni malativosi.Lo strumento più prezioso che abbiamo per batterle è ilr acconto della verità. Per questo, occorre che la politica smettadiguardare dall’altra parteeassumal’impegno per la legalità e contro le mafie come la premessa fondamentaledi qualsiasi altra azione.
– Estendere la cittadinanza ad ogni bambino nato in Italia,
– Affrontare con rigore, sia sul piano legislativo che culturale, la violazione sistematica dei diritti umani nelle carceri e nei Cie e, difendere le garanzie dei cittadini sancite all’art 27 della nostra Costituzione.
– Proporre una legge sul testamento biologico fondata sul diritto del cittadino a scegliere liberamente le terapie alle quali essere sottoposto, affidando in caso di sua incapacità la responsabilità su tali decisioni al fiduciario o alle persone a lui più prossime nel rispetto delle volontà espresse. Alla persona non può essere sottratta la possibilità di rifiutare l’idratazione e l’alimentazione artificiali.
– Rimarcare che il diritto alla maternità deve prevedere l’applicazione integrale della legge 194 a partire dalla prevenzione e dal rilancio dei consultori. Le strutture pubbliche, tenendo conto del diritto individuale all’obiezione di coscienza, devono garantire l’applicazione della legge quindi l’interruzione volontaria della gravidanza intervenendo, col personale necessario, dove a oggi la legge risulta inapplicata o inapplicabile.
– Garantire, entro i codici deontologici e nella continuità di un dibattito pubblico, la libertà e l’autonomia della ricerca. Ciò anche per prevenireun accesso “classista” alle cure e terapie che la scienza dovesse elaborare nel tempo. In questo senso è doveroso, attraverso linee guida rigide, affrontare l’avvio di protocolli che permettano di utilizzare le cellule di quegli embrioni, altrimenti inutilizzabili, abbandonati nelle cliniche. – Riscrivere la legge 40 dopo le sentenze d’innumerevoli tribunali, della Corte costituzionale edella Corteeuropeaprevedendol’accessoatecniche diverse di fecondazione anche per le coppie eterosessuali, omosessuali e per i single per i quali è impossibile “emigrare” all’estero. – Sostenere, con norme e strumenti adeguati, la democrazia economica, il diritto alla rappresentanza della persona che lavora e il diritto alle libertà sindacali nei luoghi di lavoro.
"Un Pd vivo tra partiti in agonia", di Stefano Menichini
Chissà se è vero che il 2 dicembre prossimo, in contemporanea con uno dei due turni delle primarie democratiche, Berlusconi annuncerà la fine della storia del Pdl. I motivi ci sarebbero tutti, a cominciare dal crollo verticale e inarrestabile dei consensi; e poi gli scandali, le guerre intestine, le minacce di scissione, gli abbandoni clamorosi e, ancor più numerosi, quelli silenziosi. Per poter esistere sulla scena sarebbe necessario l’ennesimo travestimento: ma le maschere sono tutte esaurite. Da Monti e Montezemolo in giù, non c’è chi si presti a tirare su i naufraghi del berlusconismo. E nessuno, neanche Berlusconi, immagina quale colpo di scena possa permettergli di imbastire un minimo di competizione con il Pd in vista delle elezioni.
I delegati all’assemblea nazionale del Pd dovrebbero trarre forza e orgoglio da questa concomitanza. Guardando all’indietro, già il discorso del predellino del novembre 2007 fu un indiretto omaggio alla capacità di iniziativa del Pd, la cui fondazione era considerata al tempo l’unica novità positiva di una scena politica già segnata dalla crisi.
Con la svolta di San Babila Berlusconi riuscì a vincere le elezioni. Nient’altro, però. Il popolo di centrodestra che avrebbe dovuto trovare finalmente la propria casa è oggi disperso, disilluso, sbandato, senza rappresentanza. L’epico fallimento di una classe dirigente mai stata realmente tale.
Al di là delle dimensioni (e delle complicazioni) del possibile successo elettorale, qui sta il successo del Pd.
È vero, non è stato il centrosinistra a sconfiggere Berlusconi, e di questo si paga e si pagherà il prezzo perché non si possono accampare meriti che non si sono conquistati sul campo. Ma nelle discussioni interne e nella contesa delle primarie nessuno dovrebbe dimenticare il dato di sistema: il Pd è saldo, in piedi, perno del sistema politico attuale e futuro, mentre l’avversario si è dissolto e tutti gli altri competitors si interrogano su quale travestimento adottare davanti agli elettori.
C’è una solidità di fondo in questo progetto che fa già somigliare il Pd ai grandi partiti europei perché per esempio gli consente di prescindere dai cambi di leadership.
Se si svolgerà, l’evento berlusconiano del 2 dicembre sarà un atto di disperazione. Le primarie, nelle stesse ore, saranno invece una prova democratica autentica, positiva, proiettata sul futuro. Non importa se la scelta fra Bersani, Renzi e Vendola sarà coerente o meno col sistema elettorale. Queste sono quisquilie da azzeccagarbugli, agli italiani arriverà solo il messaggio di un partito che sa restituire ai cittadini potere di scelta. Di questi tempi è tutto.
E siccome il merito di una simile chance è, per motivi diversi, di Bersani, di Renzi e di Vendola, ogni “partito” delle primarie avrà innanzi tutto convenienza – già dall’assemblea di oggi – a valorizzare l’evento. Non solo Berlusconi, neanche Grillo potrebbe permettersi un simile lusso. Non parliamo dei contorti e opachi manovratori del “nuovo centro”.
Il capo dello stato ieri ha fatto un importante e sofferto discorso sulla inadeguatezza del sistema politico, sulla pessima immagine che trasmette, sulla necessità di un forte senso morale. Il presidente ha dolorosamente ragione.
In cuor suo, però, Napolitano non può non registrare che è proprio nel Pd, con tutti i suoi limiti, l’unico punto saldo sul quale si possono appoggiare i nuovi equilibri politici e di governo.
Dunque può avere nella giornata odierna una consolazione, e un incoraggiamento nell’importante lavoro che gli rimane da fare.
Del resto, se il Pd è oggi quello che è – un partito di altissima responsabilità, nel quale nessun dirigente che conti davvero pensa minimamente di far saltare il banco delle riforme avviate da Monti – il merito è anche del capo dello stato, della sua pazienza e della sua tenacia.
da Europa Quotidiano 09.10.12
"Un Pd vivo tra partiti in agonia", di Stefano Menichini
Chissà se è vero che il 2 dicembre prossimo, in contemporanea con uno dei due turni delle primarie democratiche, Berlusconi annuncerà la fine della storia del Pdl. I motivi ci sarebbero tutti, a cominciare dal crollo verticale e inarrestabile dei consensi; e poi gli scandali, le guerre intestine, le minacce di scissione, gli abbandoni clamorosi e, ancor più numerosi, quelli silenziosi. Per poter esistere sulla scena sarebbe necessario l’ennesimo travestimento: ma le maschere sono tutte esaurite. Da Monti e Montezemolo in giù, non c’è chi si presti a tirare su i naufraghi del berlusconismo. E nessuno, neanche Berlusconi, immagina quale colpo di scena possa permettergli di imbastire un minimo di competizione con il Pd in vista delle elezioni.
I delegati all’assemblea nazionale del Pd dovrebbero trarre forza e orgoglio da questa concomitanza. Guardando all’indietro, già il discorso del predellino del novembre 2007 fu un indiretto omaggio alla capacità di iniziativa del Pd, la cui fondazione era considerata al tempo l’unica novità positiva di una scena politica già segnata dalla crisi.
Con la svolta di San Babila Berlusconi riuscì a vincere le elezioni. Nient’altro, però. Il popolo di centrodestra che avrebbe dovuto trovare finalmente la propria casa è oggi disperso, disilluso, sbandato, senza rappresentanza. L’epico fallimento di una classe dirigente mai stata realmente tale.
Al di là delle dimensioni (e delle complicazioni) del possibile successo elettorale, qui sta il successo del Pd.
È vero, non è stato il centrosinistra a sconfiggere Berlusconi, e di questo si paga e si pagherà il prezzo perché non si possono accampare meriti che non si sono conquistati sul campo. Ma nelle discussioni interne e nella contesa delle primarie nessuno dovrebbe dimenticare il dato di sistema: il Pd è saldo, in piedi, perno del sistema politico attuale e futuro, mentre l’avversario si è dissolto e tutti gli altri competitors si interrogano su quale travestimento adottare davanti agli elettori.
C’è una solidità di fondo in questo progetto che fa già somigliare il Pd ai grandi partiti europei perché per esempio gli consente di prescindere dai cambi di leadership.
Se si svolgerà, l’evento berlusconiano del 2 dicembre sarà un atto di disperazione. Le primarie, nelle stesse ore, saranno invece una prova democratica autentica, positiva, proiettata sul futuro. Non importa se la scelta fra Bersani, Renzi e Vendola sarà coerente o meno col sistema elettorale. Queste sono quisquilie da azzeccagarbugli, agli italiani arriverà solo il messaggio di un partito che sa restituire ai cittadini potere di scelta. Di questi tempi è tutto.
E siccome il merito di una simile chance è, per motivi diversi, di Bersani, di Renzi e di Vendola, ogni “partito” delle primarie avrà innanzi tutto convenienza – già dall’assemblea di oggi – a valorizzare l’evento. Non solo Berlusconi, neanche Grillo potrebbe permettersi un simile lusso. Non parliamo dei contorti e opachi manovratori del “nuovo centro”.
Il capo dello stato ieri ha fatto un importante e sofferto discorso sulla inadeguatezza del sistema politico, sulla pessima immagine che trasmette, sulla necessità di un forte senso morale. Il presidente ha dolorosamente ragione.
In cuor suo, però, Napolitano non può non registrare che è proprio nel Pd, con tutti i suoi limiti, l’unico punto saldo sul quale si possono appoggiare i nuovi equilibri politici e di governo.
Dunque può avere nella giornata odierna una consolazione, e un incoraggiamento nell’importante lavoro che gli rimane da fare.
Del resto, se il Pd è oggi quello che è – un partito di altissima responsabilità, nel quale nessun dirigente che conti davvero pensa minimamente di far saltare il banco delle riforme avviate da Monti – il merito è anche del capo dello stato, della sua pazienza e della sua tenacia.
da Europa Quotidiano 09.10.12
"Esuberi, riconversione per pochi", di Franco Bastianini
Sono 8.155 i docenti con contratto a tempo indeterminato che nell’organico di diritto stabilito per l’anno scolastico 2012/2013 risultano essere in esubero oppure appartenenti a classi di concorso o tipologie di posti con esubero provinciale. É quanto risulta dalla sintesi nazionale, regionale e provinciale messa a punto dal ministero dell’istruzione e consultabile sul sito di www.italiaoggi.it. Oggi, in un vertice con i sindacati, il dicastero dovrebbe illustrare la bozza di circolare sui corsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno destinati proprio al personale docente in esubero.
Obiettivo: ricollocare i docenti in soprannumero su una classe che ha necessità di nuove forze. Per la riconversione dei docenti in esubero sul sostegno viale Trastevere ha accantonato 349 posti sottraendoli da quelli messi a concorso bandito alla fine dello scorso mese di settembre. La partecipazione ai corsi di riconversione, secondo quanto recita la bozza di circolare, è volontaria, anche se il dicastero la consiglia ai docenti della classe C999, i tecnico pratici già in servizio negli enti locali, per i quali le possibilità di essere riassorbiti in seguito ai pensionamenti sulla propria classe di concorso sono quasi inesistenti. La richiesta comunque non è obbligatoria per nessuno.
Le riduzioni
Il primo interessante elemento che si ricava dalla ripartizione degli esuberi è dato dalla riduzione registrata, nell’anno scolastico 2012/2013 del numero dei docenti in esubero, di circa due mila unità, rispetto a quello ufficiosamente accertato per l’anno scolastico 2011/2012. Una riduzione che, presumibilmente, proseguirà, sicuramente nei prossimi due anni, a ritmi sempre più sostenuti a causa sia dei pensionamenti che delle nuove possibilità di utilizzazione che si apriranno per effetto delle modifiche che stanno per essere apportate alle classi di concorso oltre che dall’utilizzo nelle attività di sostegno.
A rafforzare l’ipotesi di una sostanziale riduzione del numero dei docenti in esubero è un secondo elemento che si ricava dalla lettura analitica del documento presentato dal ministero. A livello nazionale il 65% delle classi di concorso annovera un numero di docenti in esubero compreso tra uno e cinquanta; il 14%, tra cinquantuno e cento; il 13 per cento tra centouno e centonovantanove. Sono anche il tredici per cento le classi di concorso che fanno registrare un numero di docenti in esubero compreso tra duecento e cinquecentosessantatre. Il numero più alto di docenti in situazione di esubero si registra tuttavia tra gli insegnanti tecnico pratici in servizio nei diversi laboratori presenti in alcuni istituti secondari di secondo grado e per i quali le possibilità di rientrare nello status di titolari appare difficile. Solo i docenti in esubero appartenenti alla classe C999 potrebbero invece in breve tempo occupare un posto in rapporto al titolo di studio posseduto.
Le prospettive
Per i docenti in esubero che non riusciranno a rientrare su un posto d’insegnamento la prospettiva, anche se non nel breve termine, potrebbe essere inizialmente il collocamento in mobilità fino a quattro anni e successivamente la risoluzione del rapporto di lavoro
Sul percorso è aperto un tavolo di confronto tra i sindacati e il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi.
La pubblicazione delle classi di concorso in esubero e la loro collocazione nelle singole province e in ambito regionale dovrebbe inoltre consentire agli aspiranti docenti interessati a partecipare al concorso a posti e cattedre, per titoli ed esami, bandito con il decreto n. 82 del 24 settembre2012, una puntuale valutazione sulla disponibilità delle cattedre sia a livello regionale che provinciale.
da ItaliaOggi 09.10.12
"Esuberi, riconversione per pochi", di Franco Bastianini
Sono 8.155 i docenti con contratto a tempo indeterminato che nell’organico di diritto stabilito per l’anno scolastico 2012/2013 risultano essere in esubero oppure appartenenti a classi di concorso o tipologie di posti con esubero provinciale. É quanto risulta dalla sintesi nazionale, regionale e provinciale messa a punto dal ministero dell’istruzione e consultabile sul sito di www.italiaoggi.it. Oggi, in un vertice con i sindacati, il dicastero dovrebbe illustrare la bozza di circolare sui corsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno destinati proprio al personale docente in esubero.
Obiettivo: ricollocare i docenti in soprannumero su una classe che ha necessità di nuove forze. Per la riconversione dei docenti in esubero sul sostegno viale Trastevere ha accantonato 349 posti sottraendoli da quelli messi a concorso bandito alla fine dello scorso mese di settembre. La partecipazione ai corsi di riconversione, secondo quanto recita la bozza di circolare, è volontaria, anche se il dicastero la consiglia ai docenti della classe C999, i tecnico pratici già in servizio negli enti locali, per i quali le possibilità di essere riassorbiti in seguito ai pensionamenti sulla propria classe di concorso sono quasi inesistenti. La richiesta comunque non è obbligatoria per nessuno.
Le riduzioni
Il primo interessante elemento che si ricava dalla ripartizione degli esuberi è dato dalla riduzione registrata, nell’anno scolastico 2012/2013 del numero dei docenti in esubero, di circa due mila unità, rispetto a quello ufficiosamente accertato per l’anno scolastico 2011/2012. Una riduzione che, presumibilmente, proseguirà, sicuramente nei prossimi due anni, a ritmi sempre più sostenuti a causa sia dei pensionamenti che delle nuove possibilità di utilizzazione che si apriranno per effetto delle modifiche che stanno per essere apportate alle classi di concorso oltre che dall’utilizzo nelle attività di sostegno.
A rafforzare l’ipotesi di una sostanziale riduzione del numero dei docenti in esubero è un secondo elemento che si ricava dalla lettura analitica del documento presentato dal ministero. A livello nazionale il 65% delle classi di concorso annovera un numero di docenti in esubero compreso tra uno e cinquanta; il 14%, tra cinquantuno e cento; il 13 per cento tra centouno e centonovantanove. Sono anche il tredici per cento le classi di concorso che fanno registrare un numero di docenti in esubero compreso tra duecento e cinquecentosessantatre. Il numero più alto di docenti in situazione di esubero si registra tuttavia tra gli insegnanti tecnico pratici in servizio nei diversi laboratori presenti in alcuni istituti secondari di secondo grado e per i quali le possibilità di rientrare nello status di titolari appare difficile. Solo i docenti in esubero appartenenti alla classe C999 potrebbero invece in breve tempo occupare un posto in rapporto al titolo di studio posseduto.
Le prospettive
Per i docenti in esubero che non riusciranno a rientrare su un posto d’insegnamento la prospettiva, anche se non nel breve termine, potrebbe essere inizialmente il collocamento in mobilità fino a quattro anni e successivamente la risoluzione del rapporto di lavoro
Sul percorso è aperto un tavolo di confronto tra i sindacati e il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi.
La pubblicazione delle classi di concorso in esubero e la loro collocazione nelle singole province e in ambito regionale dovrebbe inoltre consentire agli aspiranti docenti interessati a partecipare al concorso a posti e cattedre, per titoli ed esami, bandito con il decreto n. 82 del 24 settembre2012, una puntuale valutazione sulla disponibilità delle cattedre sia a livello regionale che provinciale.
da ItaliaOggi 09.10.12