attualità, partito democratico

"Ecco l'Italia dei Diritti per Bersani", di Anna Paola Concia, Aurelio Mancuso, Pina Picierno, Andrea Benedino, Rosaria Iardino,

Nella Carta di Intenti del Pd, per la prima volta si inserisce il tema dei diritti come uno dei punti centrali del nostro agire per i prossimi anni.
Tutti i diritti umani, civili e sociali insieme, costituiscono quella visione necessaria a un partito democratico e progressista per generare un concreto cambiamento e combattere le disuguaglianze che sono la causa del ristagno economico e sociale dell’Italia. Urge un riscatto dopo decenni bui del trionfo dell’egoismo a detrimento della solidarietà tra le persone, dell’individualismo a scapito in primo luogo delle donne, e di molte altre cittadinanze negate, tra cui quelle delle persone lgbt, i/le migranti, i/le disabili. L’Italia oggi è la Repubblica delle disuguaglianze, non solo economiche. Per noi la promozione della laicità costituzionale, come strumento regolatore di una convivenza civile composta da pluralità culturali e sociali, è il terreno su cui si costruisce una piattaforma di riforma civile e di ampliamento delle libertà, base essenziale per un vero sviluppo sociale, culturale ed economico. Sosteniamo Pier Luigi Bersani alle primarie del centrosinistra, perché lo riteniamo in grado di concretizzare le proposte su cui da molti anni siamo impegnate e impegnati. Nell’ottica di una Europa politica che salvi l’Europa economica chiediamo a Bersani di sostenere tutte le Risoluzioni, Direttive, Convenzioni internazionali ed europee a tutela di tutti i diritti umani e civili. Con questo documento costitutivo del Comitato tematico L’Italia dei Diritti per Bersani lanciamo un appello a chi condivide le nostre idee: chiediamo non solo di sottoscriverlo, ma anche di attivarsi per la costituzione di Comitati locali promuovendo iniziative, così da poter tenere alto il confronto con chi sosterrà altre candidature Che cosa significa promuovere L’Italia dei diritti:

– La democrazia è tale quando donne e uomini paritariamente sono protagonisti dello spazio pubblicoe privato.Una società che non valorizza il 50% del suo capitale umano, e cioè le energie e i talenti delle donne, è una società più povera economicamente e socialmente. A partire dalla legge 120 del 2011 (che introduce quote femminili nei consigli diamministrazione nellesocietà quotate e a partecipazione pubblica), chiediamo di estendere il principio di promozione femminile a tutti i settori della società, nelle istituzioni, nel mercato del lavoro e nelle responsabilità familiari. Principio che necessariamente porta a ripensare le politiche di welfare.
– Riconoscere l’autonomia e la libertà delle personenelle loroscelte individualiaccompagnata alla responsabilità nella relazione con gli altri. Vogliamo uno Stato che non legiferi nella sfera privata solo sulla base di obblighi e divieti,masul principio della libertà individuale come responsabilità.

– Adottare il Piano europeo di contrasto alle discriminazioni: di genere, di orientamento sessuale (legge contro l’omofobia e la transfobia), di etnia, religione, di età(bambini e anziani), di portatori di differenti abilità.Questo è un parametro del livello di sviluppo economico e culturale del paese.

– Dare piena cittadinanza alle coppie omosessuali attraverso una legge che riconosca gli stessi diritti e gli stessi doveri delle coppie eterosessuali. Pur nella convinzione che tale obiettivo si raggiunge attraverso l’estensione del matrimonio agli omosessuali riteniamo che il principio di uguaglianza possa essere raggiunto anche attraverso un istituto giuridico equivalente ed equipollente a quello del matrimonio come il modello tedesco proposto da Bersani (che ricomprenda anche la questione delle adozioni, a partire dalla tutela dei molti bambini e ragazzi che già vivono in famiglie omogenitoriali).

– Essere d’impulso in tutti gli organismi sovranazionali al riconoscimento dei diritti umani fondamentali come base delle costruzioni democratiche moderne. Rilanciare il ruolo della nostra cooperazione nella convinzione che la pace sia il presupposto per l’effettiva promozione dei diritti, a partire daquelli dei bambini, ancora adesso i più colpiti da miseria, fame e malattie.

– Proseguire nell’impegno contro la pena di morte, e le tratte di esseri umani, contro le persecuzioni religiose, dei cristiani in diversi Paesi, come dei musulmani dissidenti nei confronti di regimi autoritari e teocratici, contro l’antisemitismo. In questo quadro sono urgenti la legge quadro sulla libertà religiosa e quella contro la tortura;

– Combattere, e con forza, la nuova guerra di liberazione che abbiamo di fronte. Quella contro tutte le mafie. Per ridare speranza al nostro Paese. Per guardare al futuro con la certezza che sarà migliore. Le mafie ingrassano dove i legami sociale sono allentati, sono forti dove la persona viene violata e crescono, sempre, nella scarsa conoscenza dei fenomeni malativosi.Lo strumento più prezioso che abbiamo per batterle è ilr acconto della verità. Per questo, occorre che la politica smettadiguardare dall’altra parteeassumal’impegno per la legalità e contro le mafie come la premessa fondamentaledi qualsiasi altra azione.
– Estendere la cittadinanza ad ogni bambino nato in Italia,

– Affrontare con rigore, sia sul piano legislativo che culturale, la violazione sistematica dei diritti umani nelle carceri e nei Cie e, difendere le garanzie dei cittadini sancite all’art 27 della nostra Costituzione.

– Proporre una legge sul testamento biologico fondata sul diritto del cittadino a scegliere liberamente le terapie alle quali essere sottoposto, affidando in caso di sua incapacità la responsabilità su tali decisioni al fiduciario o alle persone a lui più prossime nel rispetto delle volontà espresse. Alla persona non può essere sottratta la possibilità di rifiutare l’idratazione e l’alimentazione artificiali.

– Rimarcare che il diritto alla maternità deve prevedere l’applicazione integrale della legge 194 a partire dalla prevenzione e dal rilancio dei consultori. Le strutture pubbliche, tenendo conto del diritto individuale all’obiezione di coscienza, devono garantire l’applicazione della legge quindi l’interruzione volontaria della gravidanza intervenendo, col personale necessario, dove a oggi la legge risulta inapplicata o inapplicabile.

– Garantire, entro i codici deontologici e nella continuità di un dibattito pubblico, la libertà e l’autonomia della ricerca. Ciò anche per prevenireun accesso “classista” alle cure e terapie che la scienza dovesse elaborare nel tempo. In questo senso è doveroso, attraverso linee guida rigide, affrontare l’avvio di protocolli che permettano di utilizzare le cellule di quegli embrioni, altrimenti inutilizzabili, abbandonati nelle cliniche. – Riscrivere la legge 40 dopo le sentenze d’innumerevoli tribunali, della Corte costituzionale edella Corteeuropeaprevedendol’accessoatecniche diverse di fecondazione anche per le coppie eterosessuali, omosessuali e per i single per i quali è impossibile “emigrare” all’estero. – Sostenere, con norme e strumenti adeguati, la democrazia economica, il diritto alla rappresentanza della persona che lavora e il diritto alle libertà sindacali nei luoghi di lavoro.