Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

"Il sistema Sesto del proconsole rosso", di Piero Colaprico

Fatti e accuse vecchi di dodici anni fa», dice Filippo Penati. Ma i contributi nel 2009, sotto elezioni, tanto vecchi non sono. Nessuna novità rilevante », ribadisce, ma i pubblici ministeri mettono nero su bianco che “Fare metropoli”, l’associazione culturale legata all’ex presidente della Provincia di Milano, era il «mero schermo destinato ad occultare la diretta destinazione delle somme a Penati ». Non c’è solo l’inchiesta giudiziaria, con i suoi tempi e i suoi riscontri, ma anche una scansione di storie (sia certe, sia ambigue) a rendere difficile la posizione giudiziaria, e politica, ovviamente, di Penati: del fu proconsole dell’ex Pci nelle terre del centrodestra leghista e berlusconiano. Era Penati un taciturno funzionario che «ci sapeva fare», era stato il sindaco di Sesto San Giovanni, paese di operai che nel dopoguerra e negli anni del boom votavano in massa Pci. Quando le fabbriche spengono le ciminiere e le città crescono cosmopolite, terziarie, senza tute blu, quelle aree industriali, vuote e rimesse a nuovo, diventano splendide per il business immobiliare. Una di queste, la ex Ercole …

"Il sistema Sesto del proconsole rosso", di Piero Colaprico

Fatti e accuse vecchi di dodici anni fa», dice Filippo Penati. Ma i contributi nel 2009, sotto elezioni, tanto vecchi non sono. Nessuna novità rilevante », ribadisce, ma i pubblici ministeri mettono nero su bianco che “Fare metropoli”, l’associazione culturale legata all’ex presidente della Provincia di Milano, era il «mero schermo destinato ad occultare la diretta destinazione delle somme a Penati ». Non c’è solo l’inchiesta giudiziaria, con i suoi tempi e i suoi riscontri, ma anche una scansione di storie (sia certe, sia ambigue) a rendere difficile la posizione giudiziaria, e politica, ovviamente, di Penati: del fu proconsole dell’ex Pci nelle terre del centrodestra leghista e berlusconiano. Era Penati un taciturno funzionario che «ci sapeva fare», era stato il sindaco di Sesto San Giovanni, paese di operai che nel dopoguerra e negli anni del boom votavano in massa Pci. Quando le fabbriche spengono le ciminiere e le città crescono cosmopolite, terziarie, senza tute blu, quelle aree industriali, vuote e rimesse a nuovo, diventano splendide per il business immobiliare. Una di queste, la ex Ercole …

“Ci mancava solo la Bce!”, di Tonia Mastrobuoni

Del Boca: perché quella delle donne continua ad essere una rivoluzione interrotta Ventidue uomini su ventitré nel Consiglio direttivo della Bce sono un po’ difficili da nascondere. Soprattutto mentre la Commissione Ue sta tentando di superare le resistenze dei paesi membri perché adottino l’obbligo del 30% di donne ai vertici delle aziende quotate. E se la Bce non è quotata, è senza dubbio la banca delle banche e dovrebbe dare l’esempio. Così il Parlamento europeo ha finalmente battuto un colpo e sta ritardando in questi giorni la ratifica del ventitreesimo membro del direttorio. Un po’ poco, ma è un inizio. Per noi italiani non c’è neanche bisogno di andare a Francoforte per rattristarsi della deplorevole «rarefazione femminile nei luoghi di comando», per usare un’espressione di Daniela Del Boca. Anche in questo ambito siamo terra di primati tristi. Prendete la Banca d’Italia: Anna Maria Tarantola è stata per anni l’unica presenza rosa in un consesso rigorosamente maschile. Appena ha lasciato il suo posto nel direttorio per assumere la presidenza della Rai, è stata prontamente sostituita da …

"Accanimento giudiziario", di Giovanni Valentini

Accanimento giudiziario. Non si può definire altrimenti la sentenza con cui la Cassazione ha confermato la condanna di Alessandro Sallusti, direttore del “Giornale”, a 14 mesi di reclusione per un reato di diffamazione. Un accanimento tanto più scoperto e intimidatorio, dopo che lo stesso Procuratore generale aveva chiesto invano le attenuanti generiche per una riduzione della pena. Poco importa, a questo punto, se fra un mese Sallusti finirà davvero in cella o piuttosto se verrà assegnato ai servizi sociali. Magari per l’assistenza degli anziani o dei disabili. Resta il fatto, senz’altro preoccupante per un Paese democratico e civile, che un direttore viene condannato al carcere per quello che si configura sostanzialmente come un reato d’opinione. Commesso, per di più, non da lui direttamente ma da un suo redattore. E quindi, in forza di quella mostruosità giuridica che — in contrasto con tutti i sacri principi del Diritto penale — prevede la cosiddetta responsabilità oggettiva. Una diffamazione, insomma, per interposta persona. Ai fini di una valutazione non accademica del caso, non importa neanche tanto stabilire se …

"Accanimento giudiziario", di Giovanni Valentini

Accanimento giudiziario. Non si può definire altrimenti la sentenza con cui la Cassazione ha confermato la condanna di Alessandro Sallusti, direttore del “Giornale”, a 14 mesi di reclusione per un reato di diffamazione. Un accanimento tanto più scoperto e intimidatorio, dopo che lo stesso Procuratore generale aveva chiesto invano le attenuanti generiche per una riduzione della pena. Poco importa, a questo punto, se fra un mese Sallusti finirà davvero in cella o piuttosto se verrà assegnato ai servizi sociali. Magari per l’assistenza degli anziani o dei disabili. Resta il fatto, senz’altro preoccupante per un Paese democratico e civile, che un direttore viene condannato al carcere per quello che si configura sostanzialmente come un reato d’opinione. Commesso, per di più, non da lui direttamente ma da un suo redattore. E quindi, in forza di quella mostruosità giuridica che — in contrasto con tutti i sacri principi del Diritto penale — prevede la cosiddetta responsabilità oggettiva. Una diffamazione, insomma, per interposta persona. Ai fini di una valutazione non accademica del caso, non importa neanche tanto stabilire se …

"Anni per avere un bimbo. Quanto è difficile adottare", di Gioia Salvatori

Un percorso burocratico ad ostacoli per le coppie che decidono di adottare un bambino. Colloqui, analisi, carte, incontri con gli psicologi, con i carabinieri e il giudice. Il racconto di Sonia e Gianluca che ora hanno un piccolo cinese: «Da una parte è doveroso sottoporsi a quanto richiesto dalla legge perché si tratta di un figlio. Dall’altra è un iter che logora anche i più volenterosi». E adottare in Italia è ancora più difficile.Sonia e Gianluca hanno 42 e 43 anni, vivono a Legnano e loro figlio è un bimbo nato in Cina che mentre parliamo gioca col cane di casa Camillo e chiama la mamma. Attira l’attenzione in perfetto italiano, è sereno, va all’asilo e ha colmato in fretta una distanza che pareva siderale. Il piccolo di casa viene dalla città di Zhengzhou, a sud di Pechino, provincia dell’Henan. Sonia e Gianluca volevano una bambina cinese, l’hanno cercata, nell’iter dell’adozione, pensando alle bimbe che in quella parte di mondo vengono uccise solo perché femmine. Tempi lunghi Sono stati fortunati: dopo tre anni di domande, …

"Anni per avere un bimbo. Quanto è difficile adottare", di Gioia Salvatori

Un percorso burocratico ad ostacoli per le coppie che decidono di adottare un bambino. Colloqui, analisi, carte, incontri con gli psicologi, con i carabinieri e il giudice. Il racconto di Sonia e Gianluca che ora hanno un piccolo cinese: «Da una parte è doveroso sottoporsi a quanto richiesto dalla legge perché si tratta di un figlio. Dall’altra è un iter che logora anche i più volenterosi». E adottare in Italia è ancora più difficile.Sonia e Gianluca hanno 42 e 43 anni, vivono a Legnano e loro figlio è un bimbo nato in Cina che mentre parliamo gioca col cane di casa Camillo e chiama la mamma. Attira l’attenzione in perfetto italiano, è sereno, va all’asilo e ha colmato in fretta una distanza che pareva siderale. Il piccolo di casa viene dalla città di Zhengzhou, a sud di Pechino, provincia dell’Henan. Sonia e Gianluca volevano una bambina cinese, l’hanno cercata, nell’iter dell’adozione, pensando alle bimbe che in quella parte di mondo vengono uccise solo perché femmine. Tempi lunghi Sono stati fortunati: dopo tre anni di domande, …