Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

“Io, Pussy Riot prigioniera nel Gulag”, di Federico Varese

L’Arcipelago I detenuti avevano costruito qui fabbriche e miniere già negli Anni 30 Poi il modello si è esteso a tutta l’Urss Filo spinato Nella regione ci sono più prigioni che città o paesi. Il centro di Berezniki, gioiello di architettura stalinista, è opera dei carcerati Prigioniera Maria Alyokhina è stata condannata insieme all’altra Pussy Riot Nadezhda Tolokonnikova a due anni di carcere per la performance anti-putiniana nella cattedrale di Mosca Le ragazze sono state dichiarate colpevoli di «teppismo a sfondo religioso» Il lager Il campo di lavoro N°35 di Perm era riservato soprattutto ai detenuti politici e ai dissidenti che sfidavano il regime sovietico. È stato trasformato in un museo ma tanti altri campi penitenziari restano attivi nella regione di Perm Lo scrittore Varlam Shalamov (1907-1982) ha trascorso più di vent’anni nei Gulag staliniani e al confino siberiano. Ha raccontato questa esperienza nei «Racconti di Kolyma» Il criminologo Federico Varese è professore di criminologia a Oxford. Ha fatto ricerche sulla mafia russa a Perm negli anni ’90. Il suo ultimo libro è «Mafie in …

“Ora per fare ricerca bisogna pagare l’Imu”, di Gian Antonio Stella

La Città della Speranza di Padova nata con le donazioni dei cittadini, ha pagato 89.400 euro di Imu. Rubati alla ricerca. La cittadella è un miracolo della generosità di tanti italiani che 18 anni fa si tassarono per regalare al Policlinico un padiglione di Oncoematologia pediatrica. «C aro Gesù Bambino, perché chi combatte le leucemie dei bambini paga l’Imu?». Se i piccoli in cura alla Città della Speranza di Padova scrivessero questa letterina l’Italia farebbe una figuraccia planetaria. Pare pazzesco ma è così: la «Torre della ricerca» tirata su con le donazioni private di migliaia di cittadini ha dovuto pagare 89.400 euro. Rubati ai laboratori, ai ricercatori, ai progetti scientifici. Cosa sia la Città della Speranza i lettori del Corriere lo sanno. È un miracolo della generosità di tanti italiani che diciotto anni fa si tassarono per regalare al Policlinico di Padova, cioè al sistema sanitario pubblico che non riusciva a venire a capo di una ristrutturazione sempre più lenta e costosa, un intero padiglione di Oncoematologia pediatrica. Costruito, arredato e messo in funzione nel …

“Quei Natali in carcere a contare milioni di passi”, di Adriano Sofri

E. è UNA ragazza rom, ha un bambino di neanche due anni, ed è incinta. Ci sono altri due bambini nella sezione femminile che hanno meno di tre anni. Nel corridoio c’è un albero di Natale finto coperto di stagnola e di strisce di cotone. C’è un albero artificiale anche nel corridoio della sezione maschile, con dei pendagli di cartone colorato. VENGONO sua madre, sua moglie e la bambina, che ha 11 anni. Hanno fatto la coda per quattro ore, in strada, e pioveva, ma non glielo diranno. Lui si è preparato fin dalle sette, benché le celle vengano aperte solo alle dieci. Ha fatto la doccia, anche se le caldaie sono guaste e l’acqua è fredda, ma non glielo dirà. Ha fatto una domandina per portare dei cioccolatini alla bambina. Lei ha imparato una poesia e gliela reciterà: “Il campanile scocca / la mezzanotte santa”. La ragazza rom incinta incontra suo marito, un ragazzo anche lui, e un altro suo bambino che avrà quattro anni. Il ragazzo a un tratto la insulta, lei piange, …

“Femminicidio, strage che si può fermare”, di Barbara Spinelli*

“Il femmicidio e il femminicidio sono due neologismi coniati per evidenziare la predominanza statistica della natura di genere della maggior parte degli omicidi e violenze sulle donne. Femmicidio è l’uccisione della donna in quanto donna! (Diana Russell), e nella ricerca criminologica include anche quelle situazioni in cui la morte della donna rappresenta l’esito/la conseguenza di pratiche sociali misogine. In alcuni Paesi, in particolare dell’America Latina, si è scelto anche di introdurre nei codici penali le fattispecie o le aggravanti di femmicidio o di femminicidio. La violenza maschile sulle donne costituisce una violazione dei diritti umani, della quale il femminicidio costituisce la manifestazione più estrema. La codificazione del femminicidio quale violazione dei diritti umani, è avvenuta nell’ambito del sistema di diritto internazionale umanitario internazionale e regionale. In Italia, anche rispetto ad altri Paesi europei, persiste una significativa difficoltà per le Istituzioni e per i giuristi a concepire la necessità di un approccio giuridico e politico alla violenza maschile sulle donne che la affronti quale violazione dei diritti umani. Di conseguenza, le politiche e le riforme legislative …

“Infibulazione, la condanna dell’Onu”, di Pietro Del Re

Non più mutilazioni genitali femminili, basta con una barbara consuetudine che ogni anno, in una trentina di Paesi, mette a rischio la vita di milioni di ragazze. Lo ha deciso l’assemblea generale dell’Onu, adottando per consenso la risoluzione di messa al bando universale di questa pratica efferata. È una vittoria delle donne e dei diritti umani, perché l’orrendo “taglio rituale” perpetua quella relazione di diseguaglianza tra l’uomo e la donna, non solo nei Paesi di origine ma anche in quelli di immigrazione. Si stima che 140 milioni di donne siano state sottoposte a questa tortura, negazione della dignità della persona, inibizione della sessualità femminile e gravi rischi per la salute. «Hanno vinto il coraggio e la tenacia, e la convinzione che non tutte le tradizioni sono giuste. Ci sono tradizioni nefaste, come questa, che vanno superate», ha commentato la vicepresidente del Senato, Emma Bonino, che da anni si batte in prima persona contro le mutilazioni. La risoluzione esorta gli Stati membri dell’Onu a intraprendere «tutte le misure necessarie e a varare leggi che proteggano le …

“Parto indolore garantito a tutte, così l’Italia si allinea all’Europa” di Adriana Bazzi

L’epidurale per il parto indolore sarà garantita in Italia a tutte le donne. Senza più differenze fra ospedale e ospedale o tra Regione e Regione. La rivoluzione dei Lea, i livelli minimi di assistenza per i cittadini, ora in fase di revisione, prevede l’inserimento di questa metodica, diffusissima in molti Paesi europei, ma che da noi non ha mai avuto vita facile. Primo, per questioni legate alla nostra cultura: il biblico «partorirai con dolore» ha condizionato molte donne, limitando in qualche modo l’accesso alla tecnica. Secondo, perché anche una certa concezione «naturalistica» del parto ha contribuito ad allontanare le partorienti da quella che è considerata, da alcuni, un’eccessiva medicalizzazione della nascita. Ognuno può pensarla come vuole: adesso, però, la sanità italiana offre a tutte questa opportunità. Attualmente in Italia esiste una situazione molto variegata: ci sono ospedali dove l’epidurale è offerta gratuitamente 24 ore su 24, altri in cui è gratis di giorno e a pagamento di notte, altri che la finanziano solo per una certa quota di pazienti oppure la offrono dietro pagamento di …

“No al welfare minimo che penalizza le donne”, di Rosanna Rosi*

Politiche pubbliche inclusive e un welfare di qualità sono la condizione necessaria per sostenere il lavoro e quindi la libertà e l’autonomia delle donne nel nostro paese. La realtà ci pone tre evidenze: la prima è che siamo di fronte ad una riduzione progressiva del perimetro del welfare italiano. L’equazione non dimostrata tra welfare uguale costo ha comportato tagli progressivi alla spesa pubblica senza riqualificarla, con la riduzione al minimo delle prestazioni sociali, definendo un catalogo sempre più ridotto di prestazioni erogate dal pubblico e ampliando il catalogo di quelle da affidare al mercato privato. La svalorizzazione del lavoro pubblico, con l’aggressione ossessiva nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori ed in particolare del sociale e della scuola, è nello stesso tempo conseguenza e segno della scelta di ridurre il peso e il perimetro della rete di protezione sociale. Ormai ci è chiaro: siamo avviati verso un welfare minimo, costruito secondo una logica assicurativa, individuale e non solidale, che esclude sempre di più le persone, ed in particolare donne, giovani, immigrati, anziani. La seconda evidenza …