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“Parto indolore garantito a tutte, così l’Italia si allinea all’Europa” di Adriana Bazzi

L’epidurale per il parto indolore sarà garantita in Italia a tutte le donne. Senza più differenze fra ospedale e ospedale o tra Regione e Regione. La rivoluzione dei Lea, i livelli minimi di assistenza per i cittadini, ora in fase di revisione, prevede l’inserimento di questa metodica, diffusissima in molti Paesi europei, ma che da noi non ha mai avuto vita facile.
Primo, per questioni legate alla nostra cultura: il biblico «partorirai con dolore» ha condizionato molte donne, limitando in qualche modo l’accesso alla tecnica. Secondo, perché anche una certa concezione «naturalistica» del parto ha contribuito ad allontanare le partorienti da quella che è considerata, da alcuni, un’eccessiva medicalizzazione della nascita.
Ognuno può pensarla come vuole: adesso, però, la sanità italiana offre a tutte questa opportunità.
Attualmente in Italia esiste una situazione molto variegata: ci sono ospedali dove l’epidurale è offerta gratuitamente 24 ore su 24, altri in cui è gratis di giorno e a pagamento di notte, altri che la finanziano solo per una certa quota di pazienti oppure la offrono dietro pagamento di un ticket. E comunque poco più del 15 per cento delle donne attualmente la utilizza. Da ora in avanti la situazione cambierà.
L’analgesia nel parto toglie il dolore, ma la donna continua ad avvertire le contrazioni uterine, può addirittura camminare (non per niente da noi si parla di walking anestesia) e può vivere pienamente l’esperienza del travaglio e del parto.
La tecnica è sicura e gli effetti collaterali sono pochi. A un patto però: che sia eseguita da mani esperte.
La sua futura diffusione richiederà un aumento degli operatori che la praticano e implica fin da ora la necessità che il personale sia adeguatamente formato. E che i protocolli di intervento, oggi diversi da ospedale a ospedale, siano resi omogenei.
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“Il parto indolore diventa gratuito E la Ue dichiara guerra al fumo”, Margherita De Bac
Da cinque anni ci stanno lavorando. E l’elenco non è ancora finito. Oggetto di modifiche, innesti, cancellazioni. Sono i Lea, i livelli essenziali di assistenza, le prestazioni che devono essere assicurate ai cittadini in tutta Italia gratuitamente, a prescindere dalle scelte di ogni singola Regione. Circa 6.000 voci su cui si sono avvicendati i tecnici di tre governi. Ora entro il 31 dicembre l’atteso albo vedrà la luce, ultima sfida del ministro della Salute Renato Balduzzi. E tra le nuove arrivate c’è l’epidurale, il parto indolore, oggi offerto da una minoranza di ospedali.
Nella lista anche 109 malattie rare. Tradotto: cure rimborsate automaticamente a circa 20 mila persone colpite da patologie genetiche a bassissima incidenza. Lo stesso vale per i dipendenti del gioco d’azzardo, i ludopatici, le vittime dei giochi d’azzardo, circa 800 mila secondo le stime. Un successo quest’ultimo ridimensionato dallo smacco del subemendamento al decreto sulla stabilità approvato martedì notte in Senato. Prevista l’apertura di 1.000 sale poker e il rinvio delle norme che introducono restrizioni sulla pubblicità. Se ne riparla a giugno 2013. Una «vergogna» come titola il quotidiano Avvenire in un editoriale del direttore Marco Tarquinio. Balduzzi è molto contrariato: «Iniziativa corsara. Sono sconcertato, il fenomeno ha un impatto sanitario enorme. Il governo difende il senso complessivo del decreto dall’assalto delle lobby». Massimo Passamonti, presidente Confindustria Sistema Gioco respinge le accuse: «La responsabilità non è nostra. Siamo già pronti con i cartelli che avvertono sui rischi per la salute».
Il lavoro sui Lea non è finito. Altre prestazioni ne usciranno o verranno ridimensionati i criteri per diventarne beneficiari. Più cure per la celiachia che viene «promossa» da malattia rara a cronica.
L’epidurale (termine corretto perimidollare) era già entrata nell’olimpo delle prestazioni gratuite durante il governo Prodi, ministro della sanità Livia Turco. È mancata la copertura finanziaria e la rivoluzione è rimasta sulla carta tanto che adesso appena 2 strutture pubbliche su 10 offrono questo tipo di anestesia che silenzia il dolore del parto.
Una svolta, secondo Danilo Celleno, coordinatore nazionale degli anestesisti ostetrici: «I centri pubblici dovranno organizzare delle squadre ben preparate. Al Fatebenefratelli di Roma il 97% delle pazienti fanno il parto indolore gratis». «Non si poteva più aspettare. Una scelta di civiltà», commenta Francesca Merzagora, presidente dell’associazione Onda.
A Bruxelles l’attenzione è concentrata alla lotta contro il fumo. La Commissione europea ha proposto l’obbligo di pacchetti con scritte ancora più esplicite sulla dannosità delle sigarette che dovrebbero coprire il 75% dello spazio. Vietate inoltre le sigarette sottili, quelle con aggiunta di aromi come mentolo o vaniglia, i pacchetti da dieci. Le norme potrebbero trovare applicazione nel 2015-16.
Il corriere della Sera 20.12.12