Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Province, provincialismi e ….provincialotti”, di Rossana Dettori

La Consulta, nel dichiarare l’illegittimità costituzionale del Decreto Legge 201 del 2011, ripropone, al di là della netta censura sull’abuso della decretazione di urgenza da parte del Governo Monti, un tema sul quale gli Esecutivi che si sono succeduti in questi ultimi anni hanno impattato più volte e anche duramente: l’idea che gli assetti istituzionali siano una variabile indipendente dagli atti fondativi del nostro ordinamento repubblicano. L’idea, cioè, che il tema dei livelli istituzionali, in quel complicato intreccio fra responsabilità e funzioni da garantire ai cittadini, appartiene alla sfera del “come funziona uno Stato” e non, come la Carta Costituzionale impone, a quella di “cosa è uno Stato”. Gli snaturamenti costanti di quei principi costituenti ai quali il Paese ha assistito, dalla messa in discussione del carattere universalistico del nostro servizio sanitario ai finanziamenti alle scuole private, ha imposto alla Corte questa attività di strenua difesa dei pilastri fondamentali del nostro Patto. Il caso delle Province è, per certi versi, il più emblematico: la strumentalizzazione politica del tema, in chiave propagandistica, ha prodotto una accelerazione …

“Una decrescita tutt’altro che felice”, di Paolo Bricco

La recessione sta piegando la nostra vita. Niente soldi. E perfino a tavola si rinuncia ad alcuni cibi. Qualcosa che ricorda gli anni Venti e Trenta. Nessun richiamo alla sobrietà. È soprattutto la mancanza di denaro, avvolta nella nuvola nera della paura per il futuro, a spingere gli italiani a risparmiare in un modo così nuovo e radicale. «E mi dovrei stupire per i dati Istat? Il fenomeno di quest’anno sono i genitori che fanno mangiare a mezzogiorno i figli alla mensa scolastica e, poi, alla sera portano da noi, qui in via Dandolo, tutta la famiglia». Augusto D’Angelo, a Roma, è responsabile delle mense della Comunità di Sant’Egidio. A trecento metri, in via Anicia, Sant’Egidio distribuisce, ogni mese, seimila pacchi alimentari: ognuno con due chili di pasta, pomodori, qualche scatoletta di tonno, del parmigiano. «In Via Dandolo – racconta D’Angelo – si trovano persone dignitose e ben vestite. L’anno scorso abbiamo contato cinquemila volti nuovi». Non è sorpreso nemmeno Luigi Campiglio, ordinario di politica economica all’Università Cattolica di Milano, l’economista che ha più studiato …

Le condizioni per la ripresa”, di Leonardo Becchetti

Dobbiamo dare atto a questo governo di saper fare equipaggio in modo egregio nella barca europea, dimostrando capacità e diligenza e comunicando con i toni giusti. Il problema però è se, per troppo garbo, non si fa presente che la rotta non è proprio quella giusta. Draghi procede con grandissima abilità ad orientare nel modo corretto le aspettative degli operatori (la Bce continuerà con le sue politiche espansive, accentuandole se necessario, finchè le economie dei Paesi membri non si saranno riprese). La Ue, invece, è ancora prigioniera di una politica fiscale troppo restrittiva pagata dalla stagnazione dei Paesi del nord e da un avvitamento ancor più grave con crollo della domanda interna che aggrava la recessione nei Paesi del sud. Nonostante i ripensamenti dello stesso Fondo monetario e di molti autorevoli esponenti del «rigorismo espansivo», la politica dell’Unione persevera diabolicamente nell’errore quasi per inerzia, agganciata a dogmi come quelli del 3% del rapporto deficit/Pil, del pareggio di bilancio e del fiscal compact che lo stesso ministro Saccomanni ha fatto presente andrebbero ridiscussi. Malgrado il nuovo …

Pubblica amministrazione, più efficienza e meno sprechi: si può fare

Il ministro della pubblica amministrazione, Gianpiero D’Alia, ha recentemente affermato di voler convocare sindacati e Aran per dare il via a una «negoziazione» sulla parte normativa dei contratti. Un passo importante, significativamente bene accolto dalle rappresentanze dei lavoratori, che ora ha l’opportunità di trasformarsi in un cammino riformista pienamente concertato. È possibile e doveroso lavorare all’efficientamento delle tante realtà nazionali e locali della pubblica amministrazione e a organi di raccordo su cui interferiscono troppe intermediazioni parassitarie. Vuol dire combattere sprechi e inefficienze; diminuire drasticamente i troppi collettori di spesa, centralizzandoli e controllandoli rigorosamente. E ancora: abbattere consulenze e costosi quanto inutili outsourcing, valorizzando le tante e ottime risorse interne alla pubblica amministrazione; dare attuazione alle nuove disposizioni sulle piante organiche, aggiornando lo strumento della mobilità e spostando, ove possibile, il lavoro e non i lavoratori. Soprattutto vuol dire utilizzare le somme recuperate da queste operazioni per andare incontro a dipendenti pubblici che, specialmente negli anni governati dalla destra, hanno subito solo tagli lineari, vedendo crollare drasticamente il proprio potere d’acquisto. Qualificare la spesa pubblica, elevare …

“La confusione sulle Province”, di Marco Olivetti

Che la riforma e il riordino delle Province, decise con vari decreti-legge dal governo Monti, fossero operazioni costituzionalmente illegittime avrebbe dovuto essere quasi scontato, proprio per le ragioni indicate l’altro ieri nel comunicato stampa della Corte costituzionale: la previsione con decreto-legge di riforme ordinamentali da attuarsi con successivi atti con forza di legge è intrinsecamente contraddittoria con la natura del decreto-legge, quale provvedimento di necessità e urgenza. Inoltre l’art. 133 della Costituzione, che delinea un procedimento legislativo rinforzato per il mutamento delle circoscrizioni provinciali, senza disciplinare il procedimento per la loro soppressione come singoli enti, avrebbe dovuto indurre alla conclusione che la via appropriata per procedere in tal senso è la riforma della Costituzione. Tuttavia la decisione della Consulta non era scontata: non solo per la forte pressione dell’opinione pubblica su questo tema, ma anche per la giurisprudenza anti-regionalista ed anti-autonomista del giudice delle leggi italiano, che ci ha abituato in materia a non poche capriole argomentative. Chiuso comunque questo capitolo secondo la logica del diritto costituzionale, si pongono due problemi non da poco: si …

“Quel grande ritardo sui pagamenti alle imprese”, di Federico Fubini

Quando un paio di settimane fa il telefono è suonato nella sua piccola impresa edile di Ivrea, Gianluca Actis Perino non avrebbe mai immaginato che dall’altra parte del filo lo stava cercando il ministro dell’Economia. Fabrizio Saccomanni aveva un paio di domande per lui Perino è amministratore unico della Sicet, un’azienda edile di 15 dipendenti (cinque meno di due anni fa) che dopo molti mesi è riuscita a farsi pagare dalla provincia di Torino 720 mila euro di crediti scaduti per la manutenzione di due licei. Saccomanni aveva letto quel mattino un articolo sulla Stampa in cui l’imprenditore spiegava le sue difficoltà e l’ha fatto cercare. Ma più che congratularsi, chiuso nel suo ufficio di Via XX Settembre a Roma, il ministro voleva capire: quanto è difficile trasferire concretamente una somma dai conti del Tesoro fino a quello di un uomo che, spiega Perino, deve scegliere se comprare un nuovo camion per l’impresa «o dare da mangiare ai figli»? I dati, di per sé, fanno pensare sia quasi impossibile. È almeno da febbraio che il …

“Sugli aerei decide il Parlamento, lo dice la legge”, di Alberto Custodero

«Con tutto il rispetto per l’autorevolezza dei suoi componenti, ma il “Consiglio superiore di difesa” ha fatto un involontario scivolone». Gian Piero Scanu, capogruppo pd in commissione Difesa alla Camera, commenta così la dichiarazione del Csd secondo il quale, a proposito del programma F35, «il Parlamento non ha diritto di veto». Ma com’è possibile che il Consiglio superiore di difesa abbia fatto questo “scivolone”? «È la legge 244, che ha avuto il parere favorevole del precedente governo, a prevedere che gli acquisti dei sistemi di difesa di tutte le armi siano di competenza primaria del Parlamento, con il governo che svolge funzione concorrente. Il Csd è scivolato su un terreno che non gli si addice perché non è competente a sollevare obiezioni su una legge che è stata controfirmata dal Presidente della Repubblica. La competenza spetta, semmai, alla Corte costituzionale ». E adesso cosa succederà? «Il Parlamento va avanti». E il programma degli F35 sarà stoppato? «Nient’affatto. Si farà una indagine conoscitiva per fare luce su alcuni misteri che circondano questa vicenda». Ad esempio? «Ci …