Anno: 2013

“Gli «inchini» di Schifani”, di Luca Landò

Ribaltare o raddrizzare? Il dubbio è suggerito dalla vicenda della Concordia che oggi, promettono gli esperti, dovrà essere «ribaltata», anche se forse sarebbe meglio scrivere «raddrizzata», visto che dritta lo era prima e non lo è più adesso. Punti di vista, si dirà. Ma anche pericolosi giochi di parole, perché alla fine non si capisce se la realtà sia quella che vediamo con i nostri occhi o quella che sentiamo con le nostre orecchie. Come ieri pomeriggio quando, intervistato da Lucia Annunziata, il senatore del Pdl Renato Schifani si è esibito in una serie di inchini e manovre da far impallidire il famigerato capitan Schettino. Inchino numero uno. «L’atteggiamento del Pd è inspiegabile – ha detto l’ex presidente del Senato – se non in funzione di un preciso disegno che sarebbe contro l’interesse del Paese». Fino alla chiusa capolavoro: «Le elezioni porterebbero il Paese al baratro». Il ribaltamento, anzi la rovesciata, è francamente inaccettabile ad ogni persona di buon senso. A volere le elezioni, dunque, non sarebbe il Pdl che minaccia Letta un giorno sì …

“La metafora del naufragio”, di Tito Boeri

Se tutto andrà per il verso giusto, è il caso di dirlo dato che si tratta di una complessa rotazione su di un fondale insidioso, la Concordia non affonderà e riprenderà la sua rotta. Sarà comunque un viaggio breve. Verrà trainata da una mezza dozzina di rimorchiatori. Sarà tenuta a galla da grandi cassoni d’aria ai due lati. E se ne andrà mestamente, a soli due nodi, verso la propria rottamazione. Se tutto andrà bene, è il caso di dirlo dato che c’è di mezzo una votazione molto insidiosa, l’economia italiana smetterà di affondare e riprenderà il suo cammino. Sarà comunque un viaggio lento e di breve durata. Trainata dalle esportazioni, tenuta a galla da un governo che cerca di stare a galla più a lungo possibile, rischia di essere un cammino lento e di breve durata, dalla recessione, alla stagnazione, ad una nuova recessione. La vicenda della Concordia è stata spesso utilizzata, soprattutto dalla stampa estera, come metafora del declino del nostro paese. È un confronto avvilente e per molti aspetti ingiusto. Ma è …

“In tre anni bruciata la generazione under 35”, di Roberto Giovannini

L’Italia – purtroppo ormai lo sappiamo – non è un paese amico dei giovani. Lo dice l’esperienza quotidiana di tutti noi, ma lo confermano anche i numeri. Come mostrano i dati dell’Istat riferiti al secondo trimestre del 2013, tra il 2010 e il 2013 il numero delle persone con meno di 35 anni con un lavoro è letteralmente crollato: da 6,3 a 5,3 milioni. A subire la regressione peggiore sono gli italiani tra 25 e 34 anni, che nello stesso periodo hanno dovuto accettare la perdita di ben 750.000 posti di lavoro. Nel secondo trimestre 2013 in questa fascia di età – quella in cui un tempo chi aveva seguito un corso universitario si laureava, cominciava a lavorare ed eventualmente metteva su famiglia – lavoravano appena 4,329 milioni di persone contro i 5,089 milioni di tre anni prima. Il tasso di occupazione ha subito un crollo dal 65,9 al 60,2 (era al 70,1% nella media 2007), con quindi appena sei persone su dieci al lavoro nell’età attiva per eccellenza. E se per i maschi del …

“Il Belpaese in bilico”, di Ilvo Diamanti

È senza maggioranze e senza certezze politiche, l’Italia di oggi. Forse, non solo da oggi. Un Paese “in bilico”, l’ha definito Enrico Letta. A ragione. Perché si muove in equilibrio instabile, non solo di fronte alle tensioni globali. Anche di fronte ai problemi nazionali. Il sondaggio di Demos, condotto (per la Repubblica) nei giorni scorsi, riproduce in modo fedele questo Stato di Emergenza. Dove le “larghe intese” sono divenute la regola. L’unica soluzione possibile per comporre un elettorato diviso in tre grandi minoranze. Fra loro in-coerenti e poco compatibili. Le stime delle intenzioni di voto, oggi, d’altronde, riproducono fedelmente gli orientamenti emersi alle elezioni politiche di febbraio. Il Pd, con il 28%, circa, supera di poco il Pdl (26%). Segue il M5S, intorno al 21%. L’equilibrio tra i partiti appare, di nuovo, rilevante. E inquietante. Nulla che faccia presagire, in caso di voto anticipato, la vittoria chiara di uno schieramento. D’altronde, oggi sarebbe difficile immaginare anche quali coalizioni si confronterebbero. L’esperienza delle grandi intese (obbligate) ha inciso sulle preferenze degli elettori. Metà dei quali è …

«Controllo e possesso di lei. Così nasce il femminicidio», di Jolanda Buffalini

Linda Laura Sabbadini ha ricevuto, ieri, nel teatro settecentesco di Montalcino, il premio internazionale Casato Prime donne 2013 per «l’azione concreta contro la violenza sulle donne». Linda Laura Sabbadini è direttore del dipartimento di statistiche sociali e ambientali dell’Istat ed è stata lei, insieme ad un gruppo di ricercatrici, dell’Istat a mettere a punto la metodologia statistica che ha fatto emergere i dati choc sulla violenza che si consuma dentro e fuori le mura domestiche e che, nella stragrande maggioranza dei casi (96,3%), non viene denunciata. Secondo l’indagine realizzata nel 2006 sono 6,7 milioni le donne che in Italia hanno subito violenza fisica o sessuale, si arriva a 10 milioni se si aggiungono le violenze psicologiche. Linda Sabbadini ha portato la sua esperienza alle Nazioni Unite, dove sono state elaborate, le linee guida mondiali. Come siete riusciti a far emergere un fenomeno nascosto di tale portata? Ci sono voluti 4 anni di sperimentazioni. La cosa più importante, che abbiamo compreso è come fare le domande. La violenza non è riconosciuta come tale, solo il 7% …

“I cambiamenti necessari”, di Claudio Sardo

Il Governo Letta ha molte zavorre: è frenato dai ricatti del Pdl (come quello sull’Imu), è trattato con freddezza da parte del popolo di centrosinistra, ha margini esigui di manovra nel bilancio dello Stato, è condizionato dalla precarietà che Berlusconi ha imposto dopo la condanna. Eppure il governo Letta ha nel dna importanti obiettivi di cambiamento: o sarà in grado di realizzarli, o morirà. I cambiamenti connaturati alla missione del governo sono tre. Il primo: agganciare la ripresa europea, apportando le prime correzioni di rotta alle politiche economiche perseguite in questi anni scellerati. Non ci sarà vera ripresa – almeno sul piano sociale – finché non tornerà a crescere l’occupazione. Non basterà qualche decimale di punto del Pil. E non basterà neppure giocare la partita interna sulla legge di Stabilità. L’impegno di rispettare il vincolo del deficit al 3%, come spiega Paolo Guerrieri nel suo articolo di oggi, ha senso solo se è accompagnato da investimenti strutturali per lo sviluppo e per il lavoro, concordati con l’Unione europea e svincolati dai parametri di Maastricht. Solo …

Riva, i PM contro l’azienda: “non c’è divieto d’uso dei beni”, di Laura Matteucci

Una nota della Procura di Taranto sconfessa la posizione del gruppo Domani mobilitazione unitaria. La serrata costa almeno 2,4 miliardi. Mentre i sindacati spingono per il commissariamento del gruppo e per un decreto, chiedendo la riapertura degli stabilimenti, la Procura di Taranto fornisce la propria chiave di lettura su quello che sta accadendo al gruppo Riva Acciai. Il provvedimento di sequestro nei confronti di 13 società collegate al gruppo, eseguito dalla Guardia di Finanza di Taranto mercoledì scorso, «non prevede alcun divieto di uso» dei beni aziendali sequestrati – dice una nota del procuratore Franco Sebastio. In altre parole, i sequestri «non pregiudicano l’attività produttiva», e peraltro «il custode-amministratore » nominato dall’autorità giudiziaria «è autorizzato ex lege a gestire eventuali necessità di ordine finanziario ». Una risposta che rimanda ufficialmente al mittente, cioè ai vertici di Riva, le accuse di aver causato la fermata degli impianti, come fosse un atto dovuto dopo il provvedimento giudiziario. Se il gruppo ha deciso di chiudere sette forni elettrici dell’area a caldo dell’Ilva di Taranto (nelle province di Cuneo, …