Anno: 2013

“Tecnopolo, imprese e start-up: pacchetto di aiuti per il rilancio”, di Francesco Dondi

Milioni di euro appoggiati sul tavolo per scommettere sul rilancio delle imprese e dell’occupazione. Una strategia che punta a trainare la ripresa, premiando chi davvero vuole – o ha le possibilità – di investire in innovazione e miglioramento della produzione. È un pacchetto multidirezionale quello messo in campo dalla Regione con un unico filo conduttore: incentivare gli imprenditori sani e coraggiosi, aprendo loro una corsia preferenziale per fare della Bassa un gioiellino proiettato verso l’economia del futuro. Lavoro e occupazione Attraverso il bando Por-Fesr, che già aveva finanziati 400 imprese regionali, sono stati trovati altri 14,9 milioni necessari a premiare chi assume: da uno a tre dipendenti il sostegno aumenta del 5%, chi va anche oltre i tre lavoratori ha un’aggiunta del 10%. Sono 38 le attività economiche della Bassa che hanno toccato con mano i soldi per un totale di 2,96 milioni. Il bando ha portato in tutta la Regione l’assunzione di circa 500 persone, di cui una quarantina nell’Area Nord. Start-up e innovazione Vale per le imprese costituite dopo il 1 gennaio 2011 …

“Semmai Barabba”, di Massimo Adinolfi

Tutto ci si può aspettare in questi giorni delicati, meno un’uscita di Angelino Alfano che dia un sostegno smaccato ai giudici della Cassazione che hanno condannato in via definitiva Silvio Berlusconi per frode fiscale. Eppure è accaduto (o quasi). Perché chiamato a riflettere sull’esempio di Cristo, Alfano non si è fatto ripetere due volte l’invito e ha detto: «l’esempio di Cristo non poteva essere più pertinente perché evidenzia l’esigenza di un giusto processo e i limiti di un giudizio popolare». Ora, vi ricordate come andò quella volta? Pilato invita la folla a scegliere fra Gesù e Barabba e la scelta cade su Barabba: il furfante è salvo e l’innocente in croce. Di qui l’acuta osservazione del vicepremier: la giustizia dell’epoca funzionava veramente male, e una bella riforma avrebbe evitato un esito così scandaloso. Orbene, veniamo al secondo processo più famoso della storia dopo quello di duemila anni fa: Berlusconi vi è stato condannato non dal giudizio popolare, ma dai giudici della Cassazione! Non solo, ma la condanna è giunta dopo tre gradi di giudizio, con …

“A testa in giù per 20 euro”, tra i nuovi schiavi bianchi del pomodoro puglise, di Giuliano Foschini

A 50 anni Antonia pensava di non dover più vedere il mondo a testa in giù. E invece, dieci anni dopo l’ultima volta, è tornata a guardare la sua vita rovesciata: le gambe divaricate, la testa che a fatica si piazza all’altezza delle ginocchia, le braccia che si stendono nella terra, le dita che intercettano i frutti rossi facendo attenzione a evitare quelli più verdi. Così Antonia è tornata a raccogliere i pomodori. «Avevo detto basta, per pochi spiccioli non posso fare la schiava. Ma non lavoravo da due mesi, né in campagna né come stiratrice. E allora questi 20 euro al giorno a casa fanno comodo. Ma non alla mia schiena». Antonia è una degli oltre 800 italiani che, testimonia la Flai-Cgil, da quest’anno sono tornati nei campi del foggiano per il lavoro più faticoso, quello peggio pagato, e per questo appaltato ormai da anni dai caporali. Agli schiavi, prima africani e poi est-europei. «Italiani non se ne vedevano da tempo: oggi invece sono almeno 800-900» spiega Daniele Calamita, segretario generale del sindacato. «Li …

Il muro del Pd: “Nessun baratto sulla giustizia”, di Rodolfo Sala

Nessuno spiraglio, il Pd fa muro. E respinge quello che Dario Franceschini definisce senza giri di parole il «baratto» proposto dal Pdl. Baratto un po’ indecente, Letta può andare avanti solo se i Democratici salveranno il Cavaliere dalla decadenza in Senato. «Alle minacce e agli ultimatum — avverte il ministro per i Rapporti con il Parlamento — basta rispondere con un principio molto semplice: non si barattano legalità e rispetto delle regole con la durata di un governo. Mai». La linea è tracciata, tutte le anime del partito si compattano e le conseguenze non possono che essere quelle annunciate ieri a Rimini da un altro ministro, il renziano Graziano Delrio: niente salvacondotti per l’uomo di Arcore condannato in via definitiva per frode fiscale, quando la vicenda arriverà alla Giunta del Senato, «il Pd voterà per la decadenza, non ci sono altre soluzioni; non si può trovare dentro la politica la soluzione a un problema giudiziario». Lo impone la legge Severino, che il Pdl vorrebbe mettere in discussione magari con l’aiuto dei partner di governo. «Non …

“Scandalosi gli abusi sugli stage dal governo più regole e controlli”, di Tania Mastrobuoni

Stabilire regole certe per gli stagisti è difficile, anzitutto per la assurda giungla di competenze che circonda la materia, come ammette il sottosegretario al Lavoro, Carlo Dell’Aringa. In parte i tirocini sono di competenza del Governo, in parte delle Regioni, che sulle linee guida concordate con l’ex ministro Elsa Fornero stanno però accumulando ritardi «gravi», osserva Dell’Aringa. L’economista ammette che gli abusi segnalati da questo giornale sono «uno scandalo», che occorre aumentare i controlli e stabilire regole per gli stagisti curriculari. E sostiene che il Governo si impegnerà, anzitutto, a censirli. Dell’Aringa, perché attorno ai tirocini si accumulano così tanti abusi? Il governo non può stabilire regole certe? «Il problema è che la Corte costituzionale boccerebbe tutto. Bocciò il tentativo di Elsa Fornero di regolamentare gli stage perché effettivamente la formazione è di competenza delle Regioni. E di recente, quando abbiamo tentato di tornare sul tema, di riproporre delle regole per i tirocinanti, le commissioni Affari costituzionali del Parlamento ci hanno avvertiti che saremmo andati incontro ad un’altra, sonora bocciatura della Consulta». Le Regioni stanno …

“La strategia della paralisi”, di Claudio Tito

Nonostante le roboanti minacce del Pdl, l’attuale sistema politico appare sempre più bloccato. E anche l’arma delle elezioni anticipate si mostra spuntata. In primo luogo perché il Presidente della Repubblica (lo ha confermato anche ieri nel colloquio con il presidente del Consiglio) non ha alcuna intenzione di sciogliere le Camere se prima non si è messo mano alla legge elettorale, ossia a quel Porcellum che costituisce la prima causa di questa impasse senza precedenti. IN SECONDO luogo perché il risultato di una nuova consultazione elettorale, senza la riforma delle legge Calderoli, rischia di riprodurre la medesima situazione. Ancora pareggio e ancora larghe intese. E infatti, sebbene i falchi del centrodestra siano in questa fase scatenati, i dubbi del Cavaliere per un immediato show down non mancano. «Non mi vogliono lasciare una via d’uscita — ha ripetuto ieri il capo del centrodestra spinto dalle colombe Gianni Letta e Fedele Confalonieri — ma basterebbe poco per evitarmi un’umiliazione». Ma quella che Berlusconi chiama un’umiliazione, rappresenta per il Pd un passaggio obbligato. Enrico Letta e i democratici non …

“Punto e non a capo”, di Massimo Gramellini

Se anche gli avvocati lo convincessero a seguire la strategia adottata dal soldato-talpa Manning – chiedere la grazia dopo un cambio di sesso – o se una fata Toghina particolarmente misericordiosa facesse sparire condanna e pene accessorie con un colpo di bacchetta magica, il nodo scorsoio a cui si è impiccata la vita pubblica italiana non si scioglierebbe comunque. Una cucciolata di processi schiumanti aspettano al varco, dalle cene eleganti alla compravendita dei parlamentari. Qualsiasi partito al mondo, persino nelle nazioni dove di partito ce n’è uno solo, riunirebbe i propri vertici per costringere il leader a farsi da parte. Capitò nella Dc di Forlani e nel Psi di Craxi, di cui Forza Italia si considera erede, ma succederebbe anche nella Dc tedesca e fra i conservatori inglesi, francesi, svedesi, neozelandesi. Qui invece no, perché il leader non è un capo ma un proprietario e i dirigenti sono in realtà dei dipendenti. Manca un Dino Grandi in grado di dirgli la banale verità: che il suo tempo in politica è finito. Che ha perso la …