attualità, partito democratico, politica italiana

Partiti, dopo 70 anni una legge che norma democrazia e trasparenza

Giuramento_Mattarella_Montecitorio

Democrazia e trasparenza, sono questi i due assi su cui si muove il disegno di legge sui partiti approvato, mercoledì 8 giugno, in prima lettura, dalla Camera dei deputati. Per la prima volta, in 70 anni, si prova a dare attuazione pratica all’articolo 49 della Costituzione. In Parlamento erano stati presentati ben 22 progetti di legge che il collega modenese del Pd Matteo Richetti, nominato relatore, ha riunito in un testo unificato che, dopo il sì della Camera, approda ora al Senato. C’è chi dice sia un testo troppo blando, c’è chi, come i 5 stelle, dice che da movimento non si trasformerà mai in un partito. Fatto sta che, per la prima volta, c’è un tentativo serio e strutturato di proporre norme comuni che puntano a promuovere la partecipazione, la democrazia interna e la trasparenza nel funzionamento delle formazioni politiche che vogliono partecipare alle elezioni. Ad esempio, i finanziatori che versano al partito cifre superiori ai 15mila euro non potranno più nascondersi dietro questioni di privacy: i loro nominativi dovranno essere pubblicati sui siti dei partiti. Anche le formazioni che non vogliono iscriversi al registro dei partiti dovranno rendere note le regole base della democrazia interna: chi è il legale rappresentante e chi detiene la titolarità del contrassegno; composizioni e attribuzioni degli organismi interni; modalità di selezione dei candidati. Insomma, un buon provvedimento che ha raccolto i voti della maggioranza, ma anche l’astensione della gran parte delle forze di opposizione, a testimonianza dell’equilibrio con cui è stato redatto il testo. Ora attendiamo l’esame del Senato, che ci auguriamo possa essere celere, per dare al Paese una buona legge.

Per approfondire: Trasparenza e partecipazione partiti politici

Crediti immagine: Di Presidenza della Repubblica, Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38210179