“Perchè l’austerità è stata un suicidio”, di Carlo Buttaroni
Uno studio dal titolo emblematico “Moltiplicatori fiscali ed errori nelle previsioni di crescita”, firmato da due economisti del Fondo Monetario internazionale, Daniel Leigh e Olivier Blancherd, ha messo nero su bianco quello che da tempo sosteniamo: la politica del rigore è stata un suicidio. Analizzando i casi di Spagna, Portogallo e Grecia, i due studiosi hanno dimostrato, dati alla mano, che la premessa alla base delle politiche “lacrime e sangue” è completamente sbagliata. E dalle conseguenze devastanti. Il principio attivo della cura- austerity messo a punto nei laboratori di Bruxelles, infatti, si basava sulla convinzione che per ogni euro tagliato ci sarebbe stata una contrazione dell’economia pari a 0,50 euro. I dati hanno dimostrato, invece, che la contrazione reale è stata di 1 euro e mezzo. Quindi, tre volte tanto. In un altro rapporto interno del Fondo monetario internazionale, pubblicato il 17 settembre, si legge che l’austerity deve avere un “limite di velocità” e che alcune delle politiche imposte hanno presentato rischi di “autodistruzione” per l’economia locale. Il mea culpa del FMI arriva ben dopo …