Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Passo indietro indispensabile”, di Michele Prospero

Forse nessuno più di Alfano è consapevole che il voto del Senato non ha chiuso un pasticciaccio che lascia in giro molte ruggini. La crisi è stata al momento riassorbita, senza gravi contraccolpi. Solo grazie all’autorevolezza del Colle e al senso di responsabilità per l’ennesima volta mostrato dal Pd le istituzioni non precipitano nel caos. Non è certo su queste precarie condizioni, di uomo salvato per grazia ricevuta, in ragione cioè di reiterate e sin troppo costose prove di ragion di Stato, che però Alfano confidava per accreditarsi come il capo dell’ala politica della destra, capace di trarre un qualche senso politico costruttivo dall’esperienza controversa del governo di servizio. Ora, se non coglie le ineluttabili conseguenze politiche della vicenda, il segretario del Pdl rischia di essere risucchiato proprio dalle componenti più oltranziste del suo schieramento. Cioè da quelle pattuglie barricadiere che, al progetto di una destra capace di avventurarsi oltre le spine della custodia giudiziaria del capo, non guardano neppure alla lontana. E non aspettano altro che gli echi di sentenze scomode per mettere in …

Alta tensione nel Pd «Teniamo aperto il caso», di Maria Zegarelli

Il Pd compatto contro la sfiducia ad Alfano per salvaguardare il governo. Tre senatori non partecipano al voto. Ma le tensioni e i malumori in casa democratica restano per l’affare inaudito che ha coinvolto il Viminale. Il Pd tiene aperto il caso. Lo dice Zanda in aula, ma lo dicono anche senatori e deputati: è stata danneggiata la credibilità dell’Italia, bisogna riparare al più presto. La frase che più deve aver fatto saltare i nervi ad Angelino Alfano è quella che il capogruppo Pd Luigi Zanda pronuncia quasi al termine del suo durissimo intervento in aula: «Lo dico per inciso, onorevole Alfano, ma forse può essere utile valutare se nelle 24 ore della sua giornata ci sia sufficiente tempo per la segreteria del suo partito, la vice presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero dell’Interno». Alfano sbraccia, guarda Silvio Berlusconi, si chiede dove voglia arrivare il senatore Pd. Poche ore più tardi il segretario del Pd Guglielmo Epifani, intervistato dal Tg, è ancora più esplicito: «Il problema che io vedo è che di fronte …

“Il vicepremier è ancora in bilico”, di Francesco Bei

Respinta la «sfiducia politica» al ministro dell’Interno, quella presentata dalle opposizioni e che avrebbe travolto l’intero governo, nella maggioranza non si considera affatto chiusa la questione Alfano. Sarà per il timore di nuove rivelazioni sullo scandalo kazako (una paura che pervade anche il Pdl), sarà perché la posizione del vicepremier è ormai oggettivamente troppo indebolita, nel governo ancora si parla di dimissioni del segretario del Pdl. Potrebbe sembrare paradossale insistere su questo punto proprio nel giorno in cui la maggioranza si è ricompattata a difesa del vicepremier. Eppure sul tavolo c’è di nuovo la questione Alfano. Anzi, il fatto che il governo di larghe intese si sia dimostrato in grado di respingere gli assalti di grillini e vendoliani potrebbe dare ora al premier la forza sufficiente per procedere all’operazione. In fondo su qualcosa di simile Letta aveva già ragionato prima di partire per Londra. La soluzione, poi scartata per i troppi rischi che comportava, gli era stata prospettata come via d’uscita per salvare capra e cavoli. Dall’area dalemiana un suggeritore aveva infatti consigliato al premier …

“I trucchi del Cavaliere”, di Piero Colaprico

È crollata, per la seconda volta in un mese, la trincea delle “cene eleganti”. E adesso sulla testa di Berlusconi aleggia l’accusa di “corruzione in atti giudiziari”. Un’accusa inedita per il Cavaliere. Nella sua villa di Arcore funzionava, e questo ormai lo dicono ben due sentenze, un fiorente mercato del sesso, con prostitute, show girl e minorenni. Per coprire quello scandalo, Berlusconi ha mentito e fatto mentire: ma, così suggerisce la sentenza di ieri, ha seminato troppe tracce. Tant’è vero che, accanto alle ragazze a pagamento, è ormai lo stesso tandem legale Ghedini-Longo a incamminarsi verso una nuova, forse devastante inchiesta, che già viene chiamata Ruby-ter. I fatti sono semplici e vanno messi insieme se si vuol capire la situazione. Lo scorso 24 giugno l’ex presidente del Consiglio è stato condannato a sette anni di carcere. Colpevole di concussione e di essere stato il cliente di una prostituta minorenne, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ieri c’è stato — e poteva accadere altrimenti, visto che numerose prove erano le stesse? — il bis: condanna totale …

“I tanti controllori del Caso Ligresti che non hanno visto”, di Sergio Rizzo

Nella storia dei grandi crac finanziari all’italiana c’è una costante: i controllori che non controllano. O lo fanno male. Raramente per scarsa professionalità o carenza d’impegno. Più di frequente, invece, a causa dell’assenza di una caratteristica imprescindibile per chi veste i panni di sceriffo dei mercati: l’indipendenza. Se troverà conferma ulteriore nelle indagini della magistratura, la storia rivelata l’altro ieri sul Corriere da Luigi Ferrarella ne è la prova provata. Un testimone ha raccontato come per anni i controlli sulla Fonsai da parte dell’Isvap, che avrebbero forse potuto evitare il peggio a tanti risparmiatori, abbiano latitato. Il prezzo? La promessa della nomina a componente dell’Antitrust per il presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini, caldeggiata da Ligresti in persona presso il premier dell’epoca, Silvio Berlusconi. Le entrature politiche di Ligresti e le sue relazioni con quel mondo che ha Berlusconi come punto di riferimento sono arcinote. È stata ricordata la sua amicizia con Bettino Craxi, faro del Cavaliere negli anni ruggenti, cementata dagli innumerevoli incarichi del suo plenipotenziario nelle partecipazioni statali Massimo Pini in tante aziende del gruppo …

“Quel ministro non può restare al suo posto”, di Eugenio Scalfari

Angelino Alfano non si dimetterà da ministro dell’Interno e da vicepresidente del Consiglio nonostante l’immane pasticcio di cui è responsabile per l’espulsione di Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua e la sua consegna al regime dittatoriale del Kazakistan. Non si dimetterà perché Berlusconi lo incoraggia a restare al suo posto, Enrico Letta cerca di evitare la crisi di governo che avverrebbe qualora il premier sconfessasse il suo vice e il Pd ha dal canto suo le medesime preoccupazioni. Il partito democratico è pressoché unanime nel considerare Alfano responsabile di quanto è avvenuto, sia che ne fosse al corrente, sia che (come lui afferma) fosse stato tenuto all’oscuro dai suoi più intimi collaboratori; ma il gruppo dirigente ha invece deciso, sia pure turandosi il naso, di non votare la sfiducia ad Alfano per evitare una crisi di governo con conseguenze nefaste sull’economia, sui mercati, sulla credibilità italiana in Europa che il pasticcio kazako ha comunque fortemente indebolito. La conseguenza di questi fatti, che messi insieme determinano un vero e proprio evento politico, sarà comunque una …

“Il rifiuto delle scorciatoie”, di Mario Calabresi

Giorgio Napolitano è come se guardasse alla situazione da lontano, o forse sarebbe meglio dire dall’alto. Dall’alto dei suoi 88 anni, dei sessant’anni di vita politica, da quella distanza che ha chi non cerca altri incarichi, altre prospettive, ma essendo già in un tempo supplementare gioca il pallone nel modo più diretto e efficace possibile. Dal suo punto di vista si vede con chiarezza, e lo ha sempre detto senza giri di parole, il fallimento delle ultime legislature. I l suo cruccio più grosso è il modo in cui il Parlamento e i partiti hanno sprecato l’occasione del periodo Monti per riformare la politica e la sua più grossa paura è che l’errore si ripeta, nell’illusione che buttando via tutto e riaprendo una stagione di campagna elettorale ci possano poi essere soluzioni radiose e miracolistiche dietro l’angolo. Eppure, per dare risposte all’antipolitica montante e alla rabbia dei cittadini, una via maestra c’era: riformare la legge elettorale, dimezzare il numero dei parlamentari, rivedere i costi del sistema, abolire le Province. Niente di tutto questo è stato …