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«Senza donne, Italia più ingiusta», Il Sole 24 Ore 08.03.15

Mette da parte la ritualità della festa dell’8 marzo, il bagaglio di frasi scontate e parla con franchezza e semplicità dell’unico dato sostanziale, di come – cioè – alle donne sia affidato un pezzo importante del welfare italiano. «Su di voi grava il peso maggiore della crisi italiana». È tra le prime frasi che pronuncia Sergio Mattarella nel suo discorso al Quirinale davanti ai presidenti di Camera e Senato, alle ministre, alle donne che ieri hanno ricevuto i riconoscimenti nell’ambito della tutela ambientale. E cita una ricerca del movimento “WeCan” che racconta di come con la presenza delle donne nei Parlamenti aumenti l’attitudine a produrre leggi, firmare trattati, salvaguardare l’ambiente.
Ma è nel quotidiano che il lavoro delle donne assume un senso politico più profondo. «A voi una società non bene organizzata affida il compito fondamentale di provvedere in maniera prevalente all’educazione dei figli e alla cura degli anziani e dei portatori di invalidità». Un welfare al femminile che sopperisce ai deficit organizzativi, agli effetti della crisi economica, appunto. «Lo fate silenziosamente, a volte faticosamente». Parole che hanno un peso oltre che una grazia come quando parla di «donne consapevoli che badano all’essenziale e a ciò che è bello, spesso alla difficile ricerca di una compatibilità tra lavoro e famiglia». Basterebbe fermarsi qui per restituire un po’ di sostanza alla festa delle donne ma il presidente insiste su un aspetto – la solidarietà – che per lui è una priorità, il fondamento del vivere civile. «Senza le donne l’Italia sarebbe più povera e ingiusta. Siete il volto prevalente della solidarietà. Il volto della coesione sociale. Non dovremmo smettere di ringraziarvi». Ricorda che lo scorso anno con Giorgio Napolitano la cerimonia fu dedicata alla violenza inflitta alle donne e che quest’anno – invece – è dedicato al rapporto tra donne, natura e Terra. E anche su questo snodo, crescita e tutela dell’ambiente, vede la tessitura di un lavoro femminile. «La crescita globale è un obiettivo giusto e positivo ma occorre governare i contraccolpi a salvaguardia dell’ambiente: in questa situazione il ruolo della donna è determinante».
Ricorda come la metà della produzione del cibo – nei Paesi in via di sviluppo l’80% – passa attraverso mani femminili a cui è legata la salute, la biodiversità. Ricorda una donna, Rachel Carson, e la sua battaglia contro l’abuso degli insetticidi. Prima osteggiata dalle lobbies della chimica, perfino derisa dalla comunità scientifica, riuscì però a far mettere al bando il Ddt. Il suo contributo con il libro Primavera silenziosa fu determinante per la nascita del movimento ambientalista e dopo di lei sono arrivate le battaglie di Laura Conti – «medico, partigiana e deputata» che denunciò le responsabilità politiche e imprenditoriali dopo il disastro di Seveso – e la keniana Wangari Maathai Nobel per la pace come Rigoberta Menchù e infine Vandana Shiva ispiratrice del movimento democratico globale.
Racconta poi delle donne protagoniste della rete “WeCan” che lavorano con l’obiettivo di cambiare il linguaggio passando dalle parole «dominare, impoverire, distruggere» a quelle di «risanare, rispettare, rigenerare». Gli stessi criteri, dice Sergio Mattarella, con cui sono state premiate le donne ieri al Quirinale: professioniste e imprenditrici nel settore dell’agroalimentare, ambiente, risanamento periferie. E dà atto al Parlamento di aver compiuto un importante «passo avanti nella definizione di reato di disastro ambientale: un crimine finora sanzionato in misura inadeguata». Chiude l’intervento con un detto dei nativi americani Ojibwej: «La donna è la radice sulla quale le nazioni sono costruite». Intanto, secondo gli ultimi dati del Viminale, diminuiscono i reati di violenza, stalking o abusi contro le donne mentre sono in aumento le misure di allontanamento