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"Cosa mangeremo fra 20 anni? Il cibo del futuro si studia all’università", di Carlotta De Leo – Corriere.it 17.12.14

Cosa mangeremo tra vent’anni? Come produrremo il cibo? E quali saranno le tecnologie che influenzeranno di più i diversi settori, dala distribuzione alla sicurezza? In vista di Expo 2015, si arricchisce l’offerta di corsi universitari che focalizzano l’attenzione degli studenti sul futuro dell’alimentazione. Sono appena partite le iscrizioni per il primo master Master in Food Innovation, in collaborazione con l’Institute for the Future di Palo Alto (Stati Uniti) che inizierà in primavera all’Università di Modena e Reggio Emilia.

Ripensare alla catena dell’alimentazione attraverso le tecnologie

Il cibo nutre e connette le persone attraverso gli oceani, le culture e le economie in modi sempre più complessi. Ma la rete alimentare mondiale è pericolosamente squilibrata, con milioni di persone che soffrono la fame nei paesi in via di sviluppo e gravi problemi d’obesità in quelli più sviluppati. L’alimentazione poi si intreccia con la questione ambientale e di accesso alle risorse – la scarsità di acqua e di energia – che minacciano di erodere ulteriormente la sicurezza alimentare e la sostenibilità di tutto il sistema. Il cibo è quindi una delle maggiori sfide per l’umanità e le tecnologie sono un alleato fondamentale per il futuro. Ed è proprio su questo terreno che si è aperta la collaborazione con l’Istitute for the Future di Palo Alto che nel 2013 ha elaborato la ricerca «Seeds od Disruptions»: un approccio innovativo, molto critico, per ripensare le strategie nei diversi settori dell’alimentazione attraverso le tecnologie più avanzate.

Tra teoria e laboratori

Cibo, tecnologia e innovazione: queste le tre direttrici su cui si orienterà lo studio degli studenti italiani e internazionali che si ritroveranno a Reggio Emilia da marzo a novembre. La didattica a tempo pieno sarà suddivisa tra parte teorica e laboratori. La parte teorica – al Food Innovation Space nel cuore di Reggio Emilia – vedrà in cattedra docenti di fama internazionale come Caleb Harper fondatore di MITCityFarm, il progetto che raccoglie ingegneri, economisti, scienziati, architetti e urbanisti al fine di sviluppare un’agricoltura urbana ipertecnologica ed ecosostenibile che riduce l’impiego di pesticidi e di acqua. La seconda fase del master si basa su laboratori della durata di 5 mesi sviluppati nell’ «Offi-cucina» dove gli studenti potranno creare prototipi innovativi di prodotti o servizi.