Giorno: 18 Gennaio 2015

“Versi ispirati dalle trincee”, di Gennaro Sangiuliano – Il Sole 24 Ore 18.01.15

«Assisto la notte violentata. L’aria è crivellata come una trina, dalle schioppettate degli uomini, ritratti nelle trincee come le lumache nel loro guscio». Sono i primi versi di una poesia di Giuseppe Ungaretti, Immagini di guerra scritta in una trincea di Valloncello di Cima, nella zona del monte San Michele, che fu uno dei teatri più duri della Grande Guerra, un’autentica fornace di vite umane. «Non dire alla povera mamma che io sia morto solo», scrive, invece, Corrado Alvaro, giovane ufficiale, che definisce le sue poesie dal fronte «grigio-verdi», come la divisa dei militari. Quella di «poeta soldato» è una formula ricorrente. La Prima guerra mondiale è certamente quella dei contadini scaraventati in un «inutile massacro», secondo la definizione che ne dette papa Benedetto XV, il primo conflitto di massa, la guerra della modernità. Ma è anche il momento a cui scrittori, poeti, giornalisti, accademici, non possono sottrarsi, perché dopo tante parole appare chiaro il “dovere” come osservò Gaetano Salvemini. Le trincee, il fango, il freddo, le mitragliatrici, e soprattutto la morte di tanti commilitoni …

Il bimbo salvato dal terremoto di San Giuliano «Mi laureo in geologia. Per i miei compagni», di Carlo Vulpio – Corriere della Sera 18.01.15

Chi è, anzi, cos’è un «sopravvissuto», Dino Direnzo lo ha capito appena ha messo piede nell’auditorium in cui il Consiglio nazionale dei geologi, con una manifestazione sulla prevenzione e sui terremoti, stava premiando il Comune di San Giuliano di Puglia, uno dei paesi molisani colpiti dal sisma del 31 ottobre 2002. Troppa gente che voleva stringergli la mano, troppi individui rapidi a cogliere l’occasione della passerella, troppi politici casualmente accanto a lui in favore di telecamera. Povero Dino, è dovuto sopravvivere per la seconda volta. La prima fu a San Giuliano di Puglia, dove Dino è nato ventidue anni fa e dove rischiò di morire prematuramente, assieme ai ventisette bambini e a una maestra della scuola elementare di via Giovanni XXIII, travolti dal crollo del solaio dell’edificio, una scuola diventata tristemente famosa per essere stata costruita male e sopraelevata peggio, come hanno poi appurato le perizie tecniche e i diversi gradi di giudizio, fino in Cassazione. Il giorno in cui la scuola crollò tutti diedero la colpa al terremoto, ma poi fu subito chiaro che …