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Fassina: "la manovra toccherá anche i ricchi, ma ancora troppo poco", di Francesca Schianchi

«Ancora una volta Merkel e Sarkozy, stavolta insieme a Cameron, non hanno consentito passi avanti come un coordinamento economico e il potenziamento del fondo salvastati, necessari a dare senso alle misure così dolorose di questi giorni».
Misure che, spiega Bankitalia, avranno effetti restrittivi sul Pil…
«E` scontato, tanto più quando anche altri Paesi fanno contestualmente manovre restrittive: temo che queste misure avranno un effetto recessivo anche maggiore di quanto prevede Bankitalia».

Ieri sulla Stampa D`Alema diceva però che per la prima volta anche i ricchi pagano: è d`accordo? «Pagano qualcosa anche i ricchi, ma l`equilibrio non mi pare soddisfacente. Sul versante pensionistico e dell`Ici si producono situazioni di grande sofferenza: ci sono lavoratori che vedono ritardata di sei anni la pensione, non è la stessa cosa che pagare 1200 euro per un conto titoli milionario».

Per questo parteciperà alle mobilitazioni dei sindacati lunedì?
«Lunedì andrò al presidio di Cgil, Cisl e Uil per ascoltare i lavoratori e ribadire le ragioni per cui il Pd vota questa manovra: perché Lega e Pdl ci hanno portato a un centimetro dal baratro, e se ci cadessimo dentro a pagare molto di più sarebbero proprio i lavoratori».

Non ci trova una contraddizione, come ai tempi del governo Prodi, quando c`erano alleati che sfilavano contro il governo che sostenevano?
«No: allora votavano le misure e poi andavano in piazza con parole d`ordine di segno opposto, io invece vado ad ascoltare e ribadire le posizioni del Pd. Capisco la preoccupazione, tuttavia un grande partito popolare non si limita alla sola iniziativa parlamentare: gli interventi sulle pensioni provocheranno drammi sociali, è giusto andare ad ascoltare. In piazza ci saranno i sindacati, non i black bloc, e la loro piattaforma coincide con i richiami che abbiamo fatto noi al governo».

Casini ha proposto un coordinamento alla luce del sole tra forze che sostengono il governo…
«Non siamo in presenza di larghe intese, ma di un governo di impegno nazionale, sostenuto da forze che erano, sono e rimarranno alternative. Se poi in Commissione i relatori Pd e Pdl lavorano insieme in modo razionale mi pare positivo, ma non ci sono altre prospettive».

Un`altra riforma impegnativa è quella del mercato del lavoro: come se l`aspetta?
«Una riforma che preveda strumenti di sostegno al reddito dei precari, aggiustamenti al welfare per tenere conto del cambio del mercato del lavoro, sostegno ai giovani e alle donne, sia in termini di occupazione che di sussidi di disoccupazione. E no a ulteriori facilitazioni nei licenziamenti».

Su questo tema il Pd riuscirà a marciare unito?
«Il partito è già arrivato a una posizione comune: è stato approvato un documento con i punti programmatici che le ho appena elencato».

Quindi il contratto unico di Ichino…
«Non è la posizione del Pd».

La Stampa 11.12.11