Giorno: 28 Dicembre 2011

"Quando Giorgio e io attaccammo da soli quel fortino fascista. Il ricordo dei compagni: era un comandante coraggioso" di Vera Schiavazzi

Lino Silvestri, novantuno anni compiuti a luglio, non è un chiacchierone, anzi, quasi si schermisce se gli si chiede di raccontare di quei mesi in Val Varaita quando, insieme a Giorgio Bocca, combatteva con Detto Dalmastro nella seconda divisione partigiana di Giustizia e Libertà. Eppure, di tutti, è proprio lui quello che forse lo ricorda meglio: perché erano insieme fin dalla scuola elementare, a Cuneo, dove Silvestri non ha mai smesso di vivere; perché, come il padre di Bocca, è stato per tutta la vita un insegnante e un preside di scuola. E perché, insieme, loro due soli, un bel giorno decisero di assaltare il distaccamento repubblichino di Frassino. Come andò? «Benone. Una volta fatta fuori la guardia, tutto fu facile… Per arrivare, camminammo tutta la notte, ma attaccammo in pieno giorno. Son passati così tanti anni che non mi so spiegare perché facemmo una cosa del genere in due, senza compagni. Ma ricordo che la decidemmo lì per lì, il giorno prima. E ci andò bene». I Silvestri erano due, Lino e il gemello …

"Monti abbia coraggio", di Rinaldo Gianola

Il consiglio dei ministri si riunisce oggi per avviare la cosiddetta «fase due» dell’azione di governo che dovrebbe essere concentrata sullo sviluppo dell’economia, mentre, per la verità, la «fase uno» ha lasciato uno strascico di polemiche e di tensioni politiche e sociali che certo non si spegnerà con la fine del 2011. La manovra «Salva Italia» approvata in tempi record e con una maggioranza vastissima era ritenuta dal governo Monti il primo passo indispensabile per sistemare le emergenze più gravi, conti e debito pubblico, e per recuperare in Europa e sui mercati un po’ di credibilità che potesse garantire al Paese di recitare una parte da protagonista e non da comparsa nel futuro dell’Unione. Ma se questi sono stati gli obiettivi condivisi dalle maggiori parti politiche, non si può certo dire che al momento l’amara ricetta recapitata alle famiglie, ai lavoratori, ai pensionati abbia prodotto i risultati sperati. Naturalmente c’è bisogno di tempo e di altre misure, ma siccome in questo sistema economico malato bisogna fare tutti i giorni i conti con lo spread, la …

"Sui troppi sprechi nella sanità ora indaga la Guardia di Finanza" di Fiorenza Sarzanini

Sprechi nella spesa pubblica come l’evasione fiscale: nel 2011 sono stati recuperati quasi 300 milioni di euro, a fronte dei 30 nel 2010. Così il comandante della Guardia di Finanza, Nino Di Paolo, tra le priorità del 2012 ha indicato le verifiche sui dipendenti pubblici, soprattutto nella sanità. Sprechi nella spesa pubblica equiparati all’evasione fiscale. Il comandante generale della Guardia di Finanza Nino Di Paolo indica ai reparti territoriali le priorità per il 2012 e in cima alla lista inserisce proprio le verifiche sull’attività dei dipendenti pubblici con un’attenzione particolare agli esborsi illegittimi nel settore sanitario. Sono i risultati ottenuti nell’ultimo anno a segnare il percorso da seguire, perché nel 2011 l’incremento delle verifiche in questo campo ha fatto aumentare di quasi dieci volte le somme recuperate passando dai circa 30 milioni di euro frodati nel 2010 ai 276 milioni di euro degli ultimi dodici mesi. Cifra record che si somma a quelle incamerate grazie agli accertamenti sui doppi lavori svolti dai dipendenti senza ottenere l’autorizzazione e dunque, nella maggior parte dei casi, senza coprire …

"Euro anno 10 un´epoca vissuta pericolosamente", di Maurizio Ricci

Un pessimo compleanno, di quelli in cui la salute del festeggiato appare sempre più precaria, i medici non sembrano all´altezza. Francamente, non se l´aspettava nessuno: perché nonostante i dubbi iniziali, i primi dieci anni dell´euro, entrato nelle nostre tasche il 1 gennaio 2002, sono stati un lungo successo. Almeno per otto anni, la moneta unica ha assicurato all´Europa stabilità e una generale prosperità. All´inizio, ci si chiedeva se avrebbe retto la parità con il dollaro: si è dimostrato più forte della valuta americana, stabilizzandosi su un cambio di 1,30-1,40. Quando, dopo il 2008, le cose si sono messe al brutto, è parso l´ombrello con cui ripararsi dalle intemperie della crisi mondiale: figurarsi dove saremmo, ci si diceva mentre esplodeva il dramma greco, senza l´euro. Solo negli ultimi mesi ci si è accorti che all´ombrello mancavano dei pezzi e che il manico era fin troppo fragile. Agli italiani, le nuove banconote erano state presentate come una sorta di passaporto da cittadini europei, moderni e maturi. E lo sono state, a cominciare dalla vita quotidiana. Lo testimonia …

"Liberalizzare con coraggio", di Sandro Gozi

Usciamo dal Medioevo e facciamo un passo nella modernità e nell’equità sociale. Le liberalizzazioni, in Italia, servono a questo. E da un governo che conosce bene quella famosa frase di Friedrich Von Hayek, quasi ritagliata su misura dello stivale italico – «La competizione è il terrore di tutti i conservatori di destra, di centro e di sinistra. Uno dei tratti fondamentali dell’atteggiamento conservatore è il timore del cambiamento» – questo ci aspettiamo. Non esiste altro paese europeo così bloccato da restrizioni all’accesso, regimi di concessione, barriere legali e famigliari, veri e propri blocchi corporativi come l’Italia. Non basta liberalizzare gli orari dei negozi (peraltro, i commercianti sinora sono tra i pochi ad avere conosciuto vere liberalizzazioni…). E rafforzare i poteri dell’autorità garante per la concorrenza è condizione necessaria ma non sufficiente per un mercato libero ed efficiente. Il primo elenco delle cose da fare o da completare è noto: ci aspettiamo che il governo ricominci (bene) dall’opera ancora incompiuta. Innanzitutto frequenze radiotelevisive, ordini professionali, energia e gas, autostrade, farmacie. I taxi? Problema soprattutto di Milano …

"Abolire la miseria", di Barbara Spinelli

Certe volte dimentichiamo che il pensiero di unirsi in una Federazione, nato come progetto non utopico ma concreto nell´ultima guerra in Europa, non ha come obiettivo la semplice tregua d´armi fra Stati che per secoli si sono combattuti seminando morte. È un progetto che va alle radici di quei nostri delitti collettivi che sono stati i totalitarismi, le guerre. Che scruta le ragioni per cui gli individui possono immiserirsi al punto di disperare, anelare a uno strabiliante Redentore terreno, immaginare la salvezza schiacciando i propri simili: i deboli, in genere. Dicono che i motivi che spinsero gli europei a unirsi, negli anni ´50, sono svaniti perché il compito è assolto: la guerra è oggi tra loro impensabile. Questo spiegherebbe come mai non esistono più statisti eroici come Monnet, De Gasperi, Adenauer: uomini marchiati dalla guerra di trent´anni della prima metà del ´900. Chi parla in questo modo trascura quello sguardo scrutante che i fondatori gettarono sulla questione della miseria, e l´estrema sua attualità. Trascura, anche, quel che l‘Europa unita ha tentato di fare, per creare …

"Aviaria se la ricerca è top secret", di Pietro Greco

Infine Albert Osterhaus, biologo dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam, in Olanda, e Yoshihiro Kawaoka, il collega dell’University of Wisconsin di Madison, Stati Uniti, hanno ceduto a inedite pressioni provenienti da più parti e hanno accettato di autocensurarsi, pubblicando senza i «dati sensibili» i risultati delle ricerche sulle mutazioni da loro stessi indotte nel virus H5N1, l’agente della cosiddetta influenza aviaria. Nei giorni scorsi The New York Times ha reso noto che i gruppi di ricerca che fanno capo a Osterhaus e Kawaoka sono riusciti a trasformare il virus H5N1 esistente in natura da altamente letale ma scarsamente contagioso, in un virus che – almeno nei mammiferi da laboratorio – conserva intatta la sua capacità letale ma che aumenta enormemente la sua capacità di contagio. Gli epidemiologi temono che, se liberato nell’ambiente, il virus mutato potrebbe provocare una spaventosa pandemia, contagiando e uccidendo decine o forse centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. I servizi di sicurezza temono che se gruppi di terroristi ne entrano in possesso potrebbero trasformare il virus mutante H5N1 in …