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In autunno il congresso tematico del PD

Un congresso tematico per avviare una grande riflessione sui temi che sono stati al centro della campagna elettorale. La proposta emerge dalla riunione che si è tenuta fra Walter Veltroni, segretario del Partito Democratico, Dario Franceschini, vice segretario, Andrea Orlando, responsabile Organizzazione e i segretari regionali. Il congresso si terrà in autunno mentre nei prossimi giorni il PD darà il via anche ad un tesseramento, tra l’altro previsto nello Statuto.

Tra le proposte, che saranno discusse e approfondite durante il coordinamento nazionale, in programma la prossima settimana dopo il giuramento e il voto di fiducia del nuovo governo previsto il 12 maggio, anche una giornata di assemblee in tutti i circoli del Pd. Annunciata anche una campagna capillare di confronto nei territori.

Andrea Orlando, responsabile Organizzazione del PD, precisa che il congresso non comporterà alcun cambiamento degli organismi dirigenti, e non ci saranno elezioni di alcun tipo. In pratica gli iscritti dovranno esprimersi solo sulla linea politica del PD.

Orlando ha anche aggiunto che la specificità dei temi e la platea che vi prenderà parte, saranno definite in seguito. “Le modalità del congresso – ha ribadito Orlando – devono essere ancora definite, ma il dato essenziale è che i nostri iscritti si pronunceranno sulla linea programmatica del partito. Siamo un partito nuovo – ha spiegato Orlando – e navighiamo in mare aperto perché vogliamo costruirlo in modo nuovo”.

La proposta del congresso arriva direttamente da Veltroni che ha accolto le proposte di approfondimento lanciate dai segretari regionali. Nella riunione si è concordato sulla necessità di radicamento del PD sul territorio. Si procederà alla formazione di un governo ombra, che avrà un accordo non solo con i gruppi parlamentari ma anche con il territorio.

Per quanto riguarda l’assemblea nazionale, prevista prima dell’arrivo dell’estate, eleggerà tutti gli organismi del partito, il nuovo esecutivo, che per la fase transitoria erano stati nominati da Veltroni.

Paolo Giaretta, segretario regionale del Veneto, aggiunge che scomparirà anche il cosiddetto caminetto che “è stato uno strumento emergenziale, del passaggio da un partito di governo ad un partito di opposizione”.

La linea politica viene decisa nelle sedi di partito, e non nelle associazioni o fondazioni. “Le fondazioni sono previste dallo statuto, e sono un luogo di elaborazione politica e culturale”, ha affermato Orlando. Ma se accadesse però che le fondazioni decidano anche la linea politica e dessero vita a correnti “metterebbero in difficoltà il partito”. E’ molto chiaro al riguardo Veltroni quando si rivolge ai segretari regionali riuniti. “Sulla mia tomba voglio che sia scritto che non ho mai promosso o aderito a una corrente e mi piacerebbe che il partito fosse così, aperto, con centri di elaborazione e discussione, dove si parla per idee e non per ragioni di appartenenza”.

Ridefinito anche il tema delle alleanze: dalla riunione è emerso che il PD è un partito che deve sempre partire da proprio programma e dalle esigenze del territorio. Sulle alleanze Giaretta ha spiegato che saranno stabilite su un progetto locale. “Il PD – ha dichiarato il segretario regionale del Veneto – è un partito federale e quindi le alleanze vengono decise su un progetto a livello locale, e non su un territorio nazionale da Roma”.

Veltroni l’ha ripetuto nelle conclusioni: “Nessuno è tanto pazzo da pensare ad un partito autosufficiente, sgombriamo il campo dal falso dibattito sulle alleanze, che ci infila in un vicolo cieco, perché il senso della vocazione maggioritaria è avere un progetto complessivo per il Paese”. Al riguardo Veltroni e Franceschini concordano nel dire che “tornare alle alleanze contro è un’operazione che non regge”.

Per questo il radicamento del PD sul territorio è fondamentale: via libera, dunque, al tesseramento, alla campagna d’ascolto in tutto il paese, considerando ogni circolo, sui temi che affliggono gli italiani in questo momento. Un ulteriore passaggio saranno le primarie sul territorio per scegliere i candidati sindaco e presidente di provincia in vista delle amministrative del 2009. Essenziale il governo-ombra, in stretto contatto anche col territorio, un segno di un’opposizione riformista. Infine si arriverà al congresso d’autunno con tutta una serie di temi sui quali confrontarsi.