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Ancora sulla legge 194

L’on. Manuela Ghizzoni del PD interviene nel dibattito sulla legge 194.

«E’ ripresa l’offensiva contro la legge 194. Posta sotto costante assedio, questa legge, a dispetto dei suoi nemici e detrattori, si è invece dimostrata lungimirante ed efficace, avendo ridotto drasticamente gli aborti clandestini e contenuto le interruzioni volontarie di gravidanza, diminuite del 45 per cento dalla sua entrata in vigore.

Mi stupiscono le parole del Pontefice, che è intervenuto non sul tema generale dell’aborto, ma su una legge dello Stato italiano attribuendo alla 194 la responsabilità di aver aperto “un’ulteriore ferita nella società”. Semmai è vero il contrario: la legge – espressione di una classe politica in grado di affrontare, con senso di responsabilità estraneo alla logica ideologica, un’emergenza del Paese quale l’aborto clandestino – ha dato una risposta concreta alle ferite, quelle sì reali, incise sui corpi delle donne che a migliaia, prima della 194, erano lasciate sole, nelle mani di mammane, a gestire la propria impossibilità ad accogliere la maternità. E chi sostiene che andrebbe abbassato il limite delle 22 settimane per il cosiddetto aborto terapeutico, dimostra di non conoscere la legge, in quanto la 194 non fissa limiti temporali ma rimanda, come criterio, alla possibilità di vita autonoma del feto. Quindi chi decide non è il legislatore ma la comunità scientifica.

A distanza di 30 anni, la legge attende ancora una piena applicazione, soprattutto per quanto riguarda il sostegno alla prevenzione e alla maternità responsabile; inoltre, l’aumento dei medici obiettori di coscienza ne impedisce l’applicazione.

Certo, il nostro Paese soffre di un preoccupante fenomeno di denatalità, ma è sbagliato addossarne la responsabilità alla 194, accusata di aver “svilito il valore della vita e della dignità umana”. Ciò che è mancato, e che ancora manca, sono adeguate politiche familiari, anche se a tale proposito ricordo che il Governo Prodi aveva iniziato a definirne, con le agevolazioni fiscali alle famiglie numerose, le risorse aggiuntive per la creazione di una diffusa rete di servizi all’infanzia e agli anziani e ai non autosufficienti.

Esattamente come sostenuto in campagna elettorale, il PD pertanto si impegnerà, dall’opposizione, per far approvare politiche di sostegno alle giovani coppie con figli e alle mamme sole, facilitandone l’accesso alla casa e ai servizi, a partire da quelle per l’infanzia; politiche fiscali a sostegno delle famiglie e delle coppie conviventi; politiche per elevare il tasso di occupazione femminile e per la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura (anche attraverso un ripensamento degli orari dei servizi e degli esercizi pubblici e commerciali); politiche che consentano l’esercizio del diritto alla salute della donna. Infine, politiche che affrontino il dramma dell’aborto che oggi coinvolge tante donne immigrate (in Emilia-Romagna, su 11458 IVG praticate nel 2006 ben 4613, cioè il 40%, hanno riguardato cittadine straniere), per le quali occorrono strumenti di mediazione culturale, aiuto alla prevenzione e alla contraccezione, politiche di inclusione.

In particolare, credo si debba continuare ad investire come già accade (poiché Modena è una delle città italiane che investono più risorse in welfare) sui Consultori familiari, assolutamente prioritari nell’ambito dei percorsi di prevenzione e di salute della donna. Il 19 per cento delle 215 mila donne, tra i 15 e i 64 anni, presenti nella nostra provincia si affida al consultorio, per un totale di più di 123 mila prestazioni tra cure, assistenza alla gravidanza, contraccezione e interruzioni di gravidanza. E il ministro Prestigiacomo, che disinvoltamente paragona i consultori a “covi di sinistra” e a “sezioni del vecchio Pci”, farebbe bene a documentarsi prima di esprimere giudizi azzardati. Venga a vedere come funzionano i consultori a Modena e in Emilia-Romagna così eviterebbe ‘sparate’ da campagna elettorale che non le fanno onore come ministro né tanto meno come donna».

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