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Donne: «100mila in piazze, manovra ci penalizza»

Manifestazioni in tutta Italia, con piazza del Popolo a Roma come “cuore” pulsante che si è chiusa con un canto collettivo, le cantanti Paola Turci ed Emma Marrone, la colonna sonora di Patti Smit: le donne sono tornate in piazza e misurandosi con la manovra del governo. Sulla quale il messaggio lanciato è chiaro: la metà femminile del paese la paga più cara, anche perché non esistono sostegni e aiuti al carico familiare. E alzare la pensione delle lavoratrici “senza riequilibrare le responsabilità del lavoro – ha osservato la sociologa Chiara Saraceno – è “ingiusto e miope”. Con un altro messaggio lanciato in modo netto e limpido ai partiti: “Il prossimo governo sia almeno al 50% fatto da donne”. «Il problema – hanno proseguito – non è la mancanza di donne autorevoli, ma l’occupazione del potere da parte degli uomini. Anche se non ci sono elezioni in vista, lo diciamo chiaro: noi daremo il nostro voto solo su programmi concreti e sulla certezza che almeno la metà del prossimo governo sia composto da donne». Come parole d’ordine: «Le donne hanno mostrato che la loro dignità è la dignità dell’Italia. E ora vogliono cambiarla, l’Italia». «Il nuovo governo dice ciò che da tempo sosteniamo: non c’è crescita, né democrazia senza le donne, i loro interessi sono gli interessi del Paese. Ma sappiamo che è solo un inizio».

«A Roma eravamo circa ventimila, in tutta Italia stimiamo siano scese in piazza circa centomila persone». Lo afferma Cinzia Guido, del comitato promotore ‘Se non ora quandò, che oggi ha organizzato manifestazioni in diverse città italiane con lo slogan ‘Se non le donne chi?’: da Torino, a Genova, da Venezia, ad Ancona, a Sassari e a Messina. «Il governo è cambiato – affermano dal comitato – ma anche questa manovra penalizza molto le donne. Chiediamo al governo che le donne non siano più il welfare del Paese».

Chiara Saraceno: “Miope alzare così età pensione delle donne”
«Alzare l’età della pensione delle donne senza riequilibrare le responsabilità nel lavoro di cura è miope e ingiusto. Lascia tutte le responsabilità e i costi sulle spalle delle donne, delle più vecchie come delle più giovani». Lo dice la sociologa Chiara Saraceno alla manifestazione in piazza del Popolo. «Non possiamo accettarlo, per noi ma anche per i bambini e per le persone non autosufficienti – prosegue Saraceno -. Questo Paese sta costruendo le condizioni per un deficit di cura enorme, che neppure la disponibilità delle donne potrà colmare».

Livia Turco, Pd: “Donne pagano crisi pesantemente”
«Non devono essere le donne a pagare così pesantemente la crisi. Facciamo fronte comune per l’occupazione femminile e per i servizi sociali». Lo ha detto la parlamentare del Partito democratico Livia Turco, che sta partecipando alla manifestazione ‘Se non le donne chi?’ a piazza del Popolo a Roma. «Ci sono delle leggi per i servizi sociali che vanno rifinanziate – spiega Turco – Bisogna tornare a reinvestire».

Giulia Bongiorno, Fli: “Alle donne si chiede supersacrificio”
Il 13 febbraio, durante la prima manifestazione delle donne di ‘Se non ora quandò, «c’era anche un forte sentimento nei confronti del premier Silvio Berlusconi, ma secondo me è importante che a prescindere da Berlusconi la battaglia vada avanti, perché la battaglia delle donne non può ridursi a Berlusconi». Lo afferma il deputato Fli Giulia Bongiorno alla manifestazione a piazza del Popolo a Roma. «Oggi la piazza chiede che in un momento così difficile – spiega il deputato – le donne non siano le uniche a cui viene chiesto un supersacrificio. L’età pensionabile – prosegue – si può allungare ma contemporaneamente non si può non dare aiuto quando la donna è più fragile, durante la gravidanza o quando deve conciliare le esigenze familiari ed extra».

Luisa Rizzitelli: “Anche questo governo non può sempre chiedere alle donne”
«Noi diciamo anche a questo governo, arrivato solo un attimo prima della caduta nel baratro, che non si può chiedere sempre alle donne, alle donne adesso si deve dare e non bastano parole nuove, ci vogliono fatti». Lo dice Luisa Rizzitelli, del comitato ‘Se non ora quando’, dal palco di piazza del Popolo: «Le donne hanno sostenuto tutto il Paese sulle loro spalle. Tutta l’Italia deve alle donne di non essere caduta in pezzi. Di aver mascherato con il loro lavoro, ai limiti della sopravvivenza, la mancanza di servizi per le persone e per la famiglia. Le donne italiane lavorano 60 ore settimanali, più di tutte in Europa. Tre milioni e mezzo sono le donne che non lavorano per assenza di servizi, 800 mila le donne licenziate o costrette a dimettersi perchè in gravidanza. Le donne hanno salari del 30% più bassi degli uomini. Le donne anziane sono le più povere e percepiscono le pensioni più basse – prosegue – perchè hanno accudito figli, nipoti, genitori. Le donne giovani sono più laureate e al tempo stesso più disoccupate e precarie dei giovani uomini. Le donne sono sistematicamente escluse dai luoghi decisionali».

Dacia Maraini: “L’Italia non aiuta le donne con famiglia”
Dacia Maraini a Rainews24 ricorda un problema annoso, ripetuto più volte, eppure sembre bruciante: “Se non si dà possibilità alle donne di avere assistenza sul piano privato è un problema; sul piano della famiglia, il peso è tutto sulle donne, con il lavoro è un carico doppio e l’Italia è il paese con meno strumenti per aiutare le donne con famiglia”.

«Riprendiamoci la politica»
«Quando una donna fa politica cambia la donna, quando tante donne fanno politica, cambia la politica. Noi vogliamo riprenderci la politica». Con queste parole scandite ad alta voce dal palco allestito in piazza del Popolo a Roma si è aperta la nuova manifestazione delle donne di «Se non ora quando», il movimento che il 13 febbraio scorso aveva portato in piazza in tutto il Paese oltre un milione di persone per rivendicare la «dignità rosa». «L’Italia può salvarsi solo se si mettono al centro le donne – spiega una delle organizzatrici dal palco -. Diciamo a questo nuovo governo che non si può chiedere alle donne di lavorare di più senza dare indietro nulla. Noi non facciamo sconti a nessuno nè al governo precedente, nè a questo governo».

Centinaia di donne a piazza del Popolo
Centinaia le manifestanti e i manifestanti accorsi in piazza del Popolo, a distanza di circa dieci mesi dall’ultima grande manifestazione al femminile italiana. «Se non ora chi?», è il titolo di questa nuova edizione, scandita dalle rivendicazioni e dalla musica. «Ci siamo incontrate per la prima volta lo scorso 13 febbraio – spiega Anna, una manifestante romana -, da allora non ci siamo più perse di vista. Il comitato è cresciuto e si è strutturato in tutta Italia, perchè l’Italia ha bisogno di noi».

da unita.it