Giorno: 12 Dicembre 2011

Nuovi orari invernali dei treni sulla linea ferroviaria: la critica dell’on. Ghizzoni del PD

“Sugli orari non ci siamo: di fronte alle inadempienze di Trenitalia ciascuno deve fare la propria parte, incluse Regione e Fer, affinché gli utenti della tratta Carpi-Modena non siano più figli di un Dio minore”. “Ci aspettavamo un segno di attenzione per la linea ferroviaria Mantova – Modena. Purtroppo questo segnale non c’è stato e si continua a trascurare in modo ingiustificato una linea intensamente utilizzata e che serve, per quanto riguarda il territorio carpigiano, un bacino che conta oltre 70 mila abitanti”. Non nasconde la sua delusione l’on. Manuela Ghizzoni per la totale assenza di novità nel nuovo orario ferroviario invernale, facendosi anche interprete del pensiero dei numerosi utenti e delle istituzioni cittadine, che anche recentemente sono scese al fianco del Comitato pendolari per sostenerne le rivendicazioni. “Tutti attendevamo un gesto di disponibilità da Trenitalia, indirizzato a migliorare le coincidenza da/per Bologna e Piacenza e almeno ad anticipare il treno mattutino (il 20703) che “regolarmente” arriva a Modena in ritardo e così impedisce ai lavoratori e agli studenti il puntuale ingresso a scuola e …

"I neoliberisti ci portano alla catastrofe", di Stefano Fassina

Perché, in Europa e negli Usa, non usciamo dal tunnel della recessione e, in Italia, andiamo verso la depressione? Perché si continua ad applicare, nonostante i disastri prodotti, la ricetta neo-liberista dominante nell’ultimo quarto di secolo: austerità senza se e senza ma e svalutazione reale del lavoro per recuperare in esportazioni la caduta della domanda interna depressa dall’aumento delle diseguaglianze. In sintesi, siamo vittime del «trionfo delle idee fallite», come ripete Paul Krugman. Non a caso, per la presidenza degli Stati Uniti ritorna, come uno zombie, Newt Gingrich. Non a caso, da noi continuano ad imperversare gli Alesina e i Giavazzi, nonostante il Fmi qualche mese fa abbia radicalmente confutato le loro tesi. Il Fondo, in un’analisi di decine e decine di casi di aggiustamenti di bilancio pubblico, trova un risultato banale, ma negato nell’ultimo ventennio: le politiche restrittive sono recessive, non rileva se fatte dal lato delle entrate o dal lato delle spese. Ma gli Alesina e i Giavazzi, amplificati da interessi corporativi miopi, insistono. Per coprirsi le spalle rilanciano contro l’articolo 18 dello …

«Torino non può accettare questa violenza», intervista a Piero Fassino di Simone Collini

Per Piero Fassino quanto avvenuto sabato sera alle Vallette è «inaccettabile» e i responsabili dovranno essere chiamati a risponderne. Ma, aggiunge il sindaco di Torino – che già l’altra settimana e poi ancora ieri pomeriggio ha parlato con il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri per pianificare «una strategia comune tra governo ed enti locali» sul fenomeno immigratorio – l’aggressione al campo rom della Continassa è anche la «spia di un malessere che va affrontato», oltre che essere «una vicenda inquietante per molti aspetti». Perché dice “per molti aspetti”? «Che una ragazza di 16 anni sia costretta a inventarsi uno stupro per giustificare davanti ai genitori la perduta illibatezza denuncia una situazione di oppressione familiare a dir poco arcaica. E questo è già un fatto su cui riflettere. Che poi questa triste vicenda si traduca in occasione per un linciaggio nei confronti di persone del tutto estranee non può che suscitare grande allarme e preoccupazione». C’è un problema razzismo a Torino? «No, Torino è una città che ha sempre mostrato una grande capacità di accogliere e di …

«Patrimoniale, evasori, Ici: dal governo vogliamo segnali», intervista a Pier Luigi Bersani di Aldo Cazzullo

Segretario Bersani, domani, oggi per chi ci legge, metà del suo partito manifesta con la Cgil contro la manovra che sostenete in Parlamento. Questo non le crea qualche disagio? «No. Noi siamo un grande partito, un partito che discute. Leggere la nostra discussione come una battuta di questo o di quello sarebbe riduttivo. Noi siamo a nostro agio, innanzitutto perché questa mobilitazione ricompone l’unità del sindacato; il che è un bene per la Repubblica». Ma divide il Pd. «La piattaforma dello sciopero non parla di bocciatura della manovra. Parla di modifiche. Diverse vanno nel senso in cui andiamo anche noi. Non vedo difficoltà se la nostra gente partecipa ai presìdi dei sindacati e noi si sta nel nostro, tentando di migliorare la manovra in Parlamento». Monti ha avvertito che lo spazio per le modifiche è stretto. «Noi non chiediamo al governo di fare al cento per cento quel che faremmo noi. Saremo responsabili: il nostro sostegno non è in discussione. Questa manovra è un messaggio all’Europa, è il segno di un Paese che si mette …

"Le donne riconquistano la piazza "Solo con noi si esce dalla crisi" , di Benedetta Tobagi

Il movimento aveva già dato chiari segnali di voler continuare a partecipare a pieno titolo al dibattito pubblico nel corso dell´anno. A Siena, il 9 e 10 luglio, erano state duemila le partecipanti al primo raduno nazionale del movimento, in rappresentanza di 130 comitati territoriali, per una maratona di seminari per confrontarsi ed elaborare proposte concrete. Nei giorni del frenetico toto-ministri tutto maschile che ha preceduto la nascita del governo Monti, il movimento Snoq si è fatto subito sentire con una lettera alla Presidenza della Repubblica: a parità di competenze, che non si cadesse nell´assurdo di un governo in cui le donne non fossero rappresentate. Confermando che questo movimento, senza diventare partito, rappresentava un nuovo canale per convogliare rapidamente verso i partiti e le istituzioni le istanze di centinaia di migliaia di donne. Ma le dimensioni della mobilitazione di ieri hanno superato le aspettative. Sono la migliore risposta a chi, un anno fa, esprimeva perplessità circa una manifestazione nata sull´onda dello sdegno per le “olgettine” e il bunga bunga, a chi temeva che, scendendo in …

In Sudafrica risultati scarsi la società civile è più avanti", di Luca Mercalli

La notte bianca della conferenza sul clima ha dato alla luce un accordo sufficiente per non dichiarare il fallimento di dodici giorni di negoziati. Dato il rischio che i delegati di 190 governi se ne tornassero a casa con un nulla di fatto, è un bicchiere mezzo pieno. Ma considerando che questa è la diciassettesima conferenza delle parti (Cop) voluta dalla Convenzione quadro delle nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), che ogni volta si chiude con decisioni sofferte e mai all’altezza delle aspettative, allora il bicchiere è ancora mezzo vuoto. È dal primo incontro tenutosi a Berlino nel 1995 che il mondo cerca di assumere provvedimenti incisivi per ridurre il rischio climatico. Nel 1997 la Cop3 di Kyoto emanò almeno il noto protocollo, ora in scadenza, ma a causa del rifiuto degli Stati Uniti toccò attendere il 2005 perché entrasse in vigore con l’adesione della Russia. Vi fu pure un’edizione italiana della Cop, la numero nove, nel 2003 a Milano, chiusa con risultati modesti. La burrascosa Cop15 del dicembre 2009 a Copenhagen aveva creato vivaci …

"Il bisogno di giustizia sociale", di Massimo Giannini

Monti l´aveva annunciato: questo governo sarà costretto a rinunciare a certe liturgie, molto gradite nel passato. Ma la rottura che si è consumata con i sindacati è qualcosa di più di un semplice strappo al metodo della concertazione. È una lesione del principio dell´equità.l governo, dunque, ha ascoltato ma non ha raccolto le richieste formulate da Cgil, Cisl e Uil, e le proteste sollevate da tante parti della società italiana. Non era obbligatorio dal punto di vista politico: l´emergenza economico-finanziaria impone decisioni urgenti e, per quanto dolorose, non necessariamente condivise. Forse non era opportuno dal punto di vista istituzionale: mentre sulle modifiche alla manovra si sta trattando in Commissione alla Camera, non si possono fare concessioni al sindacato su altri tavoli. Ma era doveroso dal punto di vista della giustizia sociale. Graduare l´Ici-Imu sulla casa secondo i redditi e i carichi familiari, e innalzare almeno a 1500 euro al mese il tetto al di sotto del quale non scatta il blocco della rivalutazione delle pensioni, sono esigenze sacrosante di imparzialità redistributiva, e non pretese di …