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"Dal 2012 tutta la Fiat «modello Pomigliano». Soldi (forse) senza diritti", di Massimo Franchi

Tutto parte e riporta a Pomigliano. Alla vigilia della presentazione in pompa magna della nuova Panda nella cittadina campana, i lavoratori del gruppo Fiat in Italia da ieri sanno che dal primo gennaio avranno un contratto per buona parte uguale a quello dei loro antesignani alla Fabbrica Italia Pomigliano. Dopo una trattativa è stato sottoscritto a Torino il contratto di gruppo Fiat. Digerita l’uscita da Confindustria, i circa 86 mila lavoratori delle varie controllate escono dal contratto nazionale metalmeccanico utilizzando un accordo molto simile a quello adottato a Pomigliano. Afirmare il testo tutti i sindacati (Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici, Fismic e Unione Quadri) tranne la Fiom. Già la scorsa settimana, dopo aver ribadito che non avrebbero mai sottoscritto «l’estensione del modello Pomigliano», i metallurgici della Cgil sono stati invitati a lasciare il tavolo dagli altri sindacati. La nuova intesa, che avrà durata di un anno, recepisce il testo dell’accordo di Pomigliano del 29 dicembre scorso, con nuove regole in materia di organizzazione del lavoro, straordinari, assenteismo, pause, diritto di sciopero e per quanto riguarda la rappresentanza dei lavoratori con l’introduzione delle Rsa. Proprio per non aver sottoscritto l’accordo, la Fiom non avrà rappresentanti sindacali ed è al momento fuori dalle fabbriche Fiat. «Una svolta storica» per Sergio Marchionne, «un attacco ai diritti e alla democrazia», per Maurizio Landini.
LE NOVITÀ Tra le principali novità dell’intesa un premio straordinario per il 2012 di 600 euro che sarà erogato (a luglio) anche ai lavoratori in cassa integrazione e la maggiorazione dal 50%al60%dello straordinario al sabato. Il nuovo contratto prevede anche premi per l’organizzazione del lavoro dei singoli stabilimenti (200 euro l’anno per i “silver” e 500 per i “gold”). Secondo i sindacati firmatari le retribuzioni avranno un aumento del 5,2% in media. È prevista poi l’aggiunta dun sesto scatto di anzianità quadriennale. Mail punto più controverso è sicuramente il passaggio dalle Rsu (rappresentanze sindacali unitarie, votate dai lavoratori) alle Rsa, indicate dai sindacati in modo non proporzionale alla rappresentanza. Per ovviare alle critiche della Fiom, i sindacati firmatari hanno deciso di far votare comunque i lavoratori per indicare i loro rappresentanti in modo proporzionale,ma la Fiom (che non ne avrà) sostiene che la scelta «è una foglia di fico e viola l’accordo del 28 giugno che prevede il voto delle Rsu solo per gli accordi aziendali ». Il passaggio è stato scelto dalla Fiat sfruttando l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, modificato da un referendum (ironia della sorte voluto da Rifondazione comunista). Ieri Susanna Camusso ne ha subito chiesto la modifica: «L’accordo impone il tema della modifica dell’ Articolo 19 dello Statuto dei lavoratori ». Una modifica che dovrebbe prevedere una rappresentanza dei sindacati maggiori anche in caso di non ratifica dei contratti. Maa stretto giro di posta è arrivato il “No” di Cisl e Uil. «Mi dispiace tantissimo che non ci sia la Fiom, manon è possibile che ognuno chieda modifiche per se stesso», ha spiegato il leader Cisl Raffaele Bonanni. «Una trattativa dura con la casa torinese che ha confermato tutti gli investimenti per “Fabbrica Italia”: accordo, quindi, positivo»,commenta Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. Di tutt’altro avviso Maurizio Landini: «L’accordo sancisce la cancellazione del Contratto nazionale, senza aver ricevuto alcun mandato dai lavoratori. Pensiamo che il governo non possa stare a guardare perché l’accordo separato non dice nulla degli investimenti nel più grande gruppo industriale del Paese e mette in discussione le libertà sindacali garantite dalla Costituzione». «Il contratto è una sintesi evoluta ed equilibrata delle specificità della galassia Fiat», specifica Antonio D’Anolfo, segretario dell’Ugl metalmeccanici. Trionfante, invece, Sergio Marchionne che spiega che «il nuovo contratto è uno strumento moderno che rispecchia la realtà dell’industria a livello internazionale e che permetterà a Fiat di diventare più efficiente e creare le condizioni essenziali per continuare ad investire nel Paese». A partire, si spera, da oggi a Pomigliano con la nuova Panda.

L’Unità 14.12.11