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Spettacolo, la riforma necessaria

Pubblichiamo qui di seguito l’appello al ministro per i Beni e le attività culturali, Lorenzo Ornaghi, per il varo di una legge quadro sullo spettacolo che preveda tra l’altro incentivi fiscali in favore di un settore in sofferenza. Tra i firmatari, esponenti del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo: Alessio Boni, Gabriella Carlucci, Vincenzo Cerami, Emilia De Biasi, Carla Fracci, Alessandro Haber, Gabriele Lavia, Giuseppe Pambieri, Michele Placido, Gigi Proietti, Franco Scaglia, Giulio Scarpati, Silvio Orlando.

La musica, il teatro, la danza, il circo, lo spettacolo viaggiante, gli artisti di strada attendono da decenni il varo di una riforma legislativa che riconosca in maniera irreversibile la funzione culturale, educativa, sociale, occupazionale ed economica dello spettacolo dal vivo.
L’instabilità del settore, messo a dura prova da anni di decurtazione degli stanziamenti pubblici, l’assenza di regole adeguate ai repentini mutamenti sociali, la costante precarietà del lavoro e la mancanza di politiche di welfare, la sfiducia degli operatori verso istituzioni che disconoscono il ruolo delle imprese e lo status professionale degli operatori stanno compromettendo la capacità propulsiva di quelle arti espressive che ancora oggi costituiscono il più importante strumento di veicolo della cultura e dell’identità italiana nel mondo.
Siamo convinti che l’Italia possa superare la crisi anche favorendo l’affermazione di nuovi modelli di sviluppo economico fondati sulla valorizzazione e promozione del patrimonio culturale. Con forza rivendichiamo questo ruolo, unitamente alla capacità di saper concorrere alla formazione di una coscienza etica, sociale e civile del singolo individuo e della collettività.
Insieme alle nostre famiglie, ai nostri amici, agli spettatori che ogni sera incontriamo, vogliamo renderci protagonisti di questa utopia, e riporre le nostre aspettative nel nuovo governo e nel ministro per i Beni e le Attività culturali affinché sostengano l’approvazione di quel provvedimento condiviso dalla Commissione cultura della Camera dei deputati.
L’approvazione della legge quadro costituirebbe non solo l’occasione per dotare il Paese di una moderna politica culturale, ma anche la risposta alle speranze che nei suoi contenuti riponiamo per veder finalmente riconosciuta la dignità degli sforzi, del lavoro e delle professionalità, uscendo da quello stato di incertezza e di aleatorietà che uccide l’estro, mortifica la passione, penalizza gli investimenti.
Siamo in decine di migliaia, donne, uomini, anziani, giovani, volti noti, meno noti e sconosciuti, a voler ancora resistere e scongiurare i fantasmi di un fallimento.
Abbiamo ancora bisogno del nostro futuro.

Il Corriere della Sera 14.12.11