Giorno: 29 Dicembre 2011

"Più ombre che luci nelle liberalizzazioni del governo Monti", di Antonio Lirosi

In attesa della pubblicazione del “Salva-Italia”, è utile fare una disamina delle misure contenute nel capitolo “Liberalizzazioni”, anche alla luce dei passi indietro compiuti dal governo in sede parlamentare. Va subito detto che i sette articoli di questo capitolo non produrranno, nell’immediato, effetti concreti dal lato della crescita, anzi in taluni casi creano incertezza. Se è vero che il governo ha, da un lato, le attenuanti del poco tempo avuto e dell’eccessiva aspettativa che si era manifestata a causa delle biografie di Monti e Catricalà, dall’altro va sottolineato che è mancata l’accortezza, sia di verificare preliminarmente le proposte circolate in Parlamento negli ultimi anni, sia di analizzare quello che aveva fatto ad agosto l’esecutivo precedente, per correggerne l’indeterminatezza e per allargare il campo di applicazione delle misure su cui Berlusconi si era impegnato con la Ue ma che di fatto rimangono ancora solo sulla carta (ad esempio sulle professioni). Invece si è scelto di prevedere poche norme specifiche, unitamente a disposizioni generiche che non indicano i settori in cui si applicano e che oltretutto si …

"Il destino dato in appalto", di Irene Tinagli

Non c’è giorno in cui non siamo bombardati da qualche dato negativo su consumi, produzione, povertà ed occupazione. È l’immagine, si dice, di un Paese che si impoverisce sotto la scure della crisi e di manovre recessive. In questo scenario è difficile spiegare il dato del 2011 sulla raccolta del settore dei giochi (gratta e vinci, lotterie, lotto, slot machine, scommesse sportive e così via) appena reso noto: 76,5 miliardi di euro. Un aumento rispetto al 2010 di 15 miliardi di euro, ovvero il 24,3% in più. Questo significa che nell’anno della crisi più nera, della disoccupazione giovanile al 30%, dello spread alle stelle e dei tagli indiscriminati, gli italiani hanno speso in giochi e scommesse oltre 1200 euro non a famiglia, ma a testa – includendo nel calcolo persino i neonati! Con un aumento di spesa di circa 250 euro a persona rispetto all’anno precedente. Un dato veramente sorprendente. Che l’industria del gioco e delle scommesse sia relativamente più resistente alle crisi rispetto ad altri settori è cosa nota. Così com’è noto che la …

"Contratto unico sì, licenziamenti facili no", di Luciano Gallino

Nella discussione sullo stato del mercato del lavoro circolano da anni varie proposte di un contratto unico a tempo indeterminato per le nuove assunzioni di lavoratori alle dipendenze. Proverò a spiegare perché l´idea di un contratto unico, presa a sé, è una buona idea. Che però diventa pessima quando la proposta sia corredata da dispositivi i quali, in sintesi, rendono più facili i licenziamenti. La discussione tra le parti sociali e il governo potrebbe fare qualche passo avanti se si riuscisse a concentrare l´attenzione sul meglio delle proposte in parola, lasciando da parte il peggio. 1. In Italia il problema dell´occupazione è ormai drammatico. Si riassume in due cifre: 3,5 milioni di disoccupati, e 2,5 milioni di precari con contratti di breve durata dal rinnovo incerto, mal pagati anche perché di rado lavorano per dodici mesi filati, privi di effettive tutele sindacali, e un futuro previdenziale da fame. Inoltre stanno invecchiando: il 60 per cento supera i trent´anni e oltre il 20 ha passato i quaranta (dati Ires-Cgil). Sebbene siano due facce dello stesso problema …

"L’Italia da svecchiare", di Guelfo Fiore

Nel 2013 andranno al voto i ragazzi nati quando si era già concluso il primo giro di Berlusconi a palazzo Chigi. Quelli che al crollo delle Torri Gemelle, l’11 settembre del 2001, avevano attorno ai sei anni. Che di Giovanni Paolo II, morto allo scoccare dei loro dieci anni, conservano l’immagine di un vecchio fiaccato dalla malattia e non del papa globe trotter che radunava milioni di fedeli nelle spianate e nelle città di tutto il mondo. Che sono cresciuti a pc, videogiochi, telefonini e pochissima televisione (al massimo, quando erano piccini, piazzati davanti allo schermo da genitori in cerca di una pausa…). Che si aggirano sui social network dall’alba alla notte. Che non sanno usare più penne e matite. Che hanno reinventato la composizione delle parole, e continuano a farlo, per adattarle ai nuovi mezzi di comunicazione e di relazione interpersonale. Nel 2013 l’Italia avrà ai suoi vertici gli stessi uomini e le stesse donne del ’95. Non è questione che riguarda solo la politica, dove pure il fenomeno è solare e macroscopico. In …

"I beni artistici restano a secco i 57 milioni dell´8 per mille vanno all´emergenza carceri", di Carlo Alberto Bucci

Il governo dirotta i fondi, saltano 1600 restauri. Negli anni passati circa il 70 per cento dei contributi era andato a palazzi, monumenti e pievi. I soldi saranno utilizzati per l´adeguamento dei penitenziari che ormai scoppiano. Le carceri sono più urgenti. I beni culturali possono aspettare. La boccata d´ossigeno di 57 milioni per tamponare l´emergenza detenuti lascia a mani vuote i monumenti, i palazzi storici, le biblioteche, le chiese, gli affreschi italiani che hanno bisogno di restauri. Nel 2004 era stata la guerra in Iraq a scippare il contributo. Ora è il sistema carcerario ad assorbire i fondi indirizzati verso l´architettura e l´archeologia italiane dall´otto per mille. È una lotta tra poveri che si tirano una coperta sempre più corta. E che lascia praticamente a secco il patrimonio artistico più nascosto e prezioso del Belpaese. «Dobbiamo completare l´edilizia carceraria per permettere la detenzione salvando i diritti fondamentali dell´uomo e per il nuovo anno abbiamo stanziato 57 milioni di euro» aveva annunciato il ministro della Giustizia, Paola Severino, al termine del Consiglio dei ministri del 16 …

"Il nostro futuro multietnico", di Giovanna Zincone

Bisogna smettere, e pure in fretta, di pensare l’italiano tipo come un individuo dotato di nonni nati in Italia. Questo è un messaggio chiave che trasmette il rapporto dell’Istat sul futuro della popolazione del nostro Paese. Infatti, a vivere in Italia nel prossimo mezzo secolo saranno sempre di più persone e famiglie che hanno origini straniere, più o meno lontane nel tempo. E fin d’ora non sono poche. Già all’inizio del 2011 i residenti stranieri in Italia erano più di 4 milioni e mezzo, cioè il 7,5% del totale. E dal computo sono esclusi gli immigrati e i loro discendenti che hanno ottenuto la cittadinanza. L’Istat prevede, seppure con molte cautele metodologiche, che nel 2065 la percentuale degli stranieri arrivi nell’ipotesi più bassa al 22% e in quella più alta al 24% dell’intera popolazione residente. Possono sembrare dati impressionanti, ma non è il caso di lasciarsi impressionare. E per una serie di motivi. Come sanno bene i ricercatori dell’Istat, le previsioni sulla popolazione quando si proiettano su tempi molto lunghi possono presentare grosse sorprese. Su …

"Una fiducia a tempo", di Massimo Riva

L´asta dei Bot semestrali di ieri era attesa come il primo banco di prova importante per il governo Monti sul mercato dei titoli di Stato. È andata bene, si può dire perfino benissimo perché i rendimenti a carico del Tesoro si sono letteralmente dimezzati rispetto all´appuntamento precedente: 6,50 per cento a novembre, 3,25 ieri. Il senso di questo robusto passo indietro è tutt´altro che imperscrutabile. Un mese fa ancora non era chiaro se e quale manovra del nuovo governo sarebbe riuscita a superare senza troppi danni il vaglio parlamentare. E perciò sui mercati continuavano ad aleggiare forti timori sulla tenuta finanziaria del paese anche a breve termine. Il varo definitivo del decreto «Salva Italia» ha sgomberato il campo da ogni dubbio e incertezza sullo stato della nostra finanza pubblica quanto meno per il prossimo anno. In sostanza, è fuori da ogni logica economica immaginare che l´Italia possa andare in «default» nei mesi immediatamente a venire. Ecco perché i sottoscrittori dei Bot semestrali hanno avanzato forti richieste di titoli e si sono accontentati di un tasso …