Giorno: 13 Agosto 2014

Innovazione 30 anni dopo – Manuela Ghizzoni

Anche se è Ferragosto, o forse proprio per questo, ho scelto un articolo di Francesco Clementi apparso oggi sul Sole 24 ore che mi dà lo spunto per qualche riflessione. Il tema sono ancora le riforme costituzionali, un processo che si è avviato verso una strada di rinnovamento delle istituzioni che sembra finalmente condivisa e attuabile. Ma anche in questo caso ci arriviamo dopo almeno trent’anni di dibattito, come sempre succede quando i cambiamenti si attorcigliano in una sorta di avvitamento inerziale. Nell’anno in cui celebriamo i trent’anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer basti pensare che nel 1983 la sua relazione al congresso del PC parlava di “proposte innovative, come il superamento del bicameralismo, della efficienza e dei poteri dell’esecutivo, dei criteri di nomina negli enti pubblici in modo da dare spazio alle competenze e porre fine alle lottizzazioni”. Sono parole (riprese oggi sempre sul Sole 24 ore da una lettera di Emanuele Macaluso) che definiscono chiaramente quello slancio riformatore che oggi sembra riemergere, dopo 30 anni di involuzione e dispersione. Vale la pena ricordarle, …

"Lettera Ue bacchetta l’Italia “Non avete una strategia” a rischio 40 miliardi di fondi", di Valentina Conte da La Repubblica del 13.08.14

Indispensabile per sbloccare i singoli programmi, nazionali e regionali. Senza l’assenso di Bruxelles su questo particolare Accordo si ferma tutto, non arrivano i soldi e non si inizia a spendere. Una partita che vale per l’Italia 41 miliardi e mezzo in sette anni. Cifra che raddoppia con il cofinanziamento nazionale. E che ora dunque si congela. Con lo svantaggio per l’Italia di partire male e in ritardo sui fondi strutturali, pure stavolta. Ma Bruxelles è categorica. Senza un piano e una strategia chiari ed efficaci, appunto, l’assenso non c’è. Anche perché – ed è questa la critica più forte – l’Italia ha gravi problemi di governance. La sua pubblica amministrazione non è efficiente e ben funzionante. E quando il motore è inceppato, non si può sperare che la linfa europea contribuisca a rivitalizzare il paese. Anzi i fondi rischiano di imboccare di nuovo la via, biasimata, degli incentivi a pioggia. Se non è una bocciatura, poco ci manca. CAPACITÀ ISTITUZIONALE In 249 punti e 37 pagine, la Commissione europea analizza passaggio per passaggio tutto il …

"Né congedi né aiuti ecco perché l’Italia non è un paese per mamme precarie", di Maria Novella De Luca da La Repubblica del 13.08.14

Siamo un paese ostile alla maternità e sempre più refrattario ai bambini. Le desolanti statistiche dell’Istat lo testimoniano ad ogni rapporto annuale, fotografando la nostra progressiva discesa agli ultimi posti nella classifica demografica mondiale. Puntualmente ogni volta ci chiediamo perché. Eppure basta leggere la lettera pubblicata ieri su “Repubblica”, per rendersi contro di quanto l’Italia sia diventata ormai un luogo inospitale per chiunque decida di rischiare l’avventura della famiglia. Soprattutto se si è una lavoratrice precaria, ma che nonostante tutto si “azzarda” a mettere al mondo dei figli, ben tre in questo caso. Perché non solo il nostro non è un paese per mamme, ma in particolare non è un paese per mamme “atipiche”, quelle cioè che in assenza di un contratto di lavoro definito, non hanno diritto praticamente a nulla. Né prima della nascita, né dopo. Un’incredibile mancanza di tutele e di sostegni che Belinda Malfetti, giornalista freelance, ben descrive nella sua lettera “La mia odissea di mamma precaria alla ricerca del sussidio negato”. In Italia infatti le leggi ci sono, ma valgono soltanto …