attualità, politica italiana

"La voglia del Cavaliere passare all´opposizione", di Francesco Bei

Il filo si sta per rompere. Nonostante le rassicurazioni di Angelino Alfano su un voto nel 2013, il Pdl sta meditando di passare all´opposizione. Una decisione formale non è stata ancora presa, ma nelle telefonate corse sul filo Roma-Arcore e tra i dirigenti sparsi per l´Italia in campagna elettorale la valutazione è unanime: «Dobbiamo mollare Monti il prima possibile». Nelle stanze del presidente del Consiglio c´è piena consapevolezza della situazione. E ormai anche Monti, che fino all´ultimo ha voluto credere alle parole di Berlusconi, ha capito che davvero potrebbe precipitare tutto prima del tempo e portare al voto in ottobre. Uno scenario che il Professore, nelle sue conversazioni private, considera come un vero attentato all´Italia.
Nel mezzo di delicate e faticose trattative per convincere la Germania sulla crescita, con i mercati ancora ipersensibili, a un passo oltretutto da una possibile svolta se Hollande dovesse vincere in Francia, la crisi di governo italiana riporterebbe indietro le lancette allo scorso novembre. Al quasi default. «Il Pdl – è il ragionamento del premier – può distruggere in un secondo la credibilità che abbiamo riconquistato a caro prezzo. Daremmo all´estero la prova di un Paese incapace di redimersi». Senza mezzi termini per Monti votare a ottobre «sarebbe un disastro». Una valutazione condivisa peraltro dal capo dello Stato che venerdì scorso, durante il colloquio al Quirinale con Berlusconi, ha chiesto esplicitamente al Cavaliere che intenzioni avesse. Ricevendone ampie assicurazioni contrarie a uno sganciamento anticipato dal governo.
E tuttavia i segnali che provengono dal Pdl sono inequivocabili. A palazzo Chigi si assiste con un certo sgomento al martellamento quotidiano da parte dei giornali d´area – il Giornale e Libero – contro Monti. Ma viene considerata certamente poco amichevole anche la linea editoriale del Tg1 e di Canale 5. Ieri è stata cerchiata in rosso una frase con cui il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, concludeva l´editoriale di prima pagina: «Io credo che dentro il partito siano ormai in molti a pensare che la misura sia colma e che si debba passare da una fase di appoggio al governo incondizionato, per via del famoso senso di responsabilità, a una di appoggio condizionato». È la posizione espressa pubblicamente in questi giorni da Massimo Corsaro, Daniela Santanchè e, privatamente, da altri fautori dell´ala dura come Denis Verdini. Al contrario colombe come Maria Stella Gelmini e Franco Frattini stanno facendo di tutto per scongiurare il crac. Mentre Alfano si barcamena per tenere unito il partito, Berlusconi ancora non ha deciso. Oscilla, in attesa di avere risposte su alcune questioni chiave: la concussione (per via del processo Ruby), l´assetto della Rai, le frequenze tv, più in generale quello che considera «un inaccettabile accanimento mediatico-giudiziario» contro di lui con la divulgazione delle telefonate alle Olgettine. Un «accanimento» sul quale si sarebbe aspettato «una parola o un gesto» da parte di Napolitano o del Guardasigilli Severino. Chi è andato a salutarlo ad Arcore l´ha sorpreso con la testa china su una scrivania interamente coperta dalle trascrizioni delle sue conversazioni telefoniche. «Le ho messe una sull´altra e misurate: è un metro cubo di carta!». Ma sui dossier “sensibili” per il momento il Cavaliere ha trovato davanti a se un muro. Monti, quando hanno provato a sondarlo, ha mandato una risposta totalmente negativa: «Non posso accettare ricatti». E così, complice anche la crescente irritazione del Pdl per le recenti parole del premier contro Alfano e contro Forza Italia (che avrebbe tradito le promesse del ‘94), giorno dopo giorno si sta consumando definitivamente il rapporto con il governo.
Il problema di Berlusconi, tuttavia, è come ritirare il sostegno a Monti senza pagare dazio, senza poter essere accusato di aver fatto fallire l´Italia. Per questo a via dell´Umiltà si è iniziato a studiare un piano raffinato. Vista la spaccatura verticale tra falchi e colombe, nel caso il Pdl decidesse di togliere il sostegno al Professore una scissione parlamentare sarebbe inevitabile. Gente come Beppe Pisanu e Claudio Scajola, forse anche Franco Frattini, mollerebbero gli ormeggi continuando a votare la fiducia. Consentendo così al governo di andare avanti, anche con il resto del Pdl all´opposizione. A quel punto Berlusconi potrebbe “rifarsi una verginità” agli occhi dei suoi elettori, che al 70%, secondo gli ultimi sondaggi, disapprovano la politica del governo Monti. Inoltre il Pdl ricucirebbe la frattura con la Lega, ricostituendo l´asse del Nord. Un piano azzardato ma coerente. Con molti vantaggi agli occhi di Berlusconi. Non ultimo quello di dire addio a una riforma della legge elettorale di cui non è del tutto convinto. Sono in molti quelli che gli sussurrano all´orecchio che il “Violantellum” – di fatto un proporzionale corretto – consentirebbe al Pd di presentarsi da solo, senza essere schiacciato a sinistra sull´alleanza con Vendola e Di Pietro. E lascerebbe inoltre a Casini tutto l´agio di poter fare l´ago della bilancia dopo le elezioni, relegando il Pdl nella più assoluta marginalità. Molto meglio andare a votare a ottobre, con Monti che “tassa” da palazzo Chigi e il Porcellum che tiene legato Maroni al Cavaliere. Se ne parlerà dopo le amministrative, che nel Pdl danno ormai per perse quasi ovunque.

La Repubblica 05.05.12

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Emendamento pdl per cancellare il processo a Berlusconi. Concussione, pronta la norma salva-Ruby

Potrebbe incidere anche sul processo Ruby l´emendamento alla proposta del Governo sulla concussione, a firma di Francesco Paolo Sisto del Pdl. L´emendamento sostiene che esiste concussione solo se vi è effettivo passaggio di denaro che possa essere considerato un bene patrimoniale. Secondo la modifica dunque il reato di concussione si configurerebbe quando il pubblico ufficiale costringe qualcuno a promettere indebitamente denaro o altra utilità “patrimoniale”. Processo Ruby azzerato per legge. Grazie all´aggiunta di una sola parola, «patrimoniale». Via il reato di concussione se non è documentato un passaggio «di denaro o di altra utilità patrimoniale». Alla formula storica della concussione, «denaro o altra utilità», ecco l´aggiunta di quel «patrimoniale». Berlusconi, imputato di concussione nel processo Ruby per aver chiesto al funzionario di polizia Pietro Ostuni di liberare la ragazza nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, non ha versato «denaro o altra utilità patrimoniale». Quindi non è più imputabile. Come norma più favorevole deve essere applicata subito anche ai processi in corso e agli imputati coinvolti. Passerà alla storia di Montecitorio e del ddl anti-corruzione come l´emendamento Sisto. Dal proponente Francesco Paolo Sisto, noto avvocato barese, deputato del Pdl, componente della commissione Giustizia, tra i “ragazzi” di Niccolò Ghedini, l´avvocato del premier.
Scade il termine alla Camera per emendare il pacchetto del Guardasigilli Paola Severino ed ecco, tra le 139 proposte, la sorpresa. Appena 24 ore prima il capogruppo del Pdl Enrico Costa annunciava che il gruppo «ufficialmente non avrebbe presentato niente». Un modo per tenersi le mani “libere” in aula. Anche di affondare una legge sgradita. Costa non ne fa mistero («L´ipotesi Severino è seria, ma va ancora molto migliorata»), mentre circolano le ipotesi più svariate, perfino l´astensione al momento dei molti voti che si annunciano segreti.
Emendamenti di esponenti in vista nel Pdl. Di Sisto, ma anche di Manlio Contento, anche lui avvocato del gruppo Ghedini, come Costa e Sisto. Cambiamenti sistematici e invasivi da “terremotare” la riforma. Reati modificati, azzerati gli aumenti di pena soprattutto nei minimi, nuove formulazioni. Un altro testo. A partire dalla concussione, il reato più discusso. Sisto si sorprende: «Norma per Ruby? Ma a quel processo non ho pensato neppure per un nano secondo. Avevo in mente un mio caso dove all´imputato si contestava la concussione in cui l´utilità era aver garantito il consenso elettorale, un´assurdità. Se la sanzione è pesante, il reato commesso dev´essere grave».
Così lui e Contento emendano la corruzione. Pene più pesanti per abuso d´ufficio e peculato? Cancellate. Concussione distinta dall´indebita induzione? Eliminata. La corruzione per svolgere la funzione, tipica del funzionario a libro paga? Ridimensionata, perché i due sostituiscono quel «in relazione all´esercizio delle funzioni» con un più secco «per svolgere le sue funzioni». Il traffico di influenze? Soppresso, perché, dice Sisto, «si anticipa troppo la tutela penale rispetto al fatto compiuto». All´opposto Pd, Idv, Fli e Udc vogliono inasprire il ddl. Pene più alte e prescrizione più lunga (Pd), interdizione perpetua dai pubblici uffici e non candidabilità (Fli e Udc), corruzione tra privati anche se non c´è «nocumento» alla società (Pecorella). Un testo in alto mare. Un accordo impossibile.

La Repubblica 05.05.12