Giorno: 8 Maggio 2012

Anche la scuola ha i suoi "esodati", da La Tecnica della Scuola

Con le leggi e riforme approvate dal governo Monti possono ritrovarsi già tra due anni senza stipendio e pensione. Il pericolo è reale: l’ex ministro Damiano ha inserito prof e Ata tra le categorie a rischio. Centinaia di dirigenti potrebbero esserlo già da settembre. Intanto il Miur torna a dare lo stipendio ai docenti inidonei di Lazio, Lombardia e Piemonte rimasti senza assegno per via della burocrazia. Per fortuna non figurano tra i 65.000 esodati conclamati, tutti i dipendenti vicini al pensionamento che usufruendo delle vecchie regole previdenziali avevano accettato esodi incentivati ma che per effetto della riforma pensionistica Fornero-Monti hanno ora alte possibilità di rimanere, anche per diversi anni, senza stipendio e pensione. Però c’è anche il personale della scuola tra i dipendenti che potrebbero, nel futuro prossimo, annoverarsi tra quelli privati della possibilità di avere l’assegno lavorativo o pensionistico a fine mese: a seguito sempre delle norme dell’inasprimento dei requisiti per lasciare il servizio, ma soprattutto dell’applicazione della Legge di Stabilità 2012, attraverso l’approvazione della Legge 183/11, in vigore da dicembre, è infatti …

"Il ritorno dei fantasmi armati", di Benedetta Tobagi

Sembra un incubo, l’eterno ritorno dell’uguale. L’Ansaldo di Genova negli anni Settanta fu teatro di una serie di azioni e ferimenti, o meglio, “gambizzazioni”(neologismo coniato per i ferimenti alle gambe in cui si specializzarono i brigatisti, una modalità di attentato che massimizzava il dolore e l’umiliazione della vittima, costringendola a strisciare): Vincenzo Casabona, capo del personale dell’Ansaldo Meccanica, oggetto di un sequestro-lampo nel 1975, Carlo Castellano, capo della pianificazione, ferito dalle Br nel 1977, e Giuseppe Bonzani, direttore dello stabilimento G. T. Ansaldo, ferito, ancora dalle Br, nel 1979. Ieri, il rito macabro si è rinnovato. L’amministratore delegato della sezione nucleare dell’Ansaldo è stato ferito. Ignoti gli attentatori, mancano le rivendicazioni, ma la “tecnica” è quella brigatista, dichiarano gli inquirenti, e il ministero dell’Interno esclude la pista personale. Mancava solo il ritorno del terrorismo sulla scena di quest’Italia colpita dalla crisi e divorata dall’antipolitica: evocata da molti, ieri la violenza armata, parassita della democrazia, è tornata sulla scena, con il suo rituale, con la sua simbologia, in un luogo denso di storia. Adinolfi dirige la …

"Due assassini su uno scooter. Tornano gli incubi del passato", di Michele Brambilla

Quelli del 26 marzo 1971 che in via Bernardo Castello ammazzarono il portavalori delle case popolari Alessandro Floris. Uno studente fotografò l’agguato da una finestra e quell’immagine diventò il simbolo della follia che stava per esplodere. I due assassini appartenevano al primo gruppo di lotta armata nato in Italia: si chiamava XXII Ottobre. Da quel giorno si scatenò l’inferno. Il sostituto procuratore Mario Sossi, che sosteneva l’accusa al processo contro la banda XXII Ottobre, verrà rapito a Genova dalle Brigate rosse il 18 aprile del 1974 e rilasciato solo il 23 maggio successivo. Il procuratore generale Francesco Coco, che non aveva ceduto al ricatto dei brigatisti (scarcerare i terroristi detenuti in cambio della liberazione di Sossi) sarà ucciso, insieme con gli uomini della sua scorta, l’8 giugno del 1976. Qualcuno dice che Genova fu la culla delle Brigate rosse. Di certo il bilancio della colonna genovese, nata nel gennaio 1975, è terrificante: nove omicidi, sedici ferimenti, vari attentati e aggressioni. Genova ancora una volta sarà una culla? Il ferimento di Roberto Adinolfi un nuovo drammatico …

"Troppe insufficienze fanno male", di Mario D'Adamo

Rapporto Eurydice: l’Italia è tra i pochi paesi ad avere ripristinato la valutazione in decim. Nella maggior parte dei sistemi scolastici europei le scale di valutazione, organizzate per lo più su cinque – sei gradi alfabetico-numerici o per serie di giudizi, prevedono un maggior numero di voti positivi rispetto a quelli negativi, di solito uno o al massimo due. È un modo per graduare meglio giudizi favorevoli ed evitare nei confronti di quelli negativi gli inutili e scoraggianti accanimenti del nostro sistema di valutazione in decimi, che dal 2008 è stato esteso anche alla scuola primaria e secondaria di primo grado con la riforma del ministro Gelmini. Un conto, infatti, è giudicare semplicemente non sufficienti i risultati di un alunno in una materia o in un elaborato di quella materia, un conto, ben più pesante, qualificarli con voti al di sotto del cinque. Inevitabilmente un voto molto negativo viene caricato di effetti emotivi e implicazioni che non aiutano lo studente a risollevarsi. Per trent’anni, fino all’anno scolastico 2007/2008 compreso, abbiamo giudicato generazioni di studenti della …

"Concorso a tre punte per il ruolo", di Emanuela Micucci

Un modulo a tre punte, con maxiconcorso e abilitazione riservata ai docenti precari con 360 ore di servizio. Questa la formazione messa in campo da mister Profumo per arruolare nuovi docenti e combattere il precariato. In attesa della riforma del sistema di reclutamento, il ministro dell’istruzione Francesco Profumo ha annunciato nei giorni scorsi due tornate di concorsi. La prima sarà bandita «entro l’anno», ha detto, per un numero di posti tra 5.000 e 8.000, in base a quanti ne autorizzerà il ministero dell’economia. Vi potranno partecipare i docenti abilitati e i vincitori saliranno in cattedra nell’anno scolastico 2013-14. Così da far fronte alle esigenze delle classi di concorso con le graduatorie effettivamente esaurite. «Ma già nella prossima primavera faremo un altro bando», annuncia , «al quale potranno accedere anche i nuovi abilitati», cioè i 20.067 che avranno frequentato con successo i corsi di tirocinio formativo attivo (Tfa). I vincitori di questa seconda più consistente tornata di concorsi entreranno in servizio nel 2015-16. «La mia idea dopo è quella di dare una cadenza biennale ai concorsi, …

"Il Cavaliere dileguato", di Filippo Ceccarelli

E nel frattempo la leadership di Berlusconi è evaporata. Se ne coglie qualche residuo a Mosca, dove nel giorno della più severa sconfitta del Pdl il Cavaliere ha assistito all´insediamento di Putin.E a questo proposito egli si è fatto scrupolo di notificare all´opinione pubblica che nella cerimonia, di cui ha ammirato la solennità, «a me è stato dato il posto d´onore, ero in prima fila dietro le first lady». Come dire, forse, che era in seconda fila. Per il resto, liquidate le elezioni con il minimissimo indispensabile, l´ex presidente del Consiglio e presidente plenipotenziario e a vita del Pdl ha proseguito il suo tour di onori e spettacoli moscoviti come se quello che accadeva in Italia, e in particolare al povero Alfano, non lo riguardasse proprio. Non che tale pervicace estraniarsi, specie per un combattente come lui, sia la condotta più normale del mondo. Vero è che la dissimulazione rientra appieno nelle logiche della politica. Ma certo ripensando ai tanti possibili e anche truculenti esiti su cui per anni la pubblicistica s´è interrogata e variamente …