Giorno: 2 Novembre 2014

"Lezioni per professori", di Roberto Casati – Il Sole 24 Ore 02.11.14

Perché insegniamo? E perché insegniamo nel modo in cui insegniamo? Che cosa ci porta davanti a una classe, che cosa ci sveglia la notte alla ricerca delle parole giuste, del modo più coinvolgente di presentare un concetto difficile; che cosa fa sì che siamo insoddisfatti del modo in cui abbiamo valutato uno studente, o contenti di vederlo prendere il volo nella vita? Ci sono certo molte narrazioni sull’insegnamento, da Platone a Don Milani, ciascuna delle quali mette in luce un qualche aspetto di questa pratica lunga, costosa, e in fin dei conti abbastanza innaturale per come viene praticata; tanto innaturale da farne un vero e proprio marchio di umanità. “Abbastanza” innaturale, e comunque meno naturale dell’imparare, che è un vero e proprio automatismo di un cervello fatto per guidarci in un ambiente complesso e aleatorio. Forse siamo anche in parte insegnanti di nascita; e tuttavia la complessità del sistema di istruzione odierno è un artefatto culturale recente, segue la complessità dell’evoluzione sociale, e richiede un’organizzazione della pratica di insegnamento, giorno per giorno, anno dopo anno. …

"Indice dell'ignoranza primato senza gloria", Beppe Severgnini – Corriere della Sera 02.11.14

Ho capito che qualcosa non andava domenica 12 ottobre, durante una lettura pubblica dei giornali organizzata al Museo Diocesano di Milano. Ho domandato ai presenti: «Quanti sono, secondo voi, gli immigrati in Italia?». Sguardi interrogativi, qualche sorriso imbarazzato. «Chi pensa rappresentino metà della popolazione, alzi la mano». Con mia grande sorpresa, diverse mani alzate. «Chi ritiene siano il 30%?». Altre mani alzate. «Chi crede, invece, che gli immigrati rappresentino il 15% degli abitanti?». Ancora mani alzate. In realtà, gli immigrati in Italia costituiscono il 7% della popolazione. Ad ascoltare la lettura dei giornali la domenica mattina, in un museo di Milano, vanno persone istruite e informate: eppure. Non è superficialità né sciatteria. Non dipende da scarsa dimestichezza con numeri e statistiche. Si tratta, invece, di una percezione sbagliata. Anzi, di una trasposizione: le preoccupazioni diventano realtà. Non sono rimasto stupito, perciò, quando ho letto i risultati di un sondaggio Ipsos Mori, condotto in 14 Paesi. Titolo: The Ignorance Index . Questo «indice dell’ignoranza» vede noi italiani ingloriosamente primi. Meglio di noi Usa, Corea del Sud, …