Giorno: 4 Agosto 2008

Anti-precari, dubbi sulla costituzionalità. L’allarme dei tecnici della Camera. PD: “Norma va ritirata”

Il Servizio Studi della Camera ha sollevato dubbi sulla costituzionalità delle norme sui precari contenute nella manovra economica, alla luce dell’articolo 3 della Carta Costituzionale, nonostante le modifiche apportate la scorsa settimana dal Senato (e che domani dovrebbe ricevere la terza fiducia alla Camera). Nel documento che analizza le modifiche apportate dal Senato al Dl manovra si legge: “A riguardo si osserva come sembri opportuna un’attenta valutazione della distinzione introdotta dalla norma in esame, alla luce del principio di ragionevolezza di cui all’articolo 3 della Costituzione”. L’articolo a cui il documento fa riferimento stabilisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. La norma in questione stabilisce che i datori di lavoro non sono più obbligati ad assumere lavoratori precari, anche nel caso in cui a questi ultimi venga riconosciuto questi diritto per via legale. Su sollecitazioni giunte da più parti, il governo ha solo parzialmente modificato la norma, ma non …

“Chi straccia l’assegno sociale”, di Livia Turco

Il governo ha riparato il colpo maldestro di subordinare l’assegno sociale all’obbligo di dieci anni di contribuzione lavorativa. Colpo che era stato puntualmente denunciato nelle commissioni Affari sociali e bilancio e con un ordine del giorno in Aula per altro accolto dal governo. L’assegno sociale è l’unica forma di contrasto della povertà che esiste nel nostro Paese. È una prestazione di assistenza, cioè prescinde da qualsiasi versamento contributivo, introdotto dalla legge 335/1995 in sostituzione della precedente pensione sociale. L’assegno viene rilasciato al compimento del sessantacinquesimo anno di età e non è reversibile. Resta però la proposta del governo di elevare da cinque a dieci anni, per gli immigrati comunitari ed extracomunitari e per gli italiani emigrati all’estero che rientrano, la presenza continuativa nel nostro Paese per accedere all’assegno sociale. Così come è stato approvato il requisito di dieci anni di permanenza continuativa per accedere all’edilizia popolare. C’è stata una sorta di imbarazzo a denunciare questa misura perché essa può godere di una qualche popolarità. Sappiamo quanto sia difficile parlare dei diritti delle persone migranti e …