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«Grandi sforzi e difficoltà ma gli aiuti funzionano», di Virginia Piccolillo

«Ci stiamo battendo con grande sforzo per mettere a disposizione con generosità tutto quello che ci chiedono. È ovvio che il cittadino viva una sensazione di disagio. Ma qui l’intero sistema di protezione civile sta funzionando: dalle strutture locali, ai sindaci, al presidente della Regione Vasco Errani, tutti stanno facendo quello che deve essere fatto». Così il capo della protezione civile, Franco Gabrielli, risponde alla protesta lanciato ieri sulle colonne del Corriere della Sera da uno sfollato: «E io dormo ancora in macchina». Lo sfogo di un cittadino di Bondeno, nel Ferrarese, che lamentava disparità di trattamento con i terremotati dell’Abruzzo.
«Fare raffronti in situazioni così diverse sarebbe poco serio. Invece io, che le ho vissute entrambe, qui vedo molta serietà. E un grande impegno per far ripartire soprattutto l’attività produttiva, cruciale per questa zona e per l’intero Paese. Il governo si è mostrato disponibile a uno sforzo in più», spiega Gabrielli. Concorda il presidente della Regione, Vasco Errani: «La risposta è stata corale. Migliaia e migliaia di persone sono state aiutate in una situazione complicata, perché continuano le scosse. E abbiamo avuto l’apprezzamento delle forze sociali. Ora abbiamo chiesto al governo scelte chiare e rapide: un decreto per la sospensione dei tributi e uno che sburocratizzi la ricostruzione. È urgente il riconoscimento del danno e un fondo di rotazione di sostegno al credito per aiutare le imprese. Oltre ad ammortizzatori sociali per i lavoratori. Per ora c’è stato uno stanziamento di 50 milioni di euro. Ma per la ricostruzione occorrono altre risorse e credo che questa esperienza aiuti il governo a riflettere sulla legge».
Quella appena approvata e che non c’era ai tempi del terremoto dell’Aquila. Ma Gabrielli respinge ancora il paragone: «La situazione è molto diversa, non solo nella provincia di Ferrara dove vive quel cittadino. Lì, soprattutto a San Carlo di Sant’Agostino, c’è stato questo fenomeno della “liquefazione”: non era terriccio quello venuto in superficie dopo il terremoto, ma probabilmente il paleo-alveo sabbioso del fiume Reno. Un problema che stiamo studiando».
Gli ultimi dati parlano di circa 6.700 persone assistite, o in strutture varie: campi tendati o alberghi o palestre. Ci sono 16 tendopoli intorno a Modena: Finale Emilia, Mirandola, San felice sul Tanaro, e Bomporto. In arrivo altri due campi a San Carlo di Sant’Agostino, 19 strutture in provincia di Modena, 15 in quella di Ferrara, 6 a Bologna e una a Mantova. Al lavoro circa 700 vigili del fuoco, 400 uomini tra forze armate e forze di polizia, 130 volontari della Croce rossa, 1200 volontari tra colonne mobili regionali e organizzazioni nazionali di volontariato.
Ma, ci tiene a precisare Gabrielli: «Finora tutto quello che ci è stato chiesto abbiamo mandato. Le persone all’inizio preferivano stare in macchina, sperando di poter tornare al più presto in casa. Poi, purtroppo, lo sciame sismico è continuato e hanno chiesto di essere alloggiate nelle tende. Cosa che peraltro crea un doppio problema di adattamento: quando ci si entra e quando ci si deve riabituare alla vita esterna. Certo poi quando la necessità è impellente piano piano abbiamo acconsentito. Ma all’inizio abbiamo messo anche a disposizione oltre 10 mila posti letto in strutture alternative o alberghiere».

Il Corriere della Sera 27.05.12

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“La moglie dell’operaio ucciso: l’ora per essere persone migliori”, di Elvira Serra

Due carabinieri in alta uniforme reggono la corona di fiori bianchi e lilla mandata dal presidente della Repubblica. La bara di legno chiaro è adagiata sul tappeto rosso al centro del campo sportivo, ricoperta di rose color arancio. Gloria, la vedova, stringe la mano al suocero per tutta la durata della messa. Canta e ripete le preghiere dei fedeli. Partecipa con tutta la sua energia di mamma all’ultimo saluto al marito, Leonardo Ansaloni, papà di Eleonora e Niccolò, morto a 51 anni dentro il capannone della Ceramiche Sant’Agostino crollato durante il terremoto. È uno dei due funerali delle sei vittime del sisma celebrati ieri. L’altro, dell’operaio Gerardo Cesaro, si è svolto a Marmorta di Molinella, nel Bolognese.
Qui, nel campo di Bondeno, alle tre del pomeriggio ci sono circa 700 persone. Sono colleghi, amici o compaesani. Come Maurizio Giacomelli, che ha messo a lievitare le pizze del suo negozietto prima di venire alla messa: «Non potevo mancare». In prima fila, vestita di nero, c’è la senatrice Maria Teresa Bertuzzi (Pd), che è originaria di Copparo ed è l’unica rappresentante del Parlamento. Prima che la cerimonia cominciasse aveva detto con voce rotta: «Da una settimana la situazione degli sfollati è il mio pensiero esclusivo. Abbiamo il timore che le luci si spengano. Ci tranquillizza un poco solo il fatto che questa sia considerata una emergenza nazionale».
Il lutto è composto. Al termine della cerimonia Gloria raggiunge sull’altare i sei sacerdoti che hanno concelebrato. «È il momento di agire e di diventare persone migliori. Io lo sto già facendo, affinché Leonardo e gli altri che hanno pagato con la vita la dedizione al lavoro riposino in pace». Dopo la benedizione della salma, la signora chiama vicino a sé i due figli, lei adolescente, lui un bambino, e insieme fanno volare decine di palloncini colorati (foto Cavicchi). «Li facciamo andare verso papà».

Il Corriere della Sera 27.05.12

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“Da Pausini a Venditti, l’appello dei cantanti per l’Emilia” di Chiara Maffioletti

Si sono ritrovati ieri, all’Arena di Verona. Ma una serata di musica come i Wind Music Awards (saranno trasmessi su Rai1 il 26 giugno), è diventata l’occasione per alcuni tra i più grandi cantanti italiani di riscoprirsi uniti dal pensiero per le vittime del sisma che ha sconvolto l’Emilia Romagna.
In molti hanno espresso la loro vicinanza. Laura Pausini, che in quelle terre è nata (a Faenza, in provincia di Ravenna), lo ha fatto sul palco ma ha scelto il Corriere per mandare a tutti il suo messaggio: «Sono certa che tutti i miei colleghi, come me, hanno un pensiero forte per la mia terra, l’Emilia Romagna. Quando la terra ha tremato ero in concerto ad Amsterdam ma ho saputo subito dalla mia famiglia, che vive lì, che qualcosa di tragico stava accadendo. La mia famiglia e molti amici stanno vivendo in queste ore la paura che si presenta dopo aver sentito il terremoto. È importante aiutare. Ci sono tantissimi modi per donare, anche poco, ma è necessario. Anche grazie al Corriere della Sera possiamo donare e quindi aiutare concretamente: lo apprezzo moltissimo».
Poi rivela: «Ho parlato proprio oggi (ieri, ndr.) con il presidente della regione Romagna, Vasco Errani, e mi ha detto che la gente sta reagendo con forza e dignità. La storia, la cultura e l’identità della mia regione sono state colpite fortemente e vogliamo ricostruire ciò che si è distrutto. E’ un’emergenza nazionale e ci aspettiamo che il governo intervenga e dia attenzione alla nostra regione come è stato per quelle in questi anni colpite da calamità. Non vogliamo essere dimenticati. Questa cosa mi preme più di qualsiasi altra e ovviamente nel mio privato sono intervenuta subito… è importante non dimenticare gli sfollati: dobbiamo essere solidali. Io lo sono concretamente, quotidianamente e con tutto il mio cuore».
Antonello Venditti ha ribadito l’importanza di continuare a parlare dell’emergenza: «Il terremoto è capitato in un periodo in cui in Italia l’attenzione è concentrata su Brindisi, sull’anniversario della strage di Capaci e sulla crisi. E’ legittima la sensazione dei terremotati emiliani di essere stati poco sostenuti da istituzioni e media, ma io e tutti i miei colleghi siamo vicini a loro, non meno di quanto lo eravamo ai terremotati aquilani». Gino Paoli, invoca direttamente Dio: «Il governo non sta aiutando le popolazioni emiliane perché, vista la situazione dell’Italia, non riesce ad aiutare nessuno. Ci vorrebbe che il Padre Eterno non ci regalasse tutti questi eventi tragici uno in fila all’altro».
Emma, nel ricordare che «all’Aquila ancora tanta gente vive nei container», auspica che in molti facciano qualcosa «in concreto. Io lo faccio, in silenzio». Stesso pensiero arrivato anche da Alessandro Siani e dai Modà che, al cordoglio, hanno aggiunto «un appello affinché tutti diano il proprio contributo».

Il Corriere della Sera 27.05.12