L’Emilia stravolta dal terremoto. Dopo la forte scossa registrata nella notte tra sabato 19 e domenica 20 maggio e che ha provocato 7 morti, stamattina il modenese è stato colpito da 40 scosse di magnitudo superiore a 2.0 della scala Ritcher, di cui 5 superiori a magnitudo 4.0. Secondo il sottosegretario Catricalà, sono almeno quindici le vittime accertate finora, sette i dispersi, circa 200 i feriti e altri 8 mila sfollati. L’epicentro è stato tra Carpi, Medolla e Mirandola. La più forte, di magnitudo 5,8, è stata registrata alle 9,03. Ben 32 scosse nella mattinata sono state di magnitudo superiore a 3.0, in base ai dati forniti dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Alle 13 due forti scosse a distanza di quattro minuti l’una dall’altra, la prima di magnitudo 5,3 e la seconda di magnitudo 5.1, hanno colpito il modenese. L’epicentro è stato Novi di Modena. Le scosse sono state avvertite distintamente anche a Bologna, Milano e Firenze. Dopo le 13, la terra ha tremato altre 5 volte in venti minuti. L’emergenza si fa sempre più drammatica.
La zona colpita contava già circa 7mila sfollati che ora sono diventati – provvisoriamente – almeno 7.500. Il terremoto si è sentito in tutto il centro nord, dal Piemonte alla Liguria, da Venezia a Pisa e fino all’Austria. Un’ipotesi inquietante: si sarebbe aperta una nuova faglia.
Secondo la prefettura di Modena, i decessi sono stati registrati a Mirandola (due persone) a Finale Emilia (una persona) a San Felice sul Panaro (3 operai morti per i crolli dei capannoni dove lavoravano) e a Concordia sul Secchia (una). Anche a Medolla è stato estratto, senza vita, un operaio della azienda Emotronic dove risultano dispersi altri due lavoratori. È morto anche Ivano Martini, il parroco di Rovereto, paese del modenese.
Sempre più cittadini, impauriti dalle scosse sismiche, sono scesi in strada. Nuovi crolli sono avvenuti a Mirandola, Finale Emilia e San Felice sul Panaro. Diverse strutture pubbliche sono state evacuate in via precauzionale come, ad esempio, l’ospedale di Carpi e il palazzo del Comune di Bologna. La scossa più forte di questa mattina ha provocato il crollo di decine di capannoni a Medolla. All’interno di queste fabbriche si trovavano numerosi dipendenti che stavano tentando di riordinare i macchinari per ricominciare a lavorare dopo la scossa del 20 maggio.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in visita a Faedis, in provincia di Udine, ha auspicato che «la storia del Friuli, sconvolto dal sisma del ’76, sia un esempio per l’Emilia Romagna».
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, in sala stampa a palazzo Chigi accanto al presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, ha garantito l’intervento «in tempi brevi» e chiesto ai cittadini delle zone colpite di «avere fiducia». L’impegno dello Stato, ha detto Monti, sarà «garantito da subito», le istituzioni «non sono impreparate».
da unita.it
Sincera solidarietà con tutta la popolazione dell’Emilia Romagna.
Ci hai ospitato per mesi nella Tua casa_blog.
Come potremmo, ora, non pensare a Te?
Un abbraccio.